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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Pediatria: neuropsichiatri infanzia, 'proteggere figlio dell'omicida di Senago'

Costantino (Sinpia), 'capire modo migliore per gestire situazione', 'silenzio stampa sul bambino e chi gli sta vicino'


Roma, 6 giu. (Adnkronos Salute) - "Adesso è molto importante proteggere il figlio di Alessandro Impagnatiello: proteggerlo dal trauma di fare i conti con quello che è successo, dalle notizie dei media, e soprattutto trovare il modo migliore per parlargliene e aiutarlo a elaborare l'accaduto, ovvero un gesto che compiuto da un genitore è pressoché inimmaginabile per un bambino di quella età". Lo afferma Antonella Costantino, past president della Società italiana di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (Sinpia) che, parlando all'Adnkronos Salute dell'omicidio di Senago, lancia anche un accorato appello ai media a tutelare il bambino, ancora in età scolare: "lasciate in pace lui, la sua mamma e le persone che gli sono vicine, per nessun motivo chiedete di loro e tanto meno cercate di intervistarli. Cali il silenzio stampa".


Quanto al piccolo, "il primo aspetto è capire come gestire l'impatto di questo evento", spiega l'esperta, che è direttore della Struttura complessa di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza del Policlinico Milano. "Un passaggio che implica tante variabili diverse, perché nessuno di noi sa com'era la relazione tra questo bambino e il padre, se era buona, positiva, anche se si vedevano poco, se era una figura presente nella vita del piccolo e nei suoi affetti oppure meno. La gestione nel primo caso è molto più complessa che nel secondo, ma ciò non significa che - spiega Costantino - se la relazione non era buona si possa far sparire il padre dalla sua vita: con tutti i suoi limiti e nonostante le cose orrende che ha fatto resta suo padre".


"Quindi - rimarca - il piccolo avrà bisogno di fare i conti con tutto ciò e parlarne, supportato dalla mamma, da tutte le persone che gli vogliono bene e da un esperto che sappia consigliare famigliari e persone a lui vicine sui passi da fare, sulle risposte da dare e su come modulare le informazioni. Far finta che questa persona sia sparita, non parlargliene o la classica bugia 'papà è partito per un viaggio' sarebbe più tossico per la sua salute mentale e il suo sviluppo".


Insomma - ammonisce la neuropsichiatra infantile - "non bisogna correre il rischio che i compagni di scuola o di giochi o le persone che gli stanno intorno possano dargli addosso per colpe che non sono sue, ma al tempo stesso non aiuta far finta che non sia successo niente. Come sempre sarà importante supportarlo e accompagnarlo perché una vicenda come questa ti rimane sulla pelle come tutti gli eventi drammatici".


"Ma questa è la sua storia con la quale dovrà fare i conti - continua l'esperta - e per farlo dovrà essere costantemente sostenuto nella sua rabbia, nel suo dolore, nel suo dispiacere, nel suo rifiutare il padre o continuare a volergli bene perché è sempre suo padre. Per gli adulti e chi dovrà aiutarlo - ammette Costantino - sarà un compito non facile, in quanto eventi così terribili muovono anche dentro di noi reazioni molto importanti. Ma il bambino ha assoluto bisogno di avere un cassa di risonanza di tutte le sue emozioni negli adulti importanti che gli sono a fianco. Di tutte le emozioni e non solo alcune, altrimenti si troverebbe da solo con le altre", conclude.


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