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Giovedì, 25 Aprile 2024
LAVORO

Jobs Act: che cosa è l'Agenzia nazionale per l’occupazione

Nasce con il decreto del governo e si occuperà delle politiche attive del mondo del lavoro. Inps, Inail e ministero tutti in un unico ente. Fiore all'occhiello del governo, si ispira al modello tedesco e c'è chi non lo vede di buon occhio

Uno dei punti del decreto Poletti, meglio noto alle cronache come Jobs Act, era quello della nascita dell'Agenzia nazionale per l'occupazione che diventerà l'ente ufficiale per tutte le politiche che riguardano il mondo del lavoro e quindi anche dei disoccupati e del loro reinserimento. In più dovrà coordinarsi con le parti sociali e con chi ne gestisce gli ammortizzatori e sussidi. Al suo interno ci saranno tutti i servizi del ministero del Lavoro, dell'Inps e dell'Inail. L'obiettivo è decisamente ambizioso: far confluire tutto in un'unica agenzia, compresa la funzione dei per l'impiego. Il tutto senza aggravio di spese e quindi senza né un aumento dell'organico o nuove assunzioni. 

I COMPITI - L'idea è quella di avere una vera e propria agenzia nazionale che favorisca l'occupazione, accentrando i poteri del mondo del lavoro in un unico ente: dal reinserimento alle ispezioni, alla previdenza sociale. Il tutto attraverso una serie di "razionalizzazioni": 

  1. Quella degli incentivi all’assunzione esistenti e a criteri di valutazione e di verifica dell’efficacia e dell’impatto
     
  2. Quella degli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità, anche nella forma dell’acquisizione delle imprese in crisi da parte dei dipendenti
     
  3. L’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione, partecipata da Stato, regioni e province autonome, vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il modello di riferimento è quello tedesco, dove già esiste un ente simile, che coinvolge anche le parti sociali, con le quali saranno definite le linee di indirizzo generali dell’azione dell’Agenzia.

SICURI CHE E' BUONO? - C'è però chi vede in tutto questo un modo per controllare più da vicino i lavoratori. Ecco cosa scrive ad esempio il collettivo Lavoro Insubordinato, sulle pagine web del sito Connessioni precarie:

Si tratta di un importante tassello del nuovo regime del salario secondo cui il passaggio tra un lavoro e l’altro va amministrato nel segno della disponibilità ad accettare qualsiasi condizione di lavoro

Semplificazione e riorganizzazione amministrativa sembrano essere dei passi positivi, ma anche su questo ci sono delle perplessità:

Nelle sue roboanti dichiarazioni, il nostro premier ha affermato che tutto ciò sarà fatto a costo zero. Per essere a costo zero, una ristrutturazione amministrativa di tal genere non può che prevedere un massiccio taglio netto del numero di dipendenti pubblici, cosa che potrebbe essere resa possibile dalla riforma del pubblico impiego, con conseguente riduzione dei servizi per i cittadini. 

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