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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Coronavirus: Gimbe, 'vaccini sono pochi, rivalutare piano gestione pandemica'


Roma, 23 dic. (Adnkronos Salute) - "Al di là del potenziamento delle misure restrittive per il periodo di Natale due fattori influenzeranno nei prossimi mesi l’evoluzione della pandemia nel nostro Paese: l’avvio della campagna vaccinale e la diffusione della variante Gb recentemente isolata". Considerato "che le risposte a questi interrogativi non arriveranno tutte in tempi brevi, occorre rivalutare complessivamente il piano di gestione pandemica, rafforzando ulteriormente le misure di contenimento dell’epidemia, incluso il tracciamento dei casi positivi alla nuova variante". Lo sostiene Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, illustrando l'ultimo report della Fondazione sulla pandemia in Italia.


"Al momento – spiega Cartabellotta – è possibile solo fare previsioni di massima rispetto al raggiungimento di una copertura vaccinale del 60-70% della popolazione". Vero è che il piano strategico del Ministero della Salute Vaccinazione anti-Sars-CoV-2/Covid-19 riporta oltre 202 milioni di dosi potenzialmente disponibili (pari a 101 milioni di cicli vaccinali completi). Tuttavia, prima che gli accordi preliminari di acquisto si concretizzino in forniture, bisognerà attendere il completamento degli studi clinici in corso, la submission della documentazione completa all’European Medicines Agency (Ema) da parte delle aziende produttrici e la successiva approvazione condizionata, ossia l’autorizzazione in condizioni di emergenza per la valutazione di efficacia e sicurezza. Analizzando lo status di approvazione dei vaccini: le dosi certe sono solo poco più di 10 milioni entro marzo 2021 e 22,8 milioni entro giugno 2021: quelle del vaccino Pfizer-BionTech, approvato dall’Ema il 21 dicembre, e quelle di Moderna che dovrebbe avere il via libera il prossimo 6 gennaio".


"I vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson sono in fase di rolling review (revisione ciclica), ovvero Ema valuta i dati man mano che vengono resi disponibili, ma nessuna delle due aziende ha ancora effettuato la submission dei dati completi per l’approvazione condizionata. CureVac ha annunciato il 14 dicembre l’arruolamento del primo paziente nello studio di fase 3. Sanofi-Gsk ha già comunicato lo slittamento della consegna delle dosi al 2022".


Quanto alla variante britannica, "isolata già ai primi di ottobre, è stata resa ufficialmente nota solo il 14 dicembre. Il 18 dicembre il New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (NERVTAG) – comitato di esperti che supporta il Governo britannico – ha pubblicato un documento dove si afferma che "esistono moderate evidenze di una sostanziale maggior trasmissibilità rispetto ad altre varianti". Tuttavia, come ribadito anche dall’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e dal report governativo Investigation of novel Sars-Cov-2 variant oggi sulla base delle evidenze disponibili non è possibile trarre conclusioni definitive su meccanismi che determinano la probabile maggior trasmissibilità della variante; conseguenze sulla severità della malattia; resistenza alla risposta anticorpale e relativo impatto sulla possibilità di reinfezione e/o sulla riduzione di efficacia dei vaccini - scrive Gimbe - su questo Pfizer-BionTech e Moderna hanno annunciato una valutazione che richiederà circa 2 settimane e, in caso di mancata efficacia dell’attuale vaccino sulla variante UK, prevedono di sintetizzare un nuovo vaccino in 6 settimane".


"Considerato che le risposte a questi interrogativi non arriveranno tutte in tempi brevi – conclude Cartabellotta – occorre rivalutare complessivamente il piano di gestione pandemica, rafforzando ulteriormente le misure di contenimento dell’epidemia, incluso il tracciamento dei casi positivi alla nuova variante".


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