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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Chirurghi, 'crisi vocazionale più acuta in Italia, spaventano contenziosi'

La retribuzione, di gran lunga la più bassa d’Europa ed eguale ai nostri colleghi medici che hanno infinite responsabilità e fatiche in meno, è il secondo ostacolo al “sogno chirurgico"


Roma, 5 giu. (Adnkronos Salute) - "La crisi vocazionale" nella specialità chirurgica "che riguarda anche altri Paesi in Europa, in Italia è più acuta per diversi motivi. Il contenzioso legale, civile, penale, amministrativo, rappresenta ormai, per i ragazzi che si affacciano all’idea di diventare chirurghi, e in particolare chirurghi generali, il primo ostacolo alla scelta. Per questo il 13 giugno porteremo le nostre proposte nella Commissione ministeriale per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica istituita dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Ma questo non è l’unico motivo. La retribuzione, di gran lunga la più bassa d’Europa ed eguale ai nostri colleghi medici che hanno infinite responsabilità e fatiche in meno, è il secondo ostacolo al “sogno chirurgico". Lo ha detto il presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi), Marco Scatizzi, durante ‘Acoi Studio’, il format di approfondimento online della società scientifica, pubblicato oggi sui canali social Acoi.


Altro tema affrontato durante Acoi Studio è stato la qualità di molte scuole di specializzazione in Italia: "Qui si apre la voragine di una doppia criticità - afferma Scatizzi - la prima è la non applicazione e i meccanismi che regolano la legge 402/2017, la seconda, ancor più strutturale, riguarda la formazione postlaurea, che potrebbe essere svolta negli ospedali senza che per forza debba essere gestita dall’università".


Acoi su questo tema è granitica: "Dobbiamo agire subito! Come? Partendo da alcune 'side visit', eseguite dagli organi di controllo previsti dalla legge, su richiesta degli specializzandi, che hanno certificato l’inadeguatezza di alcune scuole di chirurgia universitaria - avverte Scatizzi - in particolare delle scuole che non hanno attivato la Rete formativa ospedaliera prevista dalla 402. Stiamo approntando un documento che, formalizzi alcune proposte migliorative nell’interesse della qualità e della regolarità della formazione chirurgica post laurea, e che dia il giusto riconoscimento ai chirurghi ospedalieri che si impegnano in questa attività. Accanto a queste formalizzeremo anche una proposta legislativa - continua - per prevedere la possibilità di acquisire il titolo di specialista con un percorso ospedaliero, verificato, certificato ed accreditato dal Ssn, come per altri versi era già possibile 30 anni fa, con una serie di garanzie adeguate per i chirurghi in formazione e per i pazienti”.


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