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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Pediatria: Msf, aumentano tentativi suicidio tra bimbi bloccati a Lesbo

La ong chiede l'evacuazione urgente delle persone vulnerabili verso altri Stati membri Ue


Roma, 19 set. (AdnKronos Salute) - Un'emergenza senza precedenti, sia per la salute fisica che psicologica degli uomini, delle donne e soprattutto dei bambini bloccati nel campo di Moria, sull'Isola di Lesbo, in Grecia. E' quella a cui sta assistendo Medici senza frontiere, che in un comunicato chiede un'evacuazione di emergenza per tutte le persone vulnerabili, in particolare i minori, verso una sistemazione sicura sulla terraferma, in Grecia o all'interno dell'Unione europea.


La politica di contenimento dei richiedenti asilo sulle isole greche ha bloccato indefinitamente oltre 9.000 persone - spiega Msf - un terzo delle quali bambini, nel campo di Moria, pensato per accoglierne non più di 3.100. Ogni settimana le équipe della ong assistono adolescenti che hanno tentato di suicidarsi o si sono inferti ferite, e rispondono a numerosi casi critici dovuti a violenze, autolesionismo infantile e mancanza di accesso a cure mediche urgenti, evidenziando significative lacune nella protezione dei bambini e delle altre persone vulnerabili. "Dopo tanti anni di professione medica, posso dire di non aver mai assistito un numero così grande di persone bisognose di assistenza psicologica come a Lesbo - racconta Alessandro Barberio, psichiatra di Msf a Lesbo - La stragrande maggioranza dei pazienti presenta sintomi di psicosi, ha pensieri suicidi o ha già tentato di togliersi la vita. Molti non sono in grado di svolgere nemmeno le più basilari attività quotidiane, come dormire, mangiare o comunicare".


Da febbraio a giugno di quest'anno - riferisce ancora l'organizzazione umanitaria - durante le terapie di gruppo rivolte ai bambini tra i 6 e i 18 anni, le équipe di Msf hanno osservato che quasi un quarto (18 su 74) ha avuto episodi di autolesionismo, ha tentato il suicidio o ha pensato di togliersi la vita. Altri soffrono di mutismo selettivo, attacchi di panico, ansia, scatti d'ira e incubi costanti.


"Questi bambini arrivano da Paesi in guerra, dove hanno vissuto violenze e traumi estremi - afferma Declan Barry, coordinatore medico di Msf in Grecia - Invece di ricevere cure e protezione in Europa, vivono nella paura, nell'angoscia e sono vittime di episodi di violenza, compresa quella sessuale. Oltre ad essere pericoloso, l'ambiente in cui vivono è caratterizzato da scarse condizioni igieniche, motivo per cui vediamo molti casi di diarrea e infezioni cutanee ricorrenti nei bambini di tutte le età. Con questo livello di sovraffollamento, il rischio di epidemie è molto alto".


Solo nelle prime 2 settimane di settembre, più di 1.500 persone sono arrivate a Lesbo e, senza più spazio disponibile, dormono senza alcun riparo, senza cibo sufficiente e con un accesso estremamente limitato alle cure mediche. Msf ha curato molti bambini che secondo i medici ospedalieri avrebbero bisogno di cure ad Atene, ma per la mancanza di alloggi sulla terraferma non possono ricevere l'assistenza necessaria e sono quindi costretti a vivere in un ambiente che peggiora ulteriormente le loro condizioni fisiche e psicologiche.


"Sono 3 anni che Msf chiede alle autorità greche e all'Unione europea di assumersi la responsabilità dei loro fallimenti e di attuare soluzioni sostenibili per mettere fine a questa situazione catastrofica", sottolinea Louise Roland-Gosselin, capo missione di Msf in Grecia. "E' tempo di evacuare immediatamente le persone più vulnerabili in sistemazioni sicure in altri Paesi europei - esorta - e fermare questo ciclo infinito di decongestionamenti di emergenza, oltre alle orrende condizioni di vita nel campo di Moria. E' tempo di mettere fine all'accordo Ue-Turchia".


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