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Martedì, 16 Aprile 2024
Salute

Coronavirus: in Italia 17,8% infezioni da variante inglese, indagine Iss-ministero

In Francia 20-25% e in Germania 30%, 'ma differenze si appiattiranno nel tempo'


Milano, 12 feb. (Adnkronos Salute) - "A livello nazionale la stima di prevalenza della cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 è pari a 17,8%", secondo i risultati preliminari di una 'flash survey' condotta da Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, insieme ai laboratori regionali.


Per l'indagine - informa l'Iss in una nota - è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi a Covid-19 e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 8 febbraio. I campioni analizzati sono stati in totale 852 per 82 laboratori, provenienti da 16 Regioni e Pa, ripartiti in base alla popolazione.


"Il risultato medio è in linea con quello di altre survey condotte in Europa", osserva l'Iss, ricordando che "in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania del 30%". L'Istituto precisa però che "il range di prevalenze sembra suggerire una diversa maturità della sub-epidemia, determinata probabilmente da differenze nella data di introduzione della variante stessa. E' presumibile pertanto che tali differenze vadano ad appiattirsi nel corso del tempo".


L'Iss evidenzia, relativamente alla variante inglese del nuovo coronavirus, "la necessità di monitorarne attentamente la prevalenza". Un bisogno che "deriva dalla sua maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale. Un attento monitoraggio ci consentirebbe, assieme al rafforzamento delle misure di mitigazione, di contenere e arginare gli effetti della nuova variante mentre si prosegue con le vaccinazioni, che restano comunque efficaci anche contro il virus mutato", si ricorda nella nota.


Nei prossimi giorni l'indagine sarà ripetuta per verificare la velocità di diffusione della nuova variante, preannuncia l'Iss. "Il virus muta continuamente - rileva - e sono già state isolate centinaia di varianti, anche se la maggior parte di queste non cambia le caratteristiche del virus".


"La vigilanza deve restare alta però - è il monito - per individuare, come viene già fatto, quelle che potrebbero peggiorare la situazione in termini di trasmissibilità, sintomatologia o sensibilità nei confronti di vaccini e anticorpi, tenendo presente che questi ultimi possono essere comunque modificati per adeguarli alle versioni più pericolose".


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