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Nell'ex mattatoio ora si produce 'carne' veg


Roma, 8 feb. - (Adnkronos) - Era un importante mattatoio bovino e suino di Gorizia, chiuso dal 2001, e ora tornerà a produrre sì hamburger, affettati e formaggi, ma rigorosamente ‘veg’. Che il trend delle alternative vegetali alla carne sia in crescita esponenziale in Italia, lo dimostra anche questa storia che è la storia di una scommessa vincente. Biolab è un’azienda nata nel 1991 sulle forze di appena tre persone (il titolare, suo padre e una dipendente); oggi di dipendenti ne ha 70, è passata dal milione e mezzo di fatturato del 2009 a chiudere il 2015 con un fatturato di 10 milioni. E ad acquistare il grande ex mattatoio nell’area industriale di Gorizia. Un passo che segna anche un mutamento nel tessuto economico e produttivo della zona che tiene il passo dei tempi.


“A Gorizia, città di confine, c’era un importante traffico di carni tra e con i Paesi dell’Est – racconta all’AdnKronos Massimo Santinelli, amministratore di Biolab - In quanto zona franca, carne, zucchero e alcol erano commerci ‘agevolati’. Nel 1996 fu costruito questo grande macello su una superficie di 10mila mq, per 3mila mq di struttura, che chiuse nel 2001 dopo il primo caso di mucca pazza in Inghilterra, con il suo mattatoio di bovini e suini e la parte logistica, la più interessante per noi, costituita da celle frigorifere, abbattitori… Andò all’asta e nel 2014 la acquistai”.


Acquistata per trasformarla nella principale sede produttiva di Biolab, azienda che compie 30 anni di un’attività dedicata al biologico e alle alternative vegetali alla carne. “La prima volta che entrai nel mattatoio - ricorda Santinelli - c’era ancora l’odore della carne, ma mi innamorai dell’idea del contrasto tra un luogo di macellazione animale e l’idea di farne un luogo di produzione di prodotti vegetali”. Inaugurata a gennaio la parte logistica e una parte produttiva, entro fine marzo avverrà il trasferimento di Biolab nella nuova sede. “E’ stato un investimento importante”, ma segno che questo è un mercato vincente e in crescita.


“Ho avviato questa attività nel 1991 quando scoppiò la guerra nell’ex Jugoslavia e tirava un’aria non proprio ottimista per iniziare un’impresa - racconta Santinelli - Iniziai lavorando i primi tofu e i primi seitan in un laboratorio in affitto di 200 mq e aiutato dagli amici per fare i lavori necessari in economia, e iniziai così questa avventura. Avevo 27 anni”. Il momento della svolta: “Nel 1996 quando abbiamo iniziato a servire la grande distribuzione – ricorda - Nel 2010 poi c’è stata un’inversione di tendenza per quanto riguarda il consumo di proteine animali-vegetali che ci ha portato a crescite, in 5 anni, spaventose: da 2 a 4 a 8 a 10 milioni di anno in anno”.


Oggi il 40% del prodotto va in export “e questo significa che anche nella categoria delle proteine vegetali, il prodotto italiano ha un riconoscimento, un plus”. BioLab esporta soprattutto verso Paesi europei, come Inghilterra, Germania, Danimarca, Svezia, ma c’è grande interesse anche da parte di Australia, Canada… Cinque tecnologi alimentari lavorano su ricerca, sviluppo e qualità. L’azienda agricola, fondata nel 2013, fornisce parte delle materie prime, rigorosamente biologiche. Tra i prodotti di punta, gli affettati vegani, i simil-carne, i formaggi vegetali.


L’ex mattatoio diventerà la terza sede di Biolab. La prima, quella storica (la cosiddetta B1), resterà sede legale dell’azienda (“ci teniamo, anche perché sta in via dei Vegetariani grazie all’interessamento di un assessore entusiasta che nel 2012 volle dedicare la via all’attività di BioLab", racconta il titolare); nella seconda, la B2, resta la produzione dei semi lavorati; nella B3, l’ex mattatoio appunto, verrà spostata la parte più importante entro fine marzo.


(di Stefania Marignetti)


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