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Sabato, 20 Aprile 2024
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Strage di giaguari in Amazzonia, colpa di incendi e deforestazione

Nell'Amazzonia boliviana morti più di 500 giaguari in due settimane, il 29 novembre Giornata Mondiale


Roma, 28 nov. - (Adnkronos) - È il più grande felino del nuovo mondo e il più grande mammifero carnivoro del centro e sud America. Il giaguaro nei secoli scorsi ha rischiato un pericoloso declino a causa della caccia illegale e della distruzione del suo habitat e oggi è ancor più minacciato dalla deforestazione e dagli incendi che negli ultimi mesi hanno colpito l’Amazzonia: ha già perso il 50% del suo habitat a causa della deforestazione messa in atto da imprese che commerciano il legname o per l’allevamento del bestiame e l’agricoltura industriale.


Secondo recenti studi in Amazzonia fino all’80% della deforestazione è di origine illegale. Nella sola provincia peruviana di Madre de Dios (Amazzonia andina), ad esempio, ogni anno vengono deforestate aree grandi quanto 160.000 campi da calcio, con conseguenze drammatiche per il giaguaro e molte altre specie. Gli incendi che hanno colpito quest’anno le foreste boliviane, in sole due settimane hanno ucciso più di due milioni di animali selvatici e fra questi c’erano circa 500 giaguari.


L’impatto degli incendi, poi, si aggiunge a quello del bracconaggio che si intensifica di anno in anno: questo felino infatti è entrato a tutti gli effetti (in sostituzione delle tigri sempre più rare) nel mercato illegale di ossa, pelli, cartilagini e altre parti che alimenta la medicine tradizionale asiatica.


I giaguari occupavano un territorio che andava dal sud-ovest degli Stati Uniti a gran parte del Sud America, fino a raggiungere l'estremo nord dell'Argentina. Ora sono scomparsi praticamente dalla metà del loro areale storico. Si stima che in natura la popolazione di giaguaro conti oggi circa 65mila individui, metà dei quali nel solo Brasile. La maggior parte di questi felini vive nella foresta pluviale amazzonica e nel Pantanal, la più grande zona umida tropicale.


Lo ricorda il Wwf in occasione della Giornata Mondiale del Giaguaro che si celebra il 29 novembre. E ne approfitta per raccontare alcune curiosità su questa specie, il cui nome (prima cosa da sapere) è simbolo di “potenza”: la parola giaguaro deriva dall’idioma indigeno 'yaguar', che significa “colui che uccide con un salto”.


Altra curiosità: le dimensioni dei giaguari variano in base alla regione in cui vivono. Il giaguaro è il terzo felino più grande al mondo, dopo la tigre e il leone, ma il più grande nel continente americano. Può crescere fino a 170 centimetri di lunghezza, senza contare la coda che può raggiungere gli 80 centimetri. I maschi possono pesare fino a 120 chili, ma le loro dimensioni variano molto da una regione all'altra: i giaguari dell'America centrale, ad esempio, possono essere circa la metà di quelli del Pantanal. Una mole così importante è necessaria per affrontare grandi prede, come il caimano gigante.


Non scambiateli per leopardi. Un occhio inesperto potrebbe confondersi e scambiare un giaguaro per un leopardo, ma è molto facile notare la differenza nelle loro macchie circolari: i giaguari hanno dei punti neri al centro di alcune delle loro macchie, mentre i leopardi no. I felini delle foreste sudamericane sono più grandi, hanno la testa più robusta e arrotondata e zampe più corte rispetto ai parenti africani e asiatici.


Entrambe le specie possono presentare individui "melanistici”, conosciuti spesso come "pantere nere". Le pantere nere in Amazzonia hanno un potente valore simbolico: gli sciamani, una volta raggiunto lo stato di trance, ritengono di assumere le sembianze di questi animali, ricongiungendosi così al grande spirito della foresta e acquisendo così una maggiore capacità di capire le cose e gli avvenimenti.


Sono degli abili nuotatori. A differenza dei loro “cugini” i gatti domestici, i giaguari non evitano l'acqua, anzi. Vivono spesso vicino a laghi, fiumi e zone umide e sono nuotatori sicuri di sé, noti per saper attraversare grandi corsi d’acqua e per cacciare in acqua caimani e anaconde.


Il ruggito li aiuta ad accoppiarsi. Sia i maschi che le femmine ruggiscono, ed è proprio questo che li aiuta a trovarsi durante il periodo degli accoppiamenti. Il loro richiamo è simile a quello che fa una lama mentre laglia il tronco di un albero.


Mangiano quasi tutto quello che vogliono. I giaguari sono cacciatori opportunisti e possono trasformare in preda quasi tutto quello che incontrano. Capibara, cervi, tartarughe, iguane, armadilli, pesci, uccelli e scimmie sono solo alcuni degli animali che mangiano. Sono anche capaci di affrontare il più grande animale del Sud America, il tapiro, o grandi predatori come il caimano. I giaguari cacciano sia di giorno che di notte, e per farlo sono in grado di percorrere distanze lunghe fino a 10 chilometri.


Il loro morso è letale. I giaguari hanno il morso più potente di qualsiasi altro felino se rapportato al loro peso. I loro denti sono abbastanza forti da poter perforare le spesse pelli di caimani e i gusci delle tartarughe. Hanno bisogno di denti e mascelle potenti per abbattere una preda grande tre o quattro volte il loro peso, perché di solito la uccidono con un morso alla base del cranio. Come gli altri felini, le loro lingue hanno delle protuberanze a punta acuminata, chiamate papille, che usano per raschiare la carne dalle ossa.


I cuccioli crescono in fretta. Durante il periodo di riproduzione, una coppia di giaguari può accoppiarsi fino a 100 volte al giorno, un ritmo estenuante. La gravidanza dura circa 14 settimane, poi la femmina di solito partorisce due cuccioli (anche se ne può avere fino a quattro). I cuccioli appena nati pesano più o meno come una pagnotta di pane, ma crescono davvero in fretta. A due anni d’età i fratelli maschi possono pesare il doppio delle loro sorelle.


Devono affrontare minacce sempre più gravi e crescenti. I tassi di deforestazione sono elevati in Sud America e ora in aumento, sia per la produzione di legname sia per creare nuovi spazi per l'allevamento del bestiame. Questo si traduce in nuove minacce per i giaguari: dalla perdita della loro casa all'isolamento progressivo delle loro popolazioni, con accoppiamenti tra consanguinei che ne impoverisce la varietà genetica. Meno habitat significa anche riduzione delle loro prede naturali e l’inasprirsi del conflitto con l’uomo per un aumento delle predazioni sul bestiame domestico, con conseguente aumento degli atti di bracconaggio. Ma il bracconaggio sul giaguaro ha anche altre cause. Sebbene la domanda di pelli sia diminuita dalla metà degli anni '70, le zampe di giaguaro, i denti e altre parti sono ancora ricercati, soprattutto dalla Cina per la medicina tradizionale e gli ornamenti.


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