rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
La polemica

Bonaccini contro Meloni: "La pillola abortiva Ru486 anche nei consultori"

Finora in Emilia Romagna era possibile ottenerla solo nelle strutture ospedaliere. La mossa del presidente della Regione in forza al Pd in risposta alle posizioni più conservatrici della futura premier

In Emilia-Romagna parte la somministrazione della pillola RU486 anche nei consultori: si inizia a Parma ai primi di ottobre, poi nelle settimane e mesi successivi a Modena e Carpi, Ravenna e Cattolica, Bologna. "Si amplia dunque la possibilità per le donne di ricorrere, per l'interruzione volontaria di gravidanza, al trattamento farmacologico", annuncia la Regione.

Le donne quindi in Emilia Romagna avranno una possibilità in più: non solo i presidi ospedalieri (in day hospital dal 2005 e in regime ambulatoriale da fine 2021) ma anche, appunto, i consultori. Potranno usufruirne le maggiorenni entro il 49esimo giorno di età gestazionale. 

Il tema dell'aborto è entrato a tutti gli effetti nella campagna elettorale che ha preceduto le elezioni del 25 settembre. In particolare a riaccendere il dibattito sono state le posizioni più conservatrici di Fdi, il partito della premier in pectore Giorgia Meloni. Da più parti si è sollevato il timore di un passo indietro in termini più restrittivi della legge che garantisce alle donne italiane il diritto all'interruzione di gravidanza. L'annuncio del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, esponente Pd, suona come una risposta a distanza alle posizioni conservatrici di Meloni.

Ospite di Otto e Mezzo su La7, Bonaccini ha sottolineato: "Ci son regioni che ho l'impressione non vogliano farlo. Questo è il punto. Noi dobbiamo discutere di questioni che riguardano i cittadini, i loro diritti, le loro preoccupazioni".

Nell'annunciare la novità, la Regione Emilia Romagna evidenzia anche che il 2021 ha fatto registrare "il numero più basso di interruzioni volontarie di gravidanza". Dall'inizio della rilevazione, nel 1980, per la prima volta scendono sotto 6.000, esattamente a 5.671, -6% rispetto al 2020 e -52% rispetto al 2004 (quando sfiorarono quota 12.000). "Contemporaneamente, si registra un sempre maggiore ricorso alla pillola RU486 rispetto all'intervento chirurgico": lo scorso anno 3.505 interruzioni volontarie di gravidanza, ovvero il 62%, sono state effettuate con questo trattamento.

"Siamo pronti a partire per garantire alle donne un'ulteriore possibilità di effettuare, in sicurezza e con l'assistenza adeguata, l'interruzione volontaria di gravidanza- afferma l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- iniziamo in alcune città, per estendere questa modalità anche alle altre province, man mano che le Ausl completeranno la predisposizione dei protocolli necessari su spazi e modalità, sulla base delle indicazioni definite dalla Regione. Siamo convinti si tratti di un diritto che deve essere garantito e rispetto al quale il servizio sanitario deve operare al meglio".

Tutte le notizie su Today.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bonaccini contro Meloni: "La pillola abortiva Ru486 anche nei consultori"

Today è in caricamento