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Giovedì, 23 Marzo 2023
Salute

Marzollo (Fmsi): ‘In arresto cardiaco, fondamentale rianimazione cardiopolmonare’

‘Il PSS-D prepara le persone a intervenire in modo corretto, come nel caso di Eriksen’


(Adnkronos) - ?Le manovre di rianimazione cardiopolmonare sono fondamentali per il primo soccorso nel caso di arresto cardiocircolatorio. Bisogna preparare le persone a intervenire in maniera corretta. L?obiettivo del progetto di Primo soccorso sportivo defibrillato (PSS-D) della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) è formare i cosiddetti operatori sportivi a intervenire nella maniera migliore?, afferma Paolo Marzollo, Coordinatore Corsi di PSS-D dell?FMSI. ?Come insistono anche le linee guida internazionali ? continua - è fondamentale che le persone sappiano eseguire perfettamente la rianimazione cardiopolmonare, nella quale il defibrillatore riveste un ruolo importante, ma non essenziale. Ormai è noto che il solo uso del defibrillatore è quasi inutile, mentre invece le manovre di rianimazione cardiopolmonare devono essere utilizzate sempre?.


A tale proposito, ?tutti gli sportivi hanno ancora negli occhi l?episodio di Eriksen durante i Campionati europei di calcio dello scorso anno ? ricorda Marzollo. Abbiamo visto il giocatore mentre correva dietro al pallone accasciarsi a terra e rimanere immobile. L?iniziale intervento dei medici della squadra e dei suoi compagni è stato piuttosto empirico. Ma quando, dopo meno di un minuto, è intervenuta l?equipe di rianimazione del campo, la catena di sopravvivenza ha funzionato egregiamente: hanno infatti avviato le manovre di rianimazione cardiopolmonare, ovvero il massaggio cardiaco esterno e, infine, hanno applicato il defibrillatore. Dopo poco, il giocatore è stato portato fuori dal campo in barella, ma si era ripreso. Abbiamo poi visto, più tardi, come si è risolta la cosa?. Eriksen, infatti, ha partecipato ai mondiali di quest?anno con la sua nazionale.


?L?episodio Eriksen ? ricorda lo specialista - ricorda che anche nello sport l?arresto cardiocircolatorio è presente. Uno studio eseguito in regione Lombardia ha rivelato, in 4 anni, ben 113 arresti cardiocircolatori in una popolazione che andava dai giovanissimi agli anziani: età media 50 anni. La sopravvivenza in questi 113 casi è stata dell?88% e una 70ina di queste persone sono state rianimate dai presenti. Questo è un segno che c?è già una presenza sul posto? per intervenire nella crisi cardiaca.


Questi risultati si devono all?introduzione del ?D.M. 2011 - dopo l?infausto episodio di Morosini - poi ribadito nel 2013 con il famoso Decreto Balduzzi, che all?articolo 5 ? aggiunge Marzollo - indica che è necessario che gli impianti sportivi, come altri ambienti, siano dotati di un defibrillatore semiautomatico, puntualizzando inoltre che il Coni, nella sua autonomia, adotta il protocollo di PSS-D della FMSI. Inoltre, gli sportivi sono più tutelati perché, prima di poter praticare attività fisica, sono regolarmente sottoposti alle visite medico-sportive per la certificazione dell?idoneità mentre nella società civile i controlli si fanno in maniera casuale o solo perché se presentano sintomi?.


Il numero di arresti cardiocircolatori nell?ambito dello sport ?è peraltro limitato rispetto a quello che interessa la società civile. Non è però così per gli episodi traumatici che sono invece molto frequenti, dovuti - soprattutto negli ultimi tempi - anche alla preparazione degli atleti ? sottolinea Marzollo ? in cui gli allenamenti portano a un maggiore aumento della muscolatura. Uno scontro tra due giocatori, di corsa, può avere un impatto simile a quello di uno scontro a 50 chilometri all?ora con tutte le conseguenze. La Federazione Medico Sportiva nel preparare le lezioni di PSS-D ha inserito fin dai primi capitoli un Modello Organizzativo per la Gestione delle Emergenze Sanitarie nello Sport (MOGESS) anche per i traumi maggiori: cranici, spinali, toracici e addominali?.


Il trauma cranico continuo ?può provocare danni irreversibili al cervello - ricorda lo specialista - che possono portare al Parkinson, come nel caso di Cassius Clay, o demenza, come per Bobby Charlton e altri giocatori dell?epoca?. Un?altra emergenza è il trauma del rachide spinale che, ?se non trattato correttamente e immediatamente, può portare a danni neurologici gravissimi, fino alla paralisi completa. Uno studio statunitense ha indicato che il 25% dei danni neurologici è causato soprattutto da interventi sanitari non corretti. Il PSS-D della FMSI ? conclude Marzollo - ha anche come compito quello di illustrare, insegnare e mettere a frutto tutti questi studi per poter trattare i traumi gravi in maniera corretta?.


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