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Martedì, 16 Aprile 2024
Salute

Sanità: report Fiaso, 11% italiani l'anno ricorrono al 118

Ricerca Fiaso su 12 Regioni e 18 azienda sanitarie


Roma, 28 giu. (AdnKronos Salute) - I servizi di emergenza 118 "servono tempestivamente ed efficacemente ogni anno oltre l’11% della popolazione. Un sistema complesso e articolato che in media, nell’arco di un anno, dedica un mezzo di soccorso a ciascun residente per 35 minuti. Minuti che diventano 10 se ci si riferisce ai soli mezzi avanzati, cioè con la presenza di almeno un sanitario a bordo". E' il quadro che emerge dal report del secondo laboratorio Fiaso (la Federazione di Asl e ospedali), che illustra la complessità dei servizi di emergenza territoriale.


La ricerca si è concentrata sui modelli organizzativi delle centrali operative 118, del trasporto sanitario su gomma e dell’elisoccorso e ha riguardato, in tutto o in parte, 12 Regioni e 18 aziende sanitarie, che nel 2015 hanno garantito oltre 2 milioni di missioni di soccorso. "La seconda fase del Laboratorio sui servizi di emergenza territoriale rivela lo sforzo compiuto dalle organizzazioni per garantire efficacia ed efficienza del servizio, al di là delle significative differenze frutto di autonome scelte di programmazione regionale - ha affermato il presidente della Fiaso, Francesco Ripa di Meana - Ma per formulare un giudizio compiuto sui singoli sistemi di soccorso - prosegue - occorre ora iniziare a ragionare in termini di esiti, sviluppando una serie di indicatori come quelli che da tempo Agenas ha utilizzato con il Pne per il monitoraggio di tutta la rete ospedaliera nazionale".


"Una prassi che bisognerebbe ora estendere anche al sistema di emergenza-urgenza pre-ospedaliera, in modo da consentire una valutazione oggettiva dei differenti modelli. Sosterremo un benchmark regolare dei servizi 118 - conclude - per migliorare l’offerta in un campo così significativo del nostro sistema sanitario".


Sul tema delle risorse si sofferma invece Maria Paola Corradi, vice presidente Fiaso e direttore generale dell’Ares 118, "la ricerca ha evidenziato problematicità significative nel rilevare in modo omogeneo il costo di funzionamento dei differenti sistemi che, come nel caso delle centrali operative, in alcune realtà sono a carico delle Regioni. Ma a parità di esiti le performance di costo e di efficienza possono assumere un rilievo importante, favorendo una distribuzione delle risorse che garantisca al contempo parità e omogeneità di accesso in base ai bisogni del territorio".


La ricerca ha analizzato l’evoluzione del servizio di elisoccorso, particolarmente efficace quando è richiesta un’azione rapida in condizioni poco agevoli se non ostili. "La rete del servizio di elisoccorso si presenta comunque ancora a macchia di leopardo ed è organizzata dentro i confini regionali. Come dimostra la rilevazione dello studio Fiaso, che ha cerchiato la porzione di territorio che può essere raggiunta nell’arco di 20 minuti, si rilevano zone scoperte del Paese a fronte di aree a sovrapposizione potenziale di due o più servizi di elisoccorso gestiti da enti distinti", sottolinea il report.


Per Maria Paola Corradi "l'attuale modello di servizio dell’elisoccorso da un lato crea potenziali sovrapposizioni, dall’altro lascia scoperte intere aree del Paese. Una proposta per superare le contraddizioni di un modello organizzativo prevalentemente orientato alla gestione intraregionale potrebbe risiedere nella sua riformulazione in un’ottica inter-regionale, consentendo di svolgere gli interventi di elisoccorso inviando il mezzo più vicino, al di là dei confini amministrativi".


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