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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Pa: Fpcida, inaccettabile stabilizzazione incarichi dirigenziali fiduciari

concorso pubblico resti unica via d’accesso


Roma, 16 mag. (Labitalia) - Ennesimo tentativo di nominare dirigenti pubblici ‘fiduciari’, bypassando i concorsi, o retrocedendoli al livello di non meglio precisate ‘prove selettive’. Lo prevede un emendamento, per il momento stralciato, votato dalle Commissioni riunite Finanze/Tesoro e Industria del Senato, relativo alla conversione del d.l. 21/2022 sulle ‘Misure economiche e umanitarie in relazione alla crisi ucraina’.


E’ quanto denuncia Fpcida, la federazione dei dirigenti pubblici aderente a Cida, sottolineando come obiettivo dell’emendamento sia quello di stabilizzare nell’amministrazione in cui prestano servizio, anche coloro che ricoprono un incarico dirigenziale senza mai aver svolto alcun concorso in quanto titolari di incarichi dirigenziali fiduciari. Un obiettivo, per la verità, inseguito da tempo e sempre con iniziative legislative inserite in contesti molto generali o emergenziali, come la legge di bilancio, l’emergenza per il Covid 19, l’urgenza della crisi ucraina.


Se diventasse legge dello Stato, l’emendamento provocherebbe un vulnus nel sistema di accesso alla qualifica dirigenziale, vanificando il concorso pubblico vero e proprio, che seleziona rigorosamente la classe dirigente pubblica e garantendo la stabilizzazione degli incarichi dirigenziali conferiti sulla base di un rapporto fiduciario di natura personale, o di matrice politica. In questo secondo canale verrebbe a mancare il principio del merito e del concorso pubblico (previsto dall’art. 97 della Costituzione), si introduce l’escamotage delle ‘prove selettive’ e sembra non tenersi più conto del ruolo e finalità della Scuola nazionale dell’amministrazione, istituita proprio per selezionare i dirigenti pubblici.


"L’aggiramento del concorso pubblico per il reclutamento dei manager della Pubblica amministrazione - prosegue la nota di Fpcida - rientra nel filone dei tentativi di accrescere l’influenza politica sull’azione amministrativa attraverso la nomina di dirigenti ‘fiduciari’, e che va ad aggiungersi ai ripetuti interventi di spoil system e continue riorganizzazioni, che precarizzano e indeboliscono il ruolo e l’attività della dirigenza pubblica. Così come pesano l’assenza di politiche di turn over, di semplificazione e di digitalizzazione dell’azione amministrativa".


"Né - sottolinea - può essere accettata la motivazione che giustificherebbe tale ingresso anomalo di dirigenti pubblici, con la necessità di attuare il Piano nazionale di riprese e resilienza. Manca, infatti, ogni riferimento normativo e vincolante alla presenza di precisi requisiti professionali in tali ‘nuovi’ dirigenti, strettamente legati all’attuazione del Pnrr".


"La necessità - avverte - di avere dirigenti pubblici in grado di dare seguito agli obiettivi sfidanti previsti dal Pnrr è concreta, ma va affrontata con serietà e trasparenza, senza scorciatoie ambigue. La strada maestra è quella di garantire in tempi rapidi alla Pa le professionalità necessarie all’attuazione dei programmi del Pnrr, da un lato, attingendo alle eccellenze già esistenti all’interno della classe dirigente pubblica, aggiornandone la formazione, se occorre, dall’altro, acquisendo le professionalità tecniche necessarie nel rispetto di processi selettivi volti a garantire la scelta dei migliori. Insomma, non ci sarà arricchimento e osmosi di risorse manageriali pubbliche e private se non saranno attivate forme trasparenti di selezione pubblica aperta a tutti gli aspiranti in possesso dei requisiti richiesti dalla legge. Invece, se proseguiranno le forme di scelta ad personam dei dirigenti, non potrà esserci alcuna garanzia di eccellenza e professionalità delle risorse reclutate dai vertici politico-amministrativi delle amministrazioni pubbliche italiane".



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