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Giovedì, 18 Aprile 2024
Salute

Sanità: Tdm, troppe disuguaglianze, confronto su 'autonomia differenziata'


Roma, 18 ott. (AdnKronos Salute) - Su tempi di attesa, gestione delle cronicità, accesso ai farmaci innovativi, coperture vaccinali e screening oncologici si registrano disuguaglianze sempre più nette fra le varie aree del Paese. E non sempre al Nord va meglio che al Sud. Ad esempio, se le regioni meridionali arrancano sull'adesione agli screening oncologici, sulle coperture vaccinali sono soprattutto quelle del Centro-Sud ad aver raggiunto la soglia del 95%. Se al Nord si investe di più e meglio per l'ammodernamento delle strutture e dei macchinari, sulle liste di attesa si registrano picchi negativi anche nelle aree settentrionali; ad esempio, per un intervento di protesi d'anca si attende di più in Veneto che in Calabria e per una coronarografia più in Piemonte che in Abruzzo. Lo segnala il VI Rapporto dell'Osservatorio civico sul federalismo in sanità, presentato oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.


Qualche esempio dal report: si segnala che passano da 5 a 2 le Regioni che il ministero della Salute valuta inadempienti rispetto all'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. Restano indietro la Calabria, che perde 3 punti rispetto all'anno precedente, e la Campania che si attesta sul punteggio più basso. E' il Veneto la Regione con il punteggio Lea più elevato, pari a 209. Tra la prima e l'ultima Regione ci sono 85 punti di scarto.


La spesa sanitaria pubblica pro capite varia da un minimo di 1.770 euro della Campania a un massimo di 2.430 euro della Provincia autonoma di Bolzano e 2.120 dell'Emilia Romagna. Profonde anche le differenze sulla spesa sanitaria annuale a carico delle famiglie: si va dai 159 euro in media della Lombardia ai 64 euro della Campania. Stesse differenze per la quota di ticket pro capite sostenuta dai cittadini: nel 2017 si passa dai 95 euro in Valle d'Aosta ai 32,8 della Sardegna. Sul fronte degli investimenti in sanità per ammodernare le strutture e i macchinari del Servizio sanitario nazionale, a fronte di Regioni come Veneto, Emilia Romagna e Toscana che hanno sottoscritto il 100% delle risorse destinate, ve ne sono altre che hanno investito molto meno come Campania (31,1%), Molise (21,5%), Abruzzo (36,5%) e Calabria (57,5%).


Ancora, si consumano più farmaci equivalenti nella P.a di Trento, in Lombardia e nella P.a di Bolzano (la spesa sul totale di quella farmaceutica è rispettivamente pari al 39,7%, 37,2% e 32,9%); al contrario la Calabria (15,8%), la Basilicata (16,6% ) e la Campania (17%) hanno mostrato le percentuali di spesa più basse nel 2017. La maggior spesa e consumo per i farmaci innovativi nel 2017 si registra in Lombardia (285,8 milioni di euro), Campania (201,8 milioni) e Lazio (141,3 milioni). Spendono meno il Molise con 6,8 milioni di euro, la Basilicata con 15 milioni e l'Umbria con 23,4 milioni. Aggregando i dati, il Nord Italia risulta l'area che spende di più (937 milioni di euro), seguita da Centro (448 milioni) e Sud (841 milioni).


Secondo Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tdm di Cittadinanzattiva, "si stanno liquidando di fatto i principi di solidarietà, equità e unitarietà del nostro Ssn. Le proposte di autonomia differenziata, attualmente in discussione, finiranno per differenziare ancora di più l'esigibilità dei diritti dei pazienti. A essere fortemente compresse saranno le funzioni del livello centrale, di indirizzo, coordinamento e controllo delle politiche sanitarie e dell'erogazione dei servizi. L'unica vera forma di controllo che continuerà a essere nelle mani del livello centrale sarà quella sui conti delle Regioni. Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e chiediamo al ministro della Salute l'immediata costituzione di un tavolo di confronto sulle proposte di autonomia differenziata, prima che il Consiglio dei ministri le approvi, aperto alle associazioni di cittadini-pazienti e alle organizzazioni rappresentative dei professionisti della salute".


"Chiediamo - aggiunge - che sia approvata la nostra proposta di riforma costituzionale che intende ridurre le disuguaglianze in sanità restituendo centralità alla tutela del diritto alla salute nel rispetto del diritto dell'individuo", nonché "la revisione dei criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale, la riforma del sistema di monitoraggio dei Lea per garantire veramente un controllo sui servizi e che sia prevista la partecipazione delle organizzazioni dei cittadini all'interno del Comitato Lea".


Infine, per Aceti sono "urgenti l'approvazione degli standard dell'assistenza sanitaria territoriale come annunciato dal ministero della Salute e l'attuazione uniforme in tutte le Regioni del Piano nazionale cronicità, oltre che un piano straordinario sugli screening oncologici organizzati. E sulla prossima Legge di Bilancio servono maggiori risorse per il Ssn, oltre al miliardo di aumento già previsto, al fine di garantire l'effettiva attuazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza e l'abrogazione del superticket. Tutti impegni assunti dal Governo".


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