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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Padova è patrimonio mondiale dell'umanità

La città entra per la seconda volta nella storia, premiata per i cicli di affreschi del XIV secolo

Le devastazioni della Seconda guerra mondiale non risparmiarono il patrimonio culturale e artistico dei Paesi coinvolti nel conflitto. Le bombe caddero su importanti siti storici, tra cui musei, chiese, palazzi, monumenti, aggiungendo altri disastri alla già difficile situazione. In conseguenza di ciò si iniziò a discutere, a livello mondiale, di come proteggere i beni culturali e naturali di importanza e fama mondiale, fino a che nel 1972 l’Unesco non adottò finalmente la Convenzione sul patrimonio dell’umanità.

Si tratta di luoghi che devono essere conservati in un ottimo stato perché rappresentano l’importante testimonianza di un particolare momento storico e culturale e il loro valore va tramandato alle future generazioni. Oggi della lista del Patrimonio Unesco fanno parte 1121 siti presenti in 167 Paesi del mondo e l’Italia è, finora, quello che ha ottenuto più riconoscimenti, al pari con la Cina.

Padova entra nella World Heritage List dell’Unesco per la seconda volta

Dal 24 luglio 2021, ad allungare ulteriormente la lista dei siti italiani, sarà per la seconda volta la città di Padova. L’ufficialità dell’entrata nella World Heritage List dell’Unesco è arrivata direttamente dalla Cina (dalla città di Fuzhou), mentre la candidatura era stata lanciata nel 2020, inizialmente con il nome di “Padova Urbs Picta”, modificato poi per volere dello stesso Unesco in “I cicli di affreschi del XIV secolo a Padova”. 

La prima volta avvenne nel 1997 con l’Orto Botanico, situato nel centro storico della città, fondato nel 1545 e il più antico al mondo, il quale fu considerato patrimonio mondiale dell’umanità, come “rappresentazione della culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra natura e cultura”. Ora Padova affianca, per numero di riconoscimenti, città come Pechino e Mosca.

La Cappella degli Scrovegni e il capolavoro di Giotto

Tutto è partito da un’opera del Trecento italiano tra le più conosciute al mondo, ovvero il ciclo di affreschi della Cappella degli Scrovegni compiuto da Giotto. Al maestro toscano vennero commissionati dal ricco banchiere Enrico degli Scrovegni e in 855 giornate di lavoro dipinse circa 900 metri quadrati, consegnando all’umanità un capolavoro senza precedenti, rappresentando scene della vita di Gioacchino e Anna, la vita di Maria, la vita e la morte di Cristo.

Ciò che rende il ciclo di affreschi la massima espressione del suo tempo è il superamento di quella che all’epoca era la forma dominante, tipicamente bizantina. Giotto infatti compie una vera e propria rivoluzione anticipando in un certo senso la prospettiva, che sarà protagonista solo nel corso del Rinascimento.

Ma a sorprendere è anche la potenza e la vivacità dei colori. L’artista li ottenne attraverso pigmenti che arrivarono a Venezia da varie parti del Mediterraneo, in cui risalta il cosiddetto blu oltremare. Le scene mostrano una grande espressività e indicano un’altra novità: la raffigurazione dei sentimenti umani

Le stesse figure sono poi rappresentate in diversi modi: di profilo, di fronte e di tre quarti, suggerendo ancora una volta la via a quella che sarà l’arte rinascimentale. Per il maestro toscano era importante uscire fuori dagli schemi delle pose statiche e rendere i corpi più vivi e armonicamente immersi nello spazio.

Una nuova era della storia dell’arte

A entrare nel patrimonio Unesco però non è soltanto la Cappella degli Scrovegni. Padova offre al mondo tanti siti prestigiosi, a cominciare dalla Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, il Battistero della Cattedrale, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio, l’Oratorio di San Giorgio e l’Oratorio di San Michele.

È la stessa Unesco a dichiarare come i cicli di affreschi padovani testimonino il fervore culturaleintellettuale e scientifico già a quell’epoca, dove gli artisti seppero innovare e segnare una nuova era nella storia dell’arte, dettando il passo alle generazioni successive di artisti.

Il turismo a Padova: che cosa offre la città

A questo successo hanno collaborato diverse istituzioni, dal Comune alla Regione Veneto, dal Ministero della Cultura alla stessa Chiesa di Padova, dall’Accademia Galileiana alla Basilica del Santo. Ma il lavoro non è stato solo istituzionale, bensì ha coinvolto l’intera comunità padovana, dove in primis i cittadini si sono spesi e hanno collaborato nell’interesse comune. 

Padova, come attestato scientificamente, è una una delle più antiche città italiane. Non è un caso che la storia e l’arte la facciano da padrone, ma oltre alla grande mole di siti entrati a far parte del Patrimonio Unesco offre tanti motivi per essere visitata. Ad attirare migliaia persone ogni anno è anche la prestigiosa Università, fondata nel 1222 e tra le prime al mondo: la comunità studentesca anima le vie della città e alimenta la vita notturna, specialmente quella del centro storico, il Portello, zona ricca di attività.

Da ammirare, oltre al già menzionato Orto Botanico, lo storico Palazzo della Ragione che separa i mercati di Piazza dei Frutti e di Piazza delle Erbe. O il Mercato sotto il Salone, il mercato coperto più antico d’Europa, simbolo della città da più di otto secoli e centro enogastronomico piuttosto amato dai consumatori. 

Altri fiori all’occhiello sono la Specola, realizzato sulla Torlonga del Castello Carrarese, una fortificazione medievale destinata a trasformarsi in  museo del design, e il Musme: il Museo di Storia della Medicina che lascia a bocca aperta i suoi visitatori per la sua modernità e tecnologia.

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