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Martedì, 16 Aprile 2024
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Costa all'Unesco: "Caschi verdi per l'ambiente"

La proposta italiana: una task force sotto l’egida dell’Onu


Roma, 24 lug. (AdnKronos) - 'Caschi verdi' per la salvaguardia della natura. Una task force sotto l’egida dell’Onu per rendere la tutela delle aree verdi del pianeta efficace, tempestiva e duratura. È l’idea che il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha portato oggi all’Unesco.


"Si tratta - ha spiegato Costa - di un progetto che si propone di istituire un nucleo di esperti per la tutela e la salvaguardia di tutti i siti del patrimonio culturale naturale protetto dall’Unesco: i Caschi verdi per la protezione del patrimonio naturale mondiale".


"I Caschi verdi opereranno innanzitutto in Italia - ha aggiunto il ministro - nei 10 geoparchi, nelle 15 riserve italiane della biosfera e nei 5 siti naturali inscritti nella lista del patrimonio mondiale".


L’Italia ha già avviato importanti iniziative in ambito Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale, materiale e immateriale - sottolinea il ministero in una nota - Fanno parte di questo patrimonio anche siti a carattere paesaggistico e naturale iscritti nelle liste Unesco e nei programmi collegati: riserve della biosfera e geoparchi.


"A questi ultimi siti - ha affermato Costa - il mio ministero riserva la più grande attenzione, anche per il fortissimo valore aggiunto in termini di prestigio e di visibilità che il marchio Unesco conferisce ai territori. In linea con l’azione per la salvaguardia del patrimonio culturale, intendiamo ora individuare strumenti concreti anche per la tutela dei siti naturali, per rendere la salvaguardia di queste aree protette efficace, tempestiva e duratura".


Costa ha poi dichiarato l’intenzione di mettere i Caschi verdi a disposizione dell’Unesco, nel medio e lungo termine. "L’obiettivo - ha detto - è farli intervenire a sostegno dei programmi dell’organizzazione. Penso, in particolare, ad attività di formazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale, di capacity building, di prevenzione dei disastri ambientali, di monitoraggio dei rischi idrogeologici e recupero del patrimonio naturale, soprattutto in casi di catastrofi naturali e post conflitto. Definiremo insieme - ha concluso - le migliori modalità per attivare questa cooperazione con l’Unesco".


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