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Giovedì, 28 Marzo 2024
Salute

Oncologo Zambelli: Breast Unit centrali per curare donne con cancro seno

Su Alleati per la Salute l’intervento del Capo sezione senologia oncologica dell’Humanitas


Roma, 30 mag. (Adnkronos Salute) - I centri multidisciplinari di senologia – Breast Unit – rappresentano il fiore all’occhiello nella cura e assistenza di chi affronta un timore al seno: non è necessariamente una struttura fisica, ma piuttosto è un’unità sanitaria funzionale multidisciplinare dove si realizza l’intero percorso di cura del tumore al seno. La Breast Unit è dotata di protocolli condivisi, a partire dalla tempestiva diagnosi iniziale, agli approfondimenti diagnostici avanzati (indagini strumentali di secondo livello, indagini molecolari), al trattamento chirurgico, radioterapico e medico della malattia, alla riabilitazione post-operatoria, fisica e psicologica, ai controlli nel breve e lungo periodo (follow-up), compresa la gestione del rischio ereditario. Così Alberto Zambelli, professore associato di Oncologia medica all'Humanitas University e capo sezione della Senologia oncologica del Centro oncologico Humanitas Irccs di Rozzano, in un editoriale pubblicato su Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it ), il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.


In Italia – ricorda Zambelli - il 18 dicembre 2014 è stata siglata l’intesa Stato-Regioni che ha stabilito l’istituzione delle Breast Unit, definendone i requisiti essenziali. Secondo l’intesa, e in accordo con le raccomandazioni emanate dal Palamento europeo, ogni Regione è chiamata a identificare e realizzare una BU ogni 250.000 abitanti: ogni centro deve trattare almeno 150 nuovi casi ogni anno e deve disporre di un core-team di almeno 6 professionisti dedicati alla patologia, tra cui: radiologo, chirurgo, patologo, oncologo, radioterapista, data manager. In realtà, ogni volta che è possibile anche altri professionisti sono incoraggiati ad essere parte delle BU, perché coinvolti nella gestione della patologia e in particolare: ginecologo, genetista, psicologo, chirurgo plastico, fisiatra, geriatra, endocrinologo, biologo molecolare, infermiera di ricerca, il case-manager.


Il lavoro di questa equipe multidisciplinare è l’elemento di forza che qualifica l’attività della BU e ne determina i risultati di cura. Infatti, è dimostrato che, nelle strutture ad alto volume e dove l’attività di diagnosi/cura è centrata nelle Breast Unit, la sopravvivenza migliora significativamente e una persona affetta da carcinoma mammario e trattata nel contesto della Breast Unit ha maggiori opportunità di guarigione rispetto a chi non accede alla BU (sopravvivenza a 5 anni rispettivamente del 83,9% e del 74,9%, secondo dati di letteratura medica). Questo vantaggio è correlato al fatto che la cura del tumore mammario non è esclusivamente legata all’atto chirurgico per sé o alla somministrazione di un farmaco specifico, quanto piuttosto a un’attenzione globale alla paziente, dove le conoscenze e gli aggiornamenti scientifici sono davvero trasferiti in clinica e dove i diversi esperti si confrontano per assicurare le migliori pratiche di diagnosi, corretta gestione terapeutica e sorveglianza specialistica. Queste cose insieme determinano il successo terapeutico che si osserva nelle BU rispetto alle gestioni estemporanee. Inoltre, il lavoro efficiente di un gruppo multidisciplinare produce appropriatezza, coerenza e continuità dei percorsi diagnostico-terapeutici, derivando un miglioramento dell’utilizzo delle risorse, con riduzione delle disparità, e sostenibilità dei processi di diagnosi e cura.


La sola certificazione di valore è quella rilasciata dalla European society of breast cancer specialist (Eusoma) che ne garantisce, attraverso valutatori terzi, l’aderenza alle linee guida stabilite dall’European society of breast cancer specialist.


Ciascuna BU, come individuata dalla Regione, assicura che ogni paziente con sospetta o acclarata diagnosi di tumore al seno ottenga il percorso di diagnosi/cura nell’ambito delle proprie attività. È quindi importante conoscere se il centro ospedaliero cui ci si riferisce è un centro per cui la Regione ha qualificato l’esistenza di una BU. Nel caso è anche possibile conoscere se la BU di riferimento possieda o meno la certificazione Eusoma. Conoscere quali sono le BU nella propria regione non è difficile ed è possibile attraverso le informazioni rese dai servizi sanitari regionali (sito sanità regione) oppure attraverso le associazioni dei pazienti (Europa Donna) che promuovono la diagnosi e cura del tumore al seno.


L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/salute-20/centralita-delle-breast-unit-nella-cura-delle-donne-con-tumore-della-mammella


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