Sondaggio, 57% italiani taglia superfluo ma non rinuncia a spese per cure
Indagine UniSalute-Nosmisna, ‘15% vorrebbe aumentarle, tuttavia il 54% fatica a fare prevenzione’
Roma, 8 mar. (Adnkronos Salute ) - Circa la metà degli italiani (49%) dice che il caro prezzi sta influenzando fortemente le sue scelte di vita, la maggioranza (57%) non intende però ridurre le spese per la salute, e il 15% vuole addirittura aumentarle. Nonostante questi propositi, oltre la metà (54%) non ha effettuato alcun esame di prevenzione e screening nell?ultimo anno. Sono alcuni dati che emergono dall?ultimo sondaggio realizzato da UniSalute. Nell?ultimo anno l?inflazione ha eroso in maniera significativa i risparmi e il potere di acquisto delle persone. E se in molti hanno provato a rimediare tagliando il superfluo o adottando buone abitudini antispreco, c?è il rischio che anche spese importanti ? come quelle per la salute appunto ? subiscano l?impatto negativo del caro prezzi. È quello che sta accadendo? Per scoprirlo, UniSalute ha interrogato gli italiani su questo argomento, in una nuova indagine dell?Osservatorio Sanità svolta in collaborazione con Nomisma.
La ricerca di UniSalute conferma ? riporta una nota - come l?inflazione si stia facendo sentire nella quotidianità delle persone: circa la metà (49%) afferma che le proprie scelte di vita sono fortemente influenzate dall?aumento dei prezzi e dal caro bollette, e il 40% dice di essere condizionato dalla situazione economica familiare. Di conseguenza, più di otto italiani su dieci (81%) hanno modificato le abitudini di spesa, tagliando prevalentemente i consumi fuori casa come bar e ristoranti (75% di chi ha cambiato le abitudini di spesa), ma anche i viaggi e le vacanze (63%) e in misura minore gli acquisti relativi all?abbigliamento (47%).
Sulle spese per le cure sanitarie il caro-vita si fa sentire, ma in misura inferiore: secondo il sondaggio, sostiene di aver ridotto queste spese il 28% del campione interrogato, con una maggior incidenza sulle donne (32%) rispetto agli uomini (24%). La maggioranza (72%) degli intervistati, comunque, o non intende modificare questa voce di spesa (57%), o ha intenzione addirittura di aumentarla (15%): segno che in molti, forse a seguito della pandemia, hanno preso consapevolezza dell?importanza di tutelare e prendersi cura della propria salute. Su questo aspetto, UniSalute ha chiesto alle italiane e agli italiani se fossero più attenti al proprio benessere oggi rispetto a cinque anni fa. Per quanto riguarda il benessere fisico, ha risposto di sì il 37% degli intervistati; mentre in merito al benessere psicologico, si dichiara più attento il 34%, con un picco del 40% nella fascia 18-29 anni. Come motivazione di questa maggior attenzione, due su tre (66%) indicano proprio l?aver capito l?importanza di controllare in maniera continuativa il proprio stato di salute.
Ma concretamente non sempre ai buoni propositi seguono i fatti: nel campione interrogato per la ricerca ? prosegue la nota - ben il 54% dichiara di non aver svolto alcun esame di prevenzione e screening negli ultimi 12 mesi, con la motivazione prevalente (68%) di non aver avuto particolari problemi di salute. C?è ancora tanto da fare, insomma, per diffondere la cultura della prevenzione nel nostro Paese.