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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Sos cetacei, arrivano le squadre di intervento


(Adnkronos) - Squadre di pronto intervento formate per intervenire in mare o sulle coste in caso di cetacei spiaggiati, impigliati o catturati accidentalmente nelle reti da pesca. E' l'obiettivo del progetto europeo Life Delfi che vede come partner il Cert dell’Università di Padova e che punta alla formazione di veri e propri rescue team.


Il progetto è cofinanziato dal programma Life della Commissione europea e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr - Irbim) insieme ai partner Legambiente Onlus, Filicudi Wildlife Conservation, Blue World Institute Marine Research (Croazia), Università di Padova, Università di Siena e le Aree Marine protette di Punta Campanella, Isole Egadi, Torre del Cerrano, Tavolara Punta Coda Cavallo.


I partner di Life Delfi hanno preso parte ad alcune operazioni di soccorso di mammiferi marini spiaggiati, come nel caso dei capodogli soccorsi insieme alla Guardia Costiera alle Eolie rimasti impigliati in un groviglio di reti da pesca che ne limitavano i movimenti. La rete di Life Delfi è stata coinvolta anche nel recente caso della balenottera comune spiaggiata a Sorrento, supportando le istituzioni nella catena decisionale fino alla musealizzazione dell’esemplare.


Un lavoro corale che ha riguardato uno degli esemplari più grandi che si sia mai spiaggiato lunghe le coste mediterranee. Dopo la necroscopia coordinata dal Cert con gli Istituti Zooprofilattici competenti, lo scheletro verrà esposto a fini museali con il contributo di Amp Punta Campanella.


“I rescue team sono delle squadre di intervento che, dopo aver seguito un apposito percorso di formazione, saranno costituite per liberare e soccorrere delfini o altri cetacei in difficoltà a causa delle interazioni con le attività e gli attrezzi da pesca", spiega Alessandro Lucchetti (Cnr-Irbim) coordinatore del progetto Life Delfi.


Dopo l’attività di formazione, aggiunge Sandro Mazzariol, professore dell’Università di Padova, "saremo pronti ad istituire i rescue team e a richiedere le autorizzazioni agli organi competenti in modo tale da renderli delle vere e proprie sentinelle che potranno integrarsi nella Rete Spiaggiamenti Nazionale, coadiuvando le squadre specializzate della Guardia Costiera nelle operazioni di soccorso dei cetacei in difficoltà e gli altri Enti competenti negli spiaggiamenti come nel caso della balena a Sorrento”.


Il team di Life Delfi ha anche rielaborato le "Linee Guida per le procedure di gestione e liberazione di delfini impigliati nelle reti da pesca o pescati accidentalmente”, un vero e proprio manuale che segue le direttive internazionali riadattato al contesto italiano. Un manuale che sarà illustrato anche ai pescatori in specifici corsi di formazione in modo tale da fornire informazioni di fondamentale importanza per il primo trattamento degli esemplari vittime di catture involontarie.


Nel bilancio delle azioni messe in campo nel primo anno di Life Delfi, la cooperazione con gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali ha permesso la standardizzazione del protocollo necroscopico per le indagini post-mortem mentre, tutti i partner, coordinati dall’istituto croato Blue World Institute, hanno redatto ed adottato il protocollo per la raccolta dati sulla foto-identificazione di esemplari di Tursiope (Tursiops truncatus) nelle aree di progetto.


Sul fronte della sensibilizzazione degli operatori del settore ittico, i partner di Life Delfi delle Amp coinvolte hanno avviato un survey tra i pescatori per comprendere le loro esigenze e quanto sia importante monitorare e limitare le interazioni con i delfini per un duplice vantaggio: la riduzione degli impatti sui delfini e i danni al settore pesca, come sospensione delle attività di pesca, perdita del pescato e danni a reti e attrezzature.


Sono oltre 200 i pescatori, provenienti da 70 marinerie in 9 regioni italiane e croate, che hanno risposto alle domande del questionario sottoposto da Life Delfi i cui esiti sono in fase di analisi e verranno diffusi nelle prossime settimane. Infine nel bilancio delle attività annuali sono da annoverare i test acustici in mare svolti dal Cnr per studiare il comportamento dei pinger (dissuasori acustici) cui è seguita una fase di diffusione ai pescatori che stanno testando questi dispositivi sulle loro barche.


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