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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Medicina: ortopedici, 'boom' rotture legamenti crociati tra calciatori

Chiellini e Pavoletti i casi in Serie A, infortuni anche a livello amatoriale e tra i semiprofessionisti


Roma, 12 set. (AdnKronos Salute) - E' 'boom' di rotture dei legamenti crociati tra i calciatori. Sabato e domenica torna la Serie A dopo la pausa per la Nazionale e non ci saranno sicuramente Giorgio Chiellini e Leonardo Pavoletti, entrambi 'out' per un grave infortunio ai legamenti crociati delle ginocchia.


"Il numero di queste lesioni tra i calciatori è in aumento proprio per l’elevato numero di quanti praticano questo sport. Gli infortuni si registrano infatti a livello amatoriale, tra i semi professionisti e tra i professionisti - afferma Francesco Falez, presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) - Proprio a causa della natura di questo sport, che comporta salti, torsioni e cambi di direzione improvvisi, oltre a un forte impatto fisico, le lesioni del legamento crociato anteriore sono un incidente comune sui campi di calcio di tutto il mondo".


Un aspetto da non trascurare è quello della superficie dei terreni di gioco. "Se non in buone condizioni - prosegue la Siot - i campi in sintetico possono rappresentare un maggior rischio per i legamenti dei giocatori, aumentando teoricamente il rischio di lesioni rispetto all'erba naturale". Secondo alcune statistiche, le distorsioni e le rotture del legamento crociato anteriore colpiscono ogni anno circa 150 mila persone, per la maggior parte atleti.


"Si tratta di un tasso di incidenza tra gli infortuni sportivi particolarmente elevato. Fortunatamente - precisano gli ortopedici - la maggior parte può essere efficacemente trattata grazie a tecniche chirurgiche ormai collaudate, a un percorso riabilitativo corretto e si può tentare di ridurne il rischio con un adeguato programma di prevenzione".


"Oggi - spiega Falez - grazie ai moderni trattamenti chirurgici, con tecniche spesso personalizzate a seconda dell’età, del tipo di sport praticato e del livello dell’atleta colpito da tale lesione, e grazie a un valido programma riabilitativo dopo l’intervento chirurgico, tutti possono tornare tranquillamente a praticare attività sportiva dopo un periodo di 6 mesi di recupero".


Per evitare inutili rischi e arrivare preparati all’evento sportivo, secondo la Siot è dunque fondamentale "fare anche prevenzione". Gli ortopedici si soffermano così sulle misure da prendere e sulle varie modalità di esercizio come attuare un allenamento mirato per la forza muscolare


"Eseguire un programma di allenamento mirato al potenziamento muscolare degli arti inferiori - si suggerisce - Migliorare la cosiddetta propriocezione degli arti (con esercizi mirati e consigliati da preparatori atletici o fisioterapisti) riduce il rischio di infortuni soprattutto con il gesto atletico tipico del calcio (cambi di direzione, contrasti, salti). Non ultimo un buon programma di allungamento muscolare (stretching) è necessario per completare un corretto programma di preparazione atletica mirata anche alla prevenzione".


"Fondamentale individuare potenziali carenze muscolari e tendinee (valutazione con il medico dello sport) e personalizzare, in questo caso, il programma di prevenzione", concludono gli ortopedici.


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