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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Alimenti: novità per celiaci, cambiano tetti spesa per prodotti senza glutine

Pubblicato decreto del ministero, limiti più elevati per i minori e coperture più basse per gli adulti


Roma, 29 ago. (AdnKronos Salute) - Cambiano i tetti di spesa per i prodotti senza glutine a carico dello Stato a cui hanno diritto le persone celiache. E' stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del ministero della Salute, 'Limiti massimi di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine'. Nel decreto ci sono nuove fasce di età e differenze per gli uomini e per le donne. In generale, rispetto al precedente decreto del 2006 (che viene superato da questo firmato dal ministro Giulia Grillo), sono previsti limiti di spesa più elevati per i minori e tetti più bassi per gli adulti: prima il rimborso era di 140 euro al mese, mentre oggi si va dai 90 euro per le donne ai 110 euro per gli uomini e i tetti sono ancora più bassi per gli anziani.


Il decreto parte dalla considerazione che "il celiaco deve seguire una dieta varia ed equilibrata con un apporto energetico giornaliero da carboidrati stimabile in almeno il 55%, che deve derivare anche da alimenti naturalmente privi di glutine provenienti da riso, mais, patate e legumi come fonte di carboidrati complessi, per cui la quota da soddisfare con alimenti senza glutine di base (pane, pasta e farina) è stimabile nel 35% dell’apporto energetico totale".


Il decreto prevede l'aggiornamento del Registro nazionale. "Ai fini dell’erogazione a carico del Ssn - riporta l'articolo 2 - sono inclusi nel registro nazionale, istituito presso la Direzione generale per l’igiene, la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute, gli alimenti rientranti nelle seguenti categorie: pane e affini, prodotti da forno salati; pasta e affini; pizza e affini; piatti pronti a base di pasta; preparati e basi pronte per dolci, pane, pasta, pizza e affini; prodotti da forno e altri prodotti dolciari; cereali per la prima colazione". L'aggiornamento del Registro dovrà avvenire entro sei mesi e poi le Regioni dovranno adeguarsi entro tre mesi.


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