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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro

Pa: Csel, evento su analisi su punti di forza e limiti della riforma


Roma, 17 nov. (Labitalia) - E’ pacifico che servano nuove competenze e nuove forze negli organici delle Pa per metterli in condizione di poter sfruttare le risorse messe in campo dall’Ue attraverso il Recovery fund ma con quali modalità? Quali strumenti? Il ministero per la Pubblica amministrazione, con il decreto 14 ottobre 2021, ha definito le modalità per l'istituzione degli elenchi dei professionisti e del personale di alta specializzazione sul Portale del reclutamento InPa e con il Dl n. 80/2021 che ha regolato le procedure per le assunzioni a tempo determinato nelle Pa locali e centrali, degli esperti e dei funzionari che lavoreranno ai Progetti, gettando anche le basi per la riforma della Pa e della giustizia. Queste misure sono sufficienti per mettere in condizione, soprattutto i comuni più piccoli, di stare al passo dell’ambizioso cronoprogramma per l’attuazione del Pnrr?


Ne hanno discusso una serie di interlocutori delle istituzioni governative e tecnici esperti nel corso del Tavolo tecnico, dal titolo 'La riforma della Pa: semplificazione e investimento sul capitale umano per rispondere alle sfide poste dal Pnrr', organizzato questa mattina da Centro studi enti locali e l’Università di Pisa, nell’ambito della rassegna di eventi dal titolo 'Le sfide e le opportunità per gli enti locali', patrocinata da Regione Lazio, Regione Piemonte, Assemblea Regionale Siciliana e Regione Toscana.L’amministratore delegato di Centro studi enti locali, Nicola Tonveronachi, ha aperto definendo brillante la decisione di inserire tra riforme strutturali, vincolanti, anche le riforme della giustizia e della Pa: "Quest’ultima è composta da una serie di interventi legislativi in parte già costruiti (semplificazioni su attività concorsuali, Portale reclutamento e articolazione delle assunzioni a tempo determinato). È il momento per intervenire. Sarebbe gravissimo se non riuscissimo raggiungere obiettivi e spendere bene i soldi. La riforma non riguarda solo l'amministrazione centrale dello stato ma tocca tutta la Pa e soprattutto le articolazioni territoriali e gli enti locali che necessitano di impostazioni più chiare”.


Marco Rossi, dirigente presso presidenza del Consiglio dei ministri, già segretario generale al ministero del Lavoro, ha messo l’accento su un grosso problema, a suo avviso, non risolto dai provvedimenti sin qui adottati: “E’ una normazione che, come al solito, lo Stato scrive per lo Stato ed è poco calata sulle strutture non statali. Questo genera problemi per gli enti di minore dimensione e di un comparto diverso. Vedo, poi, una situazione preoccupante nella scelta fatta dal precedente Governo di centralizzare i concorsi in capo alla Funzione pubblica e Formez. Questa centralizzazione dei concorsi porta ad un accorpamento di più amministrazioni che verrebbero essere considerate omogenee ma non lo sono”. Perplessità condivise anche in quel di Venezia. Paola Ravenna dirigente settore ricerca fonti di finanziamento e politiche comunitarie del Comune di Venezia, ha detto che, per quanto riguarda le assunzioni, “ancora non vediamo i risultati delle semplificazioni. Per velocizzare, agiremo con gara sopra soglia europea per individuare una agenzia interinale specializzata in ricerca di personale per la Pa”. Per la gestione dei progetti del Pnrr, il Comune della laguna opta quindi per la somministrazione di lavoro, anziché il concorso classico, per imprimere una accelerata e incamerare le risorse necessarie. “In generale occorre rafforzare il personale perché aumenta la mole di lavoro ma devono anche essere sviluppate nuove professionalità, come quella del project manager”.


