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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Più acciacchi con Covid, automedicazione per il 65% degli italiani


Roma, 19 lug. (Adnkronos Salute) - Nell'ultimo anno sono oltre 46 milioni gli italiani hanno sofferto di almeno un piccolo disturbo, con alcuni malanni che hanno visto un forte aumento in questi mesi di pandemia: il 60,3% ha sofferto di mal di schiena (+20,1% rispetto al 2017), il 49% di mal di testa (+23,1%), il 35,2% di mal di stomaco, reflusso gastro-esofageo, problemi digestivi (+19,5%). Nell'anno dell'emergenza sanitaria dovuta a Covid-19 il ricorso ai medicinali di automedicazione è stato fondamentale, tanto che il 65,4% degli italiani si è autogestito, ricorrendo a farmaci senza obbligo di ricetta che già conosceva. E' quanto emerge da uno studio Censis al centro del confronto, questa mattina, durante un evento istituzionale di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), parte di Federchimica, organizzato con Fortune Italia, intitolato 'La sanità che vorrei: il valore dell'automedicazione responsabile'.


Il ricorso a farmaci di automedicazione ha riguardato - secondo l'indagine Censis - maggiormente i giovani (77,8%), i laureati (72,8%) e gli occupati (71,6%). Per il 76,1% di questi l'automedicazione si è rivelata decisiva o importante per guarire e svolgere le attività a cui si avrebbe dovuto rinunciare. Lo studio Censis - riporta una nota - evidenzia come l'approccio all'automedicazione sia responsabile: fatta 100 la quota di italiani che si sono autogestiti, il 77,4% si è rivolto anche al medico o al farmacista.


L'incontro è stato l'occasione per discutere con rappresentanti istituzionali, associazioni di medici, farmacisti e cittadini di quali potranno essere le principali trasformazioni del Servizio sanitario nazionale e quale ruolo potrà avere il comparto dell'automedicazione. "Da oltre 50 anni Assosalute promuove progetti per valorizzare l'automedicazione responsabile e l'empowerment del cittadino, con l'obiettivo di contribuire alla crescita della cultura sanitaria del nostro Paese e alla sostenibilità del nostro Ssn", afferma Salvatore Butti, presidente di Assosalute-Federchimica.


"La pandemia - sottolinea ancora Butti - ha accelerato alcuni processi e messo sotto gli occhi di tutti, cittadini, professionisti del settore e Istituzioni, la necessità di far fronte alla domanda di salute crescente, che non sempre riesce a essere corrisposta dalle risorse non illimitate del nostro sistema sanitario".


"Lo studio - commenta Francesco Maietta, responsabile area Politiche sociali del Censis - evidenzia un ricorso diffuso all'automedicazione, un trend che non solo si conferma nel tempo, ma che addirittura si è rafforzato proprio durante la pandemia. I dati certificano come l'automedicazione faccia parte dell'evoluzione culturale e sanitaria degli italiani e quanto giochi un ruolo strategico perché, se praticata in modo responsabile, permette di liberare risorse che possono essere investite per la cura di altre patologie e per sostenere l'innovazione. I risultati dimostrano come cittadini consapevoli possono curarsi in modo efficace e riprendere prima le attività. Un dato - conclude - che evidenzia il contributo dell'automedicazione anche in termini di riduzione delle assenze dal lavoro e taglio di costi sanitari, economici e sociali".


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