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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Covid, Ue supera Usa per vaccinati con una dose


Bruxelles, 19 lug. (AdnKronos Salute) - Nell'ultimo fine settimana l'Unione Europea "ha superato gli Usa per la percentuale di popolazione che ha ricevuto la prima dose" di vaccino anti-Covid. Lo sottolinea il portavoce per la Salute del gruppo del Ppe nel Parlamento Europeo, Peter Liese (Germania, Cdu), sulla base dei dati di Our World in Data, che si riferiscono alla popolazione totale (non solo agli adulti, come invece fa il Vaccine tracker dell'Ecdc).


Dopo che gli Usa, che sono partiti prima dell'Ue nel procurarsi e sviluppare i vaccini, sono stati avanti rispetto all'Ue per molti mesi, il ritmo del programma di vaccinazione è lento già da un paio di mesi, sottolinea Liese. Ora la campagna vaccinale Usa si scontra con la resistenza di fasce della popolazione a farsi iniettare lo 'scudo' contro la malattia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2. Ieri negli Usa il 55,6% della popolazione aveva ricevuto la prima dose di vaccino (il preparato di Janssen, del gruppo Johnson & Johnson, uno dei tre autorizzati dall'Fda, è monodose, quindi chi ha ricevuto una sola dose è pienamente immunizzato), mentre nell'Ue la quota era del 55,7%.


"Sono molto lieto - commenta l'eurodeputato tedesco, che è medico - che, dopo i mesi difficili dell'inizio dell'anno, la campagna vaccinale nell'Ue abbia preso molto ritmo negli ultimi mesi. Ora è chiaro che non è importante solo la velocità delle vaccinazioni nei primi mesi, ma lo è anche la strategia a lungo termine. Sono convinto che abbiamo ottimi argomenti per spiegare alle persone che esitano a vaccinarsi che i vaccini sono stati adeguatamente testati in Europa. L'autorizzazione condizionata alla commercializzazione prevede più salvaguardie rispetto all'approvazione di emergenza accordata negli Usa e nel Regno Unito" ai preparati contro Covid-19. "Tra l'altro - evidenzia - l'autorizzazione condizionata Ue prevede la responsabilità per i produttori, se commettono errori", cosa che invece non succede per l'autorizzazione d'emergenza (che è la stessa, tra l'altro, utilizzata dall'Ungheria per il vaccino russo Sputnik).


Ora, prosegue Liese, "la sfida più grande è convincere quelli che sono ancora indecisi. L'offerta di essere vaccinati deve raggiungere le persone comodamente nelle occasioni della vita quotidiana e dobbiamo comunicare meglio con le persone che non parlano la lingua principale del Paese in cui vivono".


"In generale - rimarca ancora l'eurodeputato - serve una buona attuazione del certificato Ue Covid", o Green pass. "La Germania - osserva - ha sbagliato a mettere le persone che arrivano dal Portogallo in quarantena anche se sono completamente vaccinate ed è positivo che il governo abbia cambiato posizione, dopo molti interventi e critiche, anche da parte mia".


"Le persone che sono pienamente vaccinate devono avere benefici - dice Liese - perché è giustificato dal punto di vista medico. E' anche importante che i test, che possono essere un'alternativa alla vaccinazione, non siano a carico del contribuente, quando le persone appartengono ad un gruppo che può essere vaccinato. I test dovrebbero rimanere gratuiti per i bambini, perché non c'è un vaccino approvato per loro. Ma per chi ha più di 16 anni - conclude - la decisione di non vaccinarsi non deve essere una ragione perché i contribuenti paghino il test".


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