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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Scuola: da giochi di ruolo a social network, la dad con modello Medaarch


Roma, 19 gen. (Labitalia) - La Dad, la didattica a distanza, non è soltanto un ripiegamento dalla formazione in aula con tutte le conseguenze negative del caso, ma anche un’opportunità per chi, in questi undici mesi, ha avuto i mezzi e il coraggio di volgere in positivo gli stravolgimenti dettati dalla pandemia da Covid-19. Ne sono convinti alla Medaarch, la Mediterranean Academy of Architecture di Cava de’ Tirreni, che dalla sua fondazione nel 2007 forma ogni anno centinaia di professionisti in tutta Italia del mondo del progetto, accompagnandoli nell’apprendimento dei software e delle tecnologie più all’avanguardia nell’ambito dell’architettura, del design, della fabbricazione digitale e che anche quest’anno dà il via a un nuovo programma didattico ancora più ricco, che mutua dalla modalità on line dell’insegnamento nuovi canoni e nuove possibilità.


Gli Open Day in cui Medaarch racconterà la propria sfida digitale sono fissati per il 25 e il 26 gennaio su Zoom. Il 'metodo Medaarch' si concentra intorno ad alcuni punti essenziali: materiali didattici aggiornati e nuovi, sul presupposto che insegnare on line non è come insegnare in aula. Uso dei giochi di ruolo, perché generano coinvolgimento. Ricorso ai social network, già popolarissimi, che, usati in chiave didattica, diventano un’opportunità. Consegna a casa dei manufatti (elaborati, prototipi...) progettati in remoto dagli studenti, in modo che questi possano toccare con mano e correggere il frutto del loro lavoro. “Ben cosciente dei disastri che la pandemia ha prodotto in studenti, docenti, professionisti e formatori, sono convinto che a un disastro ne può sempre seguire un secondo se dal primo non si è imparato nulla”, dice Amleto Picerno Ceraso, cofondatore di Medaarch. “Perché è possibile, in realtà, trasformare la difficile esperienza della formazione a distanza di questi ultimi mesi in qualcosa di buono”, aggiunge.


Che cosa propone, in concreto, il modello Medaarch? “Abbiamo cominciato a interrogaci - spiega Picierno Ceraso - su nuovi format didattici che amplificassero le possibilità dello strumento digitale e ne accentuassero gli aspetti positivi. Ne è venuta fuori una formula didattica che usa i social come piattaforma di condivisione e scambio di contenuti. Un luogo virtuale, aperto a un ristretto gruppo di persone come per esempio una classe di un corso, che offre a tutti la possibilità di condivisione delle informazioni e dei commenti in un momento di revisione degli elaborati prodotti o in un momento di ricerca e acquisizione delle dati".


"Ci siamo chiesti - prosegue - se gli strumenti on line di co-progettazione che gratuitamente vengono offerti dalle maggiori aziende web potessero essere utilizzati come base per immaginare giochi di ruolo e testare dinamiche di lavoro e collaborazione che aiutassero gli studenti ad arrivare alla realizzazione di un obiettivo comune. Ne è nato anche qui un format di gioco-formazione che utilizziamo nelle fasi di ideazione di progetti, e che ci dà la possibilità di instaurare dinamiche tra componenti della classe che vengono facilitate dallo strumento digitale ma che lo travalicano creando rapporti cha vanno oltre esso e il tempo in cui viene utilizzato”.


Ancora, alla Medaarch “abbiamo cominciato ad introdurre momenti fisici all’interno di corsi on line sia inviando oggetti e prototipi stampati e modellati dai nostri studenti direttamente a casa loro affinché potessero riavere un ritorno materico delle esperienze didattiche vissute", riferisce. "Lo abbiamo fatto anche sperimentando strutture didattiche - sottolinea - che spingessero la nascita di modalità di ricerca autonome. Abbiamo introdotto infatti in alcuni dei nostri corsi dei moduli di sperimentazione del reale condotti fuori dall’orario del corso. Queste ore sono state spese dai partecipanti per la costruzione di metodologie di indagine e raccolta dati personali ed autonome. Sono serviti per costruire modelli e prototipi fisici. Macchine e plastici che interagivano con il mondo e con l’ambiente. Tutto poi è stato oggetto di confronto e discussione comune e condivisa".


Un altro punto del modello Medaarch prevede di rivedere i materiali: la didattica on line deve essere più attraente di quella in aula. “Abbiamo deciso di rivedere i contenuti e i materiali dei nostri corsi spingendoli ad essere più puntuali, precisi, attraenti e in continua relazione con l’ambiente e con il mondo utilizzando quest’ultimo come laboratorio aperto dove sperimentare e allargare le attività di apprendimento e formazione” spiega ancora Picerno Ceraso. “Ne è scaturito un modello laboratoriale in continua evoluzione dove le necessità e i problemi di tutta la mostra realtà vengono scovati, visti, analizzati e trattati come materiale didattico su cui studiare, sperimentare, testare soluzioni e possibilità. Una modalità che riporta gli studenti, le scuole e la formazione a giocare un ruolo attivo. Non più da spettatori che studiano fenomeni, ma da ricercatori che indagano il mondo per migliorarlo”, conclude.


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