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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Squali in trappola. Wwf chiede ai Paesi del Mediterraneo di salvarli

Mediterraneo trappola per queste specie spesso pescate illegalmente. Domani Giornata Mondiale degli Squali


Roma, 13 lug. - (Adnkronos) - In occasione della Giornata Mondiale degli Squali (Shark Awareness Day) che si celebra il 14 luglio, il Wwf fa appello a tutti i Paesi mediterranei affinché agiscano con urgenza per migliorare l’informazione e la consapevolezza tra i pescatori, rafforzare i controlli e assicurare un adeguato sistema di segnalazione delle catture di squali e razze. E sui suoi canali social (Facebook, Instagram, Twitter e Youtube) lancia una maratona per informare sull’importanza degli squali per l’ecosistema marino, sfatare i miti sulla pericolosità di queste specie e suggerire comportamenti a favore della loro tutela.


Il Mediterraneo conta più di 80 specie diverse di squali e razze ma oltre la metà sono minacciate e alcune rischiano di estinguersi. Nonostante la normativa proibisca lo sbarco di specie protette di squalo e razza e allenti la pressione di pesca su altre specie, il prelievo è controllato in modo molto approssimativo con divieti spesso ignorati. E così tantissime specie di squali e razze, alcune delle quali in pericolo critico di estinzione, vengono regolarmente catturate in modo illegale da reti e palangari, come rivelato dalle numerose segnalazioni ricevute dal Wwf.


Le segnalazioni sono state raccolte dal Wwf attraverso il progetto Meco (Mediterranean Elasmobranch Citizen Observation), un’iniziativa del Mediterraneo composta da 'citizen scientists' locali che con dozzine di foto e video da Italia, Spagna, Francia, Grecia, Croazia, Cipro, Turchia, Tunisia, Libia, Algeria e Marocco ha dimostrato come i pescatori catturino e sbarchino illegalmente specie protette di squalo e razza, inclusi squali angelo e grandi squali bianchi, tutte a rischio di estinzione.


E' così che specie a rischio e che andrebbero tutelate finiscono invece nei mercati locali, spacciate per pesce spada, come accaduto recentemente a Catania. A causa di questa diffusa illegalità e della mancanza di una gestione e di un controllo adeguati, nel Mediterraneo si consuma ogni anno una vera e propria mattanza di squali, razze, torpedini che ne fa uno dei peggiori mari al mondo nella tutela degli squali.


Non ci sono Paesi esenti da questa mattanza: sbarchi illegali di diavolo di mare (la mobula) sono registrati in Algeria, Libia, Turchia e Spagna; il grande squalo bianco, lo squalo mako e lo squalo martello finiscono nei mercati di Marocco, Tunisia, Italia e Francia; specie meno conosciute come l’altavela vengono catturate in Grecia, Spagna, Libia e Turchia e i palombi possono essere trovati nei mercati della Croazia (ma i dati sulle loro catture sono scarsi).


“Sapevamo che squali e razze erano pescati e sbarcati illegalmente nel Mediterraneo - dice Giulia Prato, biologa marina e Officer Mare del Wwf Italia - ma queste segnalazioni forniscono ulteriore conferma di quanto il fenomeno sia diffuso in tutto il bacino e di come l’impatto riguardi un ampio numero di specie a rischio. È scioccante che le leggi che proteggono squali e razze del Mediterraneo vengano continuamente infrante con poche, se non nulle, conseguenze, e che gli strumenti già esistenti per migliorare la gestione della pesca non siano ancora usati efficacemente. L’estinzione anche di uno di questi predatori dal nostro mare sarebbe una tragica perdita per l’intero ecosistema marino”.


“Ad oggi, nessuno Stato mediterraneo, Italia inclusa, ha delineato in modo completo un piano nazionale per la conservazione, gestione e uso sostenibile a lungo termine di squali e razze. Non possiamo più aspettare”, conclude Prato.


Cosa fare? Dalla ricerca agli 'angeli degli squali' le soluzioni ci sono. Il Wwf lavora in tutto il Mediterraneo con pescatori e altri soggetti interessati per migliorare la consapevolezza delle specie minacciate e sviluppare nuove strategie per evitare catture accidentali di squali e razze.


Allo stesso tempo, l’associazione sta facendo pressione sui governi affinché aumentino i controlli per contrastare le attività illegali e assicurare una gestione più sostenibile delle attività di pesca che impattano sugli squali. Un ‘attenzione particolare è rivolta agli habitat critici, come aree di alimentazione e nursery che, per il Wwf, dovrebbero essere protette anche da attività economiche distruttive.


In Italia il Wwf sta collaborando con cooperative di pescatori, ong e ricercatori nell’Adriatico. Grazie a speciali tag satellitari si sta monitorando la capacità di sopravvivenza degli animali catturati accidentalmente e rilasciati con metodiche appropriate. Italia e Albania, infatti, condividono aree di pesca importanti per il pesce spada e in queste aree il bycatch di squali e razze è altissimo.


Schede di riconoscimento e incontri formativi hanno permesso di creare delle comunità interessate alla tutela degli squali: a Monopoli il Wwf lo scorso anno ha battezzato la comunità di Monopoli come ‘Shark-angel’, riconoscendo l’importante ruolo dei pescatori della cittadina pugliese che rappresenta infatti una delle flotte più importanti dell’Adriatico meridionale per la pesca al pesce spada. Il Wwf entro l’anno monitorerà con i tag satellitari almeno altri 10 squali, oltre ai 3 seguiti l’anno scorso durante un mese.


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