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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Salute: Oms, europei fra i più soddisfatti al mondo, resta disomogeneità


Roma, 14 set. (AdnKronos Salute) - Un Vecchio Continente soddisfatto per la propria salute, anche se non in modo uniforme. La percezione che i cittadini europei hanno della loro salute, del loro benessere e della soddisfazione rispetto alle proprie condizioni di vita è al di sopra di quella in molte altre aree del mondo. E i dati mostrano che in media gli europei vivono un anno di più rispetto a 5 anni fa. Nei 53 Paesi della regione europea dell'Oms - su una scala da zero (affatto soddisfatto) a 10i (decisamente soddisfatto) - si è registrato un punteggio di 6. Sussistono però notevoli discrepanze tra Paesi: alcuni si attestano a 5 o anche meno, altri presentano una media tra le più alte al mondo (7.6). E' quanto emerge dal'ultima edizione dell'European Health Report (Relazione sullo stato di salute in Europa), anticipato oggi a Roma.


Il rapporto verrà presentato nel corso della 68.esima riunione del Comitato regionale dell’Oms Europa, a Roma dal 17 al 20 settembre con la partecipazione di oltre 400 alti funzionari in rappresentanza dei 53 Paesi della regione europea dell’Oms. L’evento traccerà un bilancio di quanto è stato raggiunto dei termini indicati nel quadro 'Salute 2020' e di quali priorità vadano delineate, politicamente, per promuovere la salute e per mantenersi in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. "L'European Health Report ci mostra che la maggior parte dei Paesi in Europa ha mosso passi importanti per allinearsi ai criteri di Salute 2020, muovendosi dunque nella direzione degli obiettivi di sviluppo sostenibile legati alla salute", afferma Zsuzsanna Jakab, a capo dell'Oms Europa.


"Il miglioramento è notevole ma non omogeneo, sia tra Paesi che all’interno degli stessi. E’ imperativo che si collabori tutti per riuscire a mantenere l’impegno espresso nel 2015 attraverso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile per garantire che la salute sia di tutti", aggiunge. I dati più recenti dimostrano anche che in media i cittadini europei vivono un anno in più rispetto a cinque anni fa. Però, permane un divario di oltre 10 anni tra i valori più alti e quelli più bassi in quanto ad aspettativa di vita tra i Paesi della regione europea dell’Oms. Il numero di morti per tutte le cause e per tutte le età è diminuito del 25% dal 2000.


Complessivamente, la regione europea sta superando l’obiettivo dell’1,5% di riduzione annuale delle morti premature causate da malattie cardiovascolari, cancro, diabete mellito e patologie respiratorie croniche fino al 2020. I dati più recenti dimostrano una riduzione pari al 2% all’anno, in media. Tuttavia, avvertono gli esperti, sussiste il rischio concreto che tali margini guadagnati vadano vanificati se proseguirà l’andamento al rialzo in termini di percentuali di obesità, fumo e consumo di tabacco, oltre al calo della copertura vaccinale.


In particolare, desta preoccupazione il dato relativo ai maschi europei: vivono sì più a lungo e più in salute, ma l’attesa di vita alla nascita varia da 64 ad 81 anni tra i diversi Paesi europei. Un uomo che vive nella parte Est della regione ha cinque volte più probabilità di morire prima dei 45 anni rispetto ad uno che si trova nella parte Ovest. Il Comitato nel suo incontro esaminerà nuove politiche che tengano in considerazione le specifiche necessità della salute maschile, con attenzione proprio alle disuguaglianze che si registrano tra Paesi e all’interno degli stessi.


C'è poi la questione malattie infettive e vaccini: l'attuale focolaio di morbillo - che ha fatto registrare 41.000 casi e 37 morti in tutta la Regione nel primo semestre di quest’anno - è "un grave promemoria della necessità di mettere in atto immediate e ampie misure specifiche in ogni Paese che blocchino ulteriori epidemie di malattie altrimenti prevenibili, con l’intento finale di eliminare del tutto il morbillo, come sancito dal Piano di azione europeo sui vaccini", affermano dall'Oms. Anche le malattie trasmesse da zanzare e zecche si stanno rivelando "considerevoli minacce" alla salute pubblica in Europa: in particolare, le infezioni da virus West Nile stanno aumentando marcatamente nell’Europa meridionale e centrale. Nell'incontro al via la prossima settimana si valuteranno le misure messe in atto contro questi fenomeni.


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