rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

In Italia potranno beneficiarne fino a 1.400 malati all'anno

Presentati a Congresso Ash risultati su anticorpo-farmaco coniugato polatuzumab vedotin


Milano, 10 nov. (Adnkronos Salute) - Confermato il profilo rischio-beneficio della terapia a durata fissa a base di polatuzumab vedotin in combinazione con bendamustina e rituximab per il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato o refrattario non candidabile a trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Lo comunica Roche, che al 62° meeting annuale dell'American Society of Hematology (Ash), svoltosi in modalità virtuale, ha presentato i risultati a lungo termine dello studio di fase Ib/II GO29365 su polatuzumab vedotin, un anticorpo farmaco-coniugato anti-CD79b, composto capostipite di una nuova classe. I dati illustrati includono quelli relativi a una coorte addizionale di estensione, presentati per la prima volta al summit Ash, che "rafforzano il profilo rischio-beneficio di polatuzumab vedotin in combinazione con bendamustina e rituximab, in termini sia di tasso di risposta completa sia di sopravvivenza libera da progressione" di malattia.


I risultati ottenuti nella fase randomizzata dello studio, che ha coinvolto 80 pazienti - dettaglia in una nota - indicano che le risposte al trattamento sono durature. In particolare, mostrano che con un follow-up di 48,9 mesi i pazienti che hanno completato il trattamento con polatuzumab vedotin in combinazione con bendamustina e rituximab (Br) hanno ottenuto un tasso di risposta completa (Cr) del 42,5%, rispetto al 17,5% registrato tra i pazienti trattati con Br. Lo studio non ha riportato tossicità di rilievo. I dati della coorte randomizzata mostrano anche un beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione (Pfs) mediana che, all'attuale follow-up, è di 9,2 mesi con polatuzumab vedotin in combinazione con Br, rispetto a 3,7 mesi con Br. La sopravvivenza globale (Os) mediana è risultata di 12,4 mesi per la combinazione polatuzumab vedotin-Br e di 4,7 mesi per i pazienti trattati con Br.


Risultati positivi anche dalla coorte di estensione a singolo braccio composta da ulteriori 106 pazienti, i quali hanno mostrato un tasso di Cr del 38,7% con polatuzumab vedotin in combinazione con Br, una Pfs mediana di 6,6 mesi e una Os mediana di 12,5 mesi.


Sulla base dello studio GO29365 - ricorda Roche - a gennaio 2020 la Commissione europea ha approvato in via condizionata l'immissione sul mercato di polatuzumab vedotin in combinazione con Br per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (Dlbcl) recidivato o refrattario non candidabili a trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Attualmente la terapia è stata approvata in più di 40 Paesi tra cui Usa e Ue, Italia inclusa. Nel 2021 saranno disponibili i risultati dello studio di fase III Polarix che valuta l'efficacia della terapia con polatuzumab vedotin in combinazione a immunochemioterapia nei pazienti con Dlbcl in prima linea.


"In Italia nel 2020 sono circa 13.200 le nuove diagnosi di linfoma non-Hodgkin (Nhl), e di queste in media il 25-35% sono pazienti con linfomi diffusi a grandi cellule B, la forma più frequente di Nhl - afferma Annarita Conconi, responsabile Ssd Ematologia Ospedale degli Infermi di Biella - Sono stati fatti molti progressi nella ricerca, ma è necessario continuare a sviluppare nuove strategie terapeutiche che possano migliorare i risultati in termini di sopravvivenza e di qualità di vita di questi pazienti, per i quali persistono ancora significativi unmet need", bisogni clinici insoddisfatti.


"Gli studi riguardanti la combinazione di polatuzumab vedotin con bendamustina e rituximab - commenta la specialista - dimostrano che questo trattamento può avere un impatto positivo sulla sopravvivenza delle persone affette da linfoma diffuso a grandi cellule B, recidivato o refrattario, non candidabili a trapianto, che ad oggi non hanno purtroppo a disposizione opzioni terapeutiche efficaci. Il trattamento è già stato approvato in Europa e in Italia, dove a beneficiarne potranno essere dai 1.300 ai 1.400 pazienti all'anno. Ci auguriamo che entro il 2021 questa opportunità terapeutica possa essere accessibile ai nostri pazienti nella pratica clinica quotidiana".


Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

In Italia potranno beneficiarne fino a 1.400 malati all'anno

Today è in caricamento