Meno critica, sui passi sinora compiuti dall’Esecutivo, Stefania Tagliabue, dirigente del settore personale e organizzazione del Comune di Cesena e dell’Unione Valle del Savio. "Vedo delle opportunità - ha spiegato - nella riforma. Sono stati messi in campo strumenti interessanti per le Pa locali. Queste hanno la possibilità di agire in autonomia e reclutare competenze che servono. Grazie al Dl. 80 possiamo dare il via a reclutamento speciale finalizzato ad acquisire professionalità che servono per portare avanti i progetti. E’ stato fatto un focus sul progetto, sulle competenze che devono avere e possono essere valutate nel reclutamento e soprattutto una deroga ai limiti rispetto a limiti spesa del personale. Inoltre ritengo interessante la nuova modalità introdotta dall’art. 3-bis, la selezione unica per formazione di elenchi. È fondamentale anche se passa sottotono. L’articolo permette di attivare, in qualsiasi momento, senza fabbisogno specifico, una preselezione di persone idonee da inserire in un elenco che può essere poi utilizzato ogni volta che nasce un fabbisogno specifico. Da quelli che si candidano posso effettuare la vera selezione che può essere a valutare competenze tecniche e compartamentali. È uno strumento rapido e veloce. Abbiamo di solito procedure molto lunghe ma in questo caso si riducono i tempi. Quando assumiamo la persona attraverso concorso passano qualche mese per adempimenti. Con questa modalità di selezione unica, avendo già un elenco alla base, possiamo snellire ulteriormente le modalità selettive”.


Per Ernesto Belisario, avvocato ed esperto di diritto delle tecnologie e innovazione nella Pubblica amministrazione, ciò che è fondamentale è non perdere di vista l'assoluta necessità di migliorare il grado di digitalizzazione dei nostri enti pubblici. “Correttamente - ha detto Belisario - tutti si stanno concentrando sul reclutamento con competenze anche informatiche. La sfida della transizione al digitale non può essere affrontata solo con nuovi assunti, che da soli non riusciranno. E’ necessaria anche una attività di riconversione e aggiornamento di chi già oggi lavora nella Pubblica amministrazione. Non si può pensare che a gestire servizi fruibili via Spid ci siano persone che non sanno utilizzarlo come utenti". "Quello delle competenze - ha aggiunto - è un tema centrale. E’ necessario andare veloci. Lunedì è stato festeggiato il nuovo servizio di certificati tramite Anpr che era iniziato 22 anni fa. Le norme ci sono ma occorre velocizzare l’applicazione delle riforme per evitare che rimangano sulla carta, cosa che sarebbe paradossale giacché si parla di digitalizzazione”.


Andrea Mazzillo, esperto di finanza locale presso la sezione Autonomie della Corte dei conti, una delle leve fondamentali su cui occorre intervenire è il tema dell’incentivazione del personale. “Occorre adottare - ha auspicato -strumenti di incentivazione basati, non più soltanto sul compenso monetario, ma anche sull’incremento del benessere organizzativo, la condivisione degli obiettivi, il senso di partecipazione ed appartenenza”. “L’adozione di sistemi integrati di project e risk management, tipici del settore privato - ha detto ancora l’economista - possono certamente favorire una corretta implementazione del Piano, unitamente ad un presidio costante e incisivo delle strutture di controllo, chiamate a svolgere un ruolo di supporto e correzione in-itinere delle azioni messe in atto dalle pubbliche amministrazioni, anche per il tramite delle società partecipate”. “Ci aspettiamo - ha chiarito Iacopo Cavallini del dipartimento di Economia e management, Università di Pisa - che personale assunto con i fondi del Pnrr sia personale con età media bassa e che ci sarà un incremento complessivo di conoscenze del personale assunto. Quando cambia l’oggetto del controllo, devono cambiare anche i sistemi di controllo e modalità di misurazione". "Se già - ha affermato - nella situazione attuale riconosciamo inefficacia dei sistemi di controllo e di misurazione delle performance del capitale umano, a maggior ragione questo sarà vero da ora in avanti quando il capitale umano cambierà di aspetto. Vedo un sistema dove le richieste di trasparenza si moltiplicheranno perché saranno più importanti i progetti da portare avanti e gli enti locali chiederanno autonomia nella realizzazione degli obiettivi”.


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