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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Fase 3: Iss, ok a visite parenti in Rsa e attività di gruppo

L'obiettivo è poter far rivedere in sicurezza parenti e amici agli ospiti delle strutture


Roma, 3 set. (Adnkronos Salute) - Parte una nuova fase per le strutture sociosanitarie e socioassistenziali (Rsa). Oltre alla riapertura delle visite per i parenti dei pazienti, arriva dall'Istituto superiore di sanità (Iss) anche il via libera per la ripresa in sicurezza delle attività di gruppo all'interno delle strutture, finora bloccate per l'emergenza Covid-19. L'obiettivo è poter far rivedere parenti e amici agli anziani ospiti. A delineare le riaperture è l'ultimo aggiornamento del documento dell'Iss 'Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da Sars e socioassistenziali' pubblicato oggi. Si tratta di una nuova versione del precedente documento in cui erano contenute le istruzioni per frenare i contagi in queste comunità nel periodo di alta circolazione del virus e tiene conto invece della situazione epidemiologica attuale.


Il report sottolinea la possibilità di riprendere "in sicurezza le attività a regime delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali nel rispetto del distanziamento fisico" e individua "le regole con le quali garantire nuovamente l’accesso alle strutture tramite i ricoveri finora bloccati e garantire procedure sicure nei reingressi dagli ospedali".


"Il benessere degli anziani e delle persone fragili, di coloro che vivono lontani dai nuclei familiari per motivi di non autosufficienza, è intimamente collegato anche alla loro sfera emotiva - spiega Paolo D’Ancona, ricercatore dell’Iss e coordinatore del gruppo di lavoro multidisciplinare che ha realizzato il rapporto -. La possibilità di poter incontrare i propri cari e di alimentare la loro vita relazionale non è ininfluente sul loro stato di salute e perciò, oggi che la situazione epidemiologica lo permette, dopo gli sforzi fatti per frenare i contagi, è necessario imboccare una strada che riporti gradualmente alla normalità”.


"Si tratta di un documento importante che, proprio in virtù della specificità della popolazione a cui è dedicato, viene aggiornato in relazione al contesto degli scenari epidemiologici - spiega Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità -. Nelle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali sono ospitati, oltre agli anziani, anche soggetti con patologie croniche, affetti da disabilità di varia natura o con altre problematiche di salute, anch’esse da considerarsi fragili e potenzialmente a maggior rischio di evoluzione grave se colpite da Covid-19", ricorda.


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