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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lavoro

Sci: Lapam, scorte e prenotazioni al palo con noleggi, alberghi e ristoranti chiusi

Parla il segretario generale della Federazione di associazioni della provincia di Modena che conta 64 km di piste e 22 impianti di risalita


Modena, 16 feb. (Labitalia) - "Noi siamo i primi a spingere per il rispetto delle regole e della salute, soprattutto in questo particolare momento però le decisioni non possono essere rese note all'ultimo momento. Gli operatori del settore dello sci sono stati beffati, per non dire di peggio, dalla decisione di mantenere chiusi gli impianti, decisione arrivata a 12 ore dalla riapertura". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Carlo Alberto Rossi, segretario generale di Lapam, federazione di associazioni, l'unica nella provincia di Modena che rappresenta tutto il mondo imprenditoriale e dove esistono 64 km di piste e dove i comprensori sciistici sono serviti da 22 impianti di risalita. "Sembra che lo facciano apposta - avverte - non possono aspettare che i ristoranti abbiano preso le prenotazioni, abbiano preso le scorte. E' stato detto il giorno prima con molte persone che già erano su a dormire e che aspettavano di sciare la mattina dopo. Anche le piste erano state battute, tutto era pronto per sciare".


"Se lo avessero saputo solo tre giorni prima - dice - ci sarebbe stata una grande delusione, ma era molto comprensibile. Francamente, questo metodo di lavoro è inaccettabile e oltraggioso nei confronti di operatori che hanno fatto sacrifici enormi per poter riaprire, seguendo le norme molto stringenti dal punto di vista della sicurezza. Inutile ripetere, per l’ennesima volta, che le misure per contenere i contagi sono sacrosante, ma è ancora più inutile fare tavoli, protocolli e dare disposizioni se poi, per l’ennesima volta, ci si fa beffe degli sforzi degli operatori coinvolti". "Stiamo ricevendo decine e decine di telefonate - continua il Lapam - di operatori esasperati: noleggi, alberghi, ristoranti, esercenti che hanno aperto le strutture in previsione della partenza della stagione sciistica, con spese di riscaldamento, assunzioni di dipendenti e scorte di materiale deperibile che sarà inevitabilmente da buttare".


"Imprenditori e utenti - precisa Carlo Alberto Rossi - si sentono presi in giro: non sono oggetti da usare e riporre all'ultimo momento. C'è poi tutto il tema dei ristori che non è affatto da sottovalutare. Non crediamo che saranno sufficienti gli improbabili ristori a coprire anche queste spese, figuriamoci i mancati incassi. In Appennino, nelle zone degli impianti, il clima tra gli operatori è surriscaldato e, onestamente, non si può non dar loro ragione". "Quest'anno poi - fa notare - il clima era ottimo. Ma all'improvviso ci si trova a fare i conti non solo con la situazione economica, al limite del collasso, è bene ricordare anche la salute psicologica di queste persone, che nel corso dell’inverno sono state più volte illuse e poi beffate. Quest'ultimo stop, arrivato con queste modalità, è davvero troppo".




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