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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro

Sanfrancesco (Unaitalia): "Da filiera avicola adattamento e resilienza"


Roma, 14 mag. (Adnkronos/Labitalia) - "Nessuno si aspettava uno scenario così devastante come quello generato dal Covid-19. Le aziende, però, hanno dato prova di una grande capacità di adattamento e resilienza. Grande senso di responsabilità che abbiamo sentito su due fronti: garantire la sicurezza dei lavoratori; garantire la continuità di produzione. Sin dai primi giorni c’è stato un grande dispiegamento di forze per cercare di mettere in sicurezza i lavoratori e applicare protocolli molto stringenti, grazie anche a un dialogo costante con tutte le parti sociali". Ad affermarlo Lara Sanfrancesco, direttore Unaitalia-Unione nazionale filiere agroalimentari delle carni e delle uova, intervenuta al webinar 'La filiera agroalimentare ai tempi del coronavirus: prospettive future a seguito dell’emergenza' organizzato da Msd Animal Health.


"È stato necessario rallentare i turni, garantire il distanziamento, riconvertire parte della produzione in funzione della nuova domanda perché la chiusura di un intero canale distributivo, ossia quello della ristorazione/del fuori casa, ha portato a un aumento della domanda di prodotti più consoni a un consumo dentro casa, generando difficoltà in quelle aziende specializzate invece per quel tipo di produzione che non era più richiesto", spiega.


"Tutto questo è stato fatto - sottolinea - in tempi molto rapidi e ha significato un grande impegno economico che non è stato riversato sui prodotti, ma è stato assorbito dalla filiera. Il fatto di essere una filiera integrata ha permesso una maggiore flessibilità e un intervento immediato per adattarsi al nuovo scenario. Le aziende hanno dimostrato molta vicinanza e gratitudine nei confronti dei lavoratori, prevedendo per esempio premi economici e donazioni ai territori. Questo senso di responsabilità dovrà essere conservato anche in questa fase per garantire l’operatività delle imprese e l’approvvigionamento costante, ma siamo ottimisti e crediamo che con la resilienza continueremo a far fronte a questo momento difficile".


"La sicurezza e la qualità nelle fasi di produzione della filiera avicola - osserva - sono sintetizzabili in alcuni concetti chiave: benessere animale; biosicurezza; igiene in tutte le fasi della produzione; numero elevatissimo di controlli". Non solo. "In Italia la filiera avicola - rimarca - è una filiera completamente integrata, cioè: tutte le fasi della produzione (a partire dalla produzione del mangime, agli incubatoi, gli allevamenti da ingrasso, la trasformazione, la logistica, fino al punto vendita) sono controllate in maniera integrata da un unico soggetto che è il capofiliera. Questa integrazione, caratterizzata da un complesso sistema di relazioni tra tutte le parti in causa, rende la filiera avicola italiana un unicum nel panorama zootecnico e consente di ottimizzare i processi produttivi e controllare attentamente gli aspetti della tracciabilità e della sicurezza, permettendo alla filiera di creare e condividere best practices e quindi svilupparsi molto in termini di innovazione, benessere animale, qualità del prodotto, sicurezza.


Fondamentale, osserva la figura del medico veterinario, "perché è il punto di contatto con l’enorme numero di allevatori professionali (parliamo quindi di allevamenti di grandi dimensioni)". "Insieme anche al tecnico di allevamento che segue le direttive del veterinario, la figura del medico veterinario - prosegue - permette di tenere monitorato l’andamento degli allevamenti e fornisce il supporto di natura tecnica necessario all’allevatore. Grazie anche al ruolo del medico veterinario, la filiera avicola italiana ha ridotto di oltre il 70% l’utilizzo del farmaco sia per i polli sia per i tacchini".


Grande livello di attenzione, dunque, e cura nella filiera. "Lo studio, la ricerca, l’innovazione sono elementi cardine che consentono di portare sulle tavole degli italiani un prodotto 100% made in Italy. La filiera avicola italiana è completamente autosufficiente ed è prevista anche una quota dedicata all’export", conclude il direttore Unaitalia.



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