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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Covid: 90 gli infermieri morti, Ordini 'celebrati da eroi ma tornati nell'ombra' 

Appello Fnopi per Giornata vittime che si celebra domani, 'priorità investire sul capitale umano'


Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Si celebra domani, sabato 18 marzo, la terza Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid: oltre 187mila in Italia, di cui 90 infermieri che "hanno dato la vita sul luogo di lavoro". Li ricorda la Fnopi, Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche, che esprime solidarietà anche "ai numerosi contagiati: oltre 390mila da inizio pandemia, tra infezioni e reinfezioni". La Fnopi invita a non dimenticare: "Durante il Covid, infermieri e operatori sanitari sono stati celebrati da tutti", mentre "oggi troppo spesso tornano a essere in un cono d'ombra. Bisogna disinnescare questo rischio, a partire da nuovi investimenti e dalla revisione dei modelli organizzativi", avverte la presidente della Federazione, Barbara Mangiacavalli. "Ora - è l'appello - la priorità è investire sul capitale umano".


Complessivamente - ricorda la Fnopi in una nota - gli operatori sanitari che hanno contratto il virus sono saliti quasi a 480mila, di cui l'82% infermieri, secondo l'Inail-Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. Spicca anche una situazione grave di burnout che il Covid ha provocato tra chi ha contratto il virus. Secondo una ricerca dell'Università di Bari, ansia e incapacità di fronteggiare lo stress sono aumentate notevolmente. Il 71,4% degli operatori intervistati ha affermato di soffrire di disturbi del sonno, il 33,2% di ansia moderata e il 50,6% di avere una bassa capacità di fronteggiare lo stress, con ovvie conseguenze negative anche sugli assistiti. Per supportare gli infermieri deceduti e le loro famiglie, i colleghi contagiati e con problematiche come il burnout, la Federazione Ordini infermieri ha istituito da aprile 2020 un fondo di solidarietà: #NoiConGliInfermieri ha superato quota 6 milioni di euro, di cui oltre 5 milioni sono già stati assegnati a migliaia di beneficiari.


"Questa Giornata ci ricorda come l'emergenza Covid sia una lezione complessiva e permanente su cui costruire le politiche sanitarie dei prossimi anni", afferma Mangiacavalli. "La sanità deve essere riformata, a partire dal personale - esorta - Un principio che si è mostrato in tutta la sua evidenza nei giorni più drammatici della pandemia. Purtroppo ora il rischio è ci si ritrovi al punto di partenza, senza considerare adeguatamente il capitale umano. Si tratta di una questione sollevata in questi giorni dal ministro della Salute Schillaci e che si pone come lo snodo del futuro". Per la presidente Fnopi, "l'idea deve essere quella di definire una nuova assistenza territoriale e di prossimità, decongestionando gli ospedali. Credo che un cambio di passo da parte di tutti sia il modo migliore per ricordare le vittime del Covid".


Oltre gli effetti diretti della pandemia - prosegue la Fnopi - gli Ordini provinciali si sono fatti carico della gestione di una dialettica ideologica forte all'interno della professione, pagandone lo scotto in termini di ricorsi, denunce, per non parlare di intimidazioni e atti vandalici che, seppur perpetrati da una esigua minoranza di popolazione avversa alla campagna vaccinale, hanno tracciato ferite profonde.


"La pandemia ha evidenziato le difficoltà a garantire l'esigibilità della salute per tutti, così come definita dalla nostra Costituzione - rimarca Mangiacavalli - ma nonostante questo, grazie alle sue donne e ai suoi uomini, il Servizio sanitario nazionale ha continuato a fare la propria parte per garantire il diritto alla salute. Prima di ogni azione, prima di ogni intervento, prima di ogni diagnosi, prima di ogni terapia, prima di ogni atto, i nostri operatori sanitari e sociali tutti hanno lottato per il diritto alla salute. Diritto che - conclude la presidente - deve restare l'unico e solo faro di tutte le scelte di organizzazione e programmazione dell'assistenza, anche nel rispetto dovuto a chi finora ha perso la vita nella pandemia e a chi ha cercato di non lasciare solo mai nessuno".


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