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Giovedì, 18 Aprile 2024
Lavoro

Migranti: con Progetto Form@ 3.600 ricongiungimenti familiari assistiti

Realizzato dai quattro patronati Ce.Pa con Inca Cgil capofila


Roma, 30 ott. (Labitalia) - Consentire l'abbraccio e la ricostituzione dell'unità perduta, permettere a famiglie di cittadini extracomunitari di ritrovarsi e ricongiungersi in Italia, allestendo un percorso di assistenza e formazione civica e culturale unico nel suo genere. Sono questi gli obiettivi che hanno animato il progetto Form@ (Formazione orientamento ricongiungimento familiare), cofinanziato dal fondo Fami (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione), dal ministero dell’Interno in veste di autorità responsabile, dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali come autorità delegata e con il sostegno del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.


Il progetto, che è stato gestito dai quattro patronati del Ce.Pa, Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Patronato Acli affiancati da Anolf Cisl, Angi (Associazione Nuova Generazione Italocinese), Ils (International Language School) e Unirama, si è chiuso oggi, con un seminario a Roma, durante il quale sono stati presentati i risultati.


"Un progetto importante -ha detto ad Adnkronos/Labitalia Michele Pagliaro, presidente nazionale Inca Cgil- e sicuramente significativo, in cui il ruolo dell'Inca è stato fondamentale. Un progetto che abbiamo sviluppato attraverso un bando del ministero del Lavoro e ci ha visto, nel ruolo di patronato capofila, lavorare insieme all'Inas, all'Ital Uil e ad Acli e che ha prodotto qualcosa come 3.600 richieste di ricongiungimento, che hanno attraversato tutti i Paesi della fascia subsahariana del Nord Africa, il Perù, la Cina e molte altre nazioni. Un progetto che ha consentito la ricostruzione delle famiglie e in cui l'Inca ha avuto un ruolo fondamentale, a partire dalla preparazione alla conoscenza della lingua italiana e del patrimonio culturale e valoriale italiano".


Il percorso di 'ricongiungimento familiare assistito' si attiva in Italia, al momento della richiesta del nullaosta presso una delle sede territoriali dei patronati aderenti (2.800 sedi in tutta Italia). I destinatari del percorso formativo 'pre-partenza' sono figli, coniugi, e genitori dei cittadini stranieri che già vivono in Italia provenienti da questi Paesi: Albania, Ucraina, Moldavia, Marocco, Egitto, Senegal, Tunisia, Ecuador, Cina, Perù e India (Punjab).


"In particolare, l'aspetto linguistico è un passaggio cruciale -spiega Pagliaro- perché imparare un po' di lingua del paese dove si va a vivere 'libera' le persone e prova ad emancipare le famiglie che si ricongiungono nel nostro Paese". L'esperienza di Form@ è stata una crescita professionale anche per gli operatori coinvolti, in Italia e all'estero.


"Ci ha fatto comprendere -ricorda Pagliaro- certe dinamiche. A volte, infatti, la ricongiunzione delle famiglie che vengono da fuori nel nostro Paese è un passaggio di vita molto importante, perché non c'è solo l'aspetto culturale, ma anche quello di innestarsi nella nuova dimensione sociale di questo paese. L'aspetto che mi ha colpito di più è che hanno aderito molte donne, che si sono rivolte a noi per conoscere la lingua e la socialità dell'Italia, perché spesso sono famiglie in cui il padre lavora in Italia e i figli lo vedono solo durante le festività. Quindi si deve lavorare per costruire un nuovo equilibrio familiare e poi si deve lavorare per costruire un nuovo equilibrio familiare in un Paese straniero".


"Questa era la nostra mission -conclude il presidente dell'Inca Cgil- che pensiamo di aver svolto dando una prospettiva all'immigrazione perché, nel terzo millennio, non si può immaginare un mondo libero per le cose e non per le persone. Se questo si realizza applicando le buone prassi, quella che chiamiamo integrazione, sarà un percorso molto più facile, molto più positivo e molto più virtuoso".


Al seminario di Roma, sono intervenuti anche i presidenti dei Patronati Inas Cisl, Ital Uil e Acli, rispettivamente Gianluigi Petteni, Romano Bellissima e Emiliano Manfredonia. Per Petteni, "i Patronati hanno messo in campo soggetti anche eticamente preparati e hanno realizzato un percorso veramente utile". "Ora è anche arrivato il momento di dire al ministero del Lavoro e a chi di dovere: 'In Italia c'è ancora bisogno o no di soggetti come i Patronati che interagiscono in questo modo e che sono figli, non di interessi particolari ma della cultura di questo Paese? E se la risposta è sì, occorre che le istituzioni facciano scelte conseguenti", ha detto Petteni.


Bellissima ha sottolineato "lo scopo sociale di grande importanza del progetto che ha raggiunto una vasta platea di persone alla vigilia di un grande cambiamento della loro vita", mentre Manfredonia ha messo in luce "il rapporto fiduciario che si è instaurato tra i nostri operatori e i cittadini stranieri e che ha permesso il successo del progetto Form@". All'iniziativa a Roma hanno anche partecipato rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto nonché Mohamed Saady (presidente Anolf), Pina Foti, presidente Ils e Ming Chen dell'Angi.


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