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Martedì, 19 Marzo 2024
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Scoprendo il food delivery: la start-up veneta che sfida i big

In crescita da alcuni anni, con la pandemia ha subito una vera e propria impennata, portando vantaggi a chi ha creduto, e investito, nell’ambito

Quello del food delivery è un fenomeno che, negli ultimi anni, sta vivendo una grande diffusione.
A causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, poi, il food delivery ha conosciuto una crescita davvero consistente; in effetti, proprio ad esso si imputa la salvezza di alcuni esercizi commerciali che, altrimenti, si sarebbero trovati bloccati e in estrema difficoltà.

Nonostante l’impennata subita durante il 2020, il food delivery è un settore che dimostra di avere, ancora, ampi margini di crescita, almeno in Italia.
Secondo i dati messi a disposizione dall’Osservatorio e-commerce B2c del Politecnico di Milano e di Netcomm, nel 2020 il food delivery italiano ha subito una crescita del 19%, raggiungendo un fatturato di 706 milioni; un buon risultato, ma data la media ancora relativamente bassa rispetto al corrispettivo europeo, si prevede un'ulteriore crescita del settore.

Vorrey.it è la prova di questo trend: realtà completamente italiana, che ha ben presente la condizione in cui versano i ristoratori e le necessità del mercato, tale start up si impegna nel trovare una soluzione equilibrata per tutti.

Alla scoperta della start up dedicata al food delivery

Per approfondire la conoscenza di Vorrey.it, ecco un’intervista con i suoi due fondatori, Alessandro Zenga e Marco Zanon.

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- Ciao ragazzi, parlateci un po’ di voi. 

Siamo due amici di lunga data che nel 2016, quando il food delivery non era ancora un servizio così diffuso, hanno scoperto di avere in comune un’idea imprenditoriale, oltre che la voglia di mettersi in gioco in prima persona. Siamo partiti dalla nostra città, Treviso, e con il tempo stiamo via via ampliando le aree coperte dal nostro servizio. 

- Sicuramente dal 2016 ad oggi la situazione è cambiata. In un mercato del food delivery dominato da pochi colossi stranieri, com’è il rapporto fra competitors? 

Con i nostri competitors da un lato esiste una normale concorrenza che indubbiamente è motivante e stimolante, dall’altro non condividiamo alcune loro strategie e metodologie di lavoro che contribuiscono a creare polemiche nei confronti del settore del delivery, recando un danno d’immagine generalizzato. 

-  A cosa fate riferimento? 

E’ recente l’iniziativa “Giornata contro lo sfruttamento dei colossi del food delivery” promossa dal gruppo Tutela Nazionale Imprese. I ristoratori, infatti, protestano contro gli elevati costi del servizio. Tassi di commissione applicati agli ordini che vanno dal 25% al 35%, stringenti politiche connesse alle penali su ritardi (alcuni competitors addebitano 0,15-0,20 cent per ogni minuto in cui l’ordine non è pronto al ritiro del rider), fee d’ingresso: tutti costi che rendono il servizio insostenibile.  

- Come vi ponete di fronte a queste rimostranze? 

Siamo d’accordo con i ristoratori tanto che, oltre a non applicare né penali sui ritardi, né fee d’ingresso, applichiamo una commissione che non supera il 20%, perchè, quando l’abbiamo quantificata, abbiamo considerato anche la sostenibilità per i ristoratori stessi. Solo in questo modo possiamo rendere il servizio vantaggioso anche per loro. Inoltre un’altra politica che non abbiamo mai condiviso, è quella di obbligare per contratto un ristoratore ad affidarsi ad un solo servizio di food delivery, in esclusiva. Questo vale sempre, e, a maggior ragione in un momento storico in cui un ristorante ha bisogno del servizio a domicilio per sopravvivere, sarebbe corretto non impedirgli di appoggiarsi ad altre app che gli consentano di raggiungere il maggior numero di clienti possibile. 

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- Com’è cambiato il vostro lavoro con l’emergenza Coronavirus? 

La mole di lavoro è senza dubbio aumentata, non solo in termini numerici ma anche per complessità. Siamo soddisfatti della crescita costante avuta in questo periodo, durante il quale il numero dei nostri affiliati è salito del 100%, e quello degli ordini del 320%. Quest’anno è stato ed è tuttora una grande sfida, che ha coinvolto numerosi fronti, come per esempio la “messa in sicurezza” dei riders e dei clienti.  

- Cosa prevedete nel vostro futuro? 

Il primo obiettivo è quello di continuare a crescere e portare il nostro servizio anche nelle aree attualmente scoperte: al momento siamo attivi in 13 città ma puntiamo ad arrivare a 22 entro fine 2021. Inoltre abbiamo numerosi progetti che bollono in pentola. Uno degli obiettivi che possiamo rivelare è l’ampliamento dell’offerta di servizi a domicilio non-food, perché quando qualcuno dice “Vorrey …”, non chiede solo del buon cibo

Per scoprire i vantaggi di Vorrey.it è sufficiente visitare il sito o la pagina Facebook.

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