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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Raccolta organico, triplicano le bioplastiche compostabili


Roma, 7 lug. - (Adnkronos) - È aumentata negli ultimi 3 anni la presenza di bioplastiche compostabili nella raccolta degli scarti di cucina, la cui incidenza è più che triplicata, passando dalle circa 27.000 t/anno (espresse sul secco) dell’indagine del 2016/2017 alle circa 83.000 t/anno s.s. di quella del 2019/2020. Aumenta anche la plastica tradizionale che viene erroneamente conferita nell’umido, che passa dalle circa 65.000 t/anno (espresso sul secco) del 2016/2017 alle circa 90.000 t/anno del 2019/2020. È quanto emerge dallo studio condotto da Consorzio Italiano Compostatori (Cic) e Corepla, nell’ambito dell’accordo annuale per le attività di monitoraggio relative alla quantità e qualità degli imballaggi in plastica e compostabili conferiti negli scarti di cucina e di giardino.


Lo studio, presentato dal direttore del Cic Massimo Centemero, si pone in continuità con quello svolto dai consorzi nel 2016/2017 e ha monitorato la composizione del rifiuto organico così da quantificare la presenza di Materiale compostabile (Mc) quale scarti di cucina e di giardino, carta, plastica compostabile, e di Materiale non compostabile (Mnc) rappresentato da plastica tradizionale, vetro, metalli, pannolini, cialde caffè, altro.


Realizzata su un campione significativo di impianti che trattano scarti di cucina e di giardino, l’analisi ha riguardato gli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile idonei alla filiera del rifiuto a matrice organica che vengono avviati a recupero presso impianti di compostaggio e di digestione anaerobica. Inoltre, sono stati quantificati gli imballaggi in plastica tradizionale che, erroneamente, entrano nella filiera e sono considerati impurità.


“Questo studio è fondamentale per capire come avviene la raccolta differenziata da parte dei cittadini. Di conseguenza, ci permette di valutare i comportamenti da adottare come consorzi per promuovere la corretta modalità di differenziazione sia degli imballaggi in plastica tradizionale che di quelli in plastica biodegradabile e compostabile, così da migliorare la raccolta differenziata e assicurare un riciclo di qualità da entrambe le parti”, spiegano il presidente del Cic, Flavio Bizzoni e il presidente del Corepla, Antonello Ciotti.


Secondo l’analisi, l’umido proveniente dalle raccolte differenziate è costituito per il 94,8% da Materiale compostabile. Le plastiche compostabili certificate Uni 13432 presenti nei rifiuti organici sono in aumento rispetto al 2016/2017: la loro incidenza è infatti passata dall’1,5% al 3,7%. Si tratta quasi esclusivamente di bioplastica flessibile e gli imballaggi rappresentano il 70% dei manufatti in bioplastica presenti nell’umido. Lo studio ha confermato inoltre, così come per la precedente ricerca, l’assenza di bioplastiche nel compost a dimostrazione dell’effettiva degradazione della bioplastica negli impianti.


I Materiali non compostabili presenti nell’umido rappresentano invece il 5,2%, con un leggero aumento del +0,3% rispetto al monitoraggio 2016/2017. L’incidenza della plastica rappresenta il 3,1% del totale: il 90% della plastica presente nell’umido è flessibile e gli imballaggi rappresentano circa il 50% dei manufatti in plastica.


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