rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
L'INTERVISTA/ Alemanno

Alemanno presenta Prima l'Italia: "Rimettere in discussione l'Euro"

L'INTERVISTA - "Identità e sovranità nazionale, rimettendo in discussione la moneta unica". Da qui parte "Prima l'Italia", il movimento lanciato da Gianni Alemanno al cinema Adriano di Roma. "Il dialogo per il nuovo centrodestra parte dal forum Officina per l'Italia promosso da Fratelli d'Italia"

Roma, 13 ottobre 2013. Nella cornice del cinema Adriano l'ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, lancia "Prima l'Italia". Non un partito "ma un movimento" che ha un primo obiettivo culturale prim'ancora che politico: "Ridare sovranità nazionale e indipendenza economica all'Italia". Un concetto ben espresso a livello simbolico dalla gigantografia, proiettata sullo schermo del cinema, dei due marò, Salvatore Girone e Massimiliamo Latorre. 

On. Alemanno, la prima domanda non può che essere sulla stretta attualità: perché "Prima l'Italia"?

Prima l'Italia è un movimento, non un partito, che ha come centro di gravità il problema della sovranità nazionale e dell'identità. Oggi abbiamo un deficit "di Italia" che stiamo pagando anche in termini di crisi economica. "L'Italia" è la strada per uscire dal pantano, come cultura, come identità, come solidarietà. Bisogna rilanciare tutto ciò che è made in Italy.

Rispetto a ciò che resta, poco, del Pdl, rispetto a Forza Italia e a Fratelli d'Italia, dove si inserisce questo movimento?

Lo sfondo di riferimento è molto chiaro: il movimento Prima l'Italia si inserisce all'interno di Officina per l'Italia, il tentativo lanciato da Fratelli d'Italia di costruire  la base di un nuovo partito del centrodestra. Contribuiremo con l'Officina a dare casa a chi non si ritrova all'interno di Forza Italia, in un nuovo centrodestra che deve essere unito fa fondato su più partiti. 

Sembra di essere precipitati nella stagione dei ritorni. Dopo Forza Italia, il suo passo apre a un ritorno ad Alleanza Nazionale?

Tra coloro che non si ritrovano nella proposta politica di Forza Italia ci sono innanzitutto coloro che provengono dall'esperienza politica di Alleanza Nazionale. Questo deve essere uno dei punti di partenza per il nuovo soggetto politico. Punto di partenza, però. Non di arrivo.

Una mano tesa, tesissima verso Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Fabio Rampelli. Cosa risponde, invece, a Francesco Storace che recentemente ha contestato la "poca apertura" sua e di Giorgia Meloni sul nuovo soggetto politico?

Innanzitutto tengo a precisare, non solo a Francesco Storace, che le porte di Officina per l'Italia sono aperte a tutti. Nei confronti di Storace non c'è nessuna preclusione, come non c'è nei confronti di chi - di Futuro e Libertà - ha scelto di tornare nel centrodestra. Lo stesso vale, ovviamente, per tutti gli ex Alleanza nazionale. L'obiettivo, oggi, deve essere uno solo: intensificare il dialogo, ancora stentato, troppo debole, per trovare dei punti di riferimento comuni che portino a un nuovo soggetto politico unitario. Il punto di arrivo sarà, a gennaio, un congresso basato sulle primarie, aperto a chi viene da destra e A tutti coloro che nel centrodestra non si riconoscono in Forza Italia.

Guardando verso "il centro", chiamiamolo così, del centrodestra. Questo dialogo è rivolto più ad Alfano o a Berlusconi?

A entrambi. Berlusconi mi ha chiamato e mi ha fatto gli auguri per la mia nuova avventura. Con Alfano e Berlusconi abbiamo fatto un pezzo della nostra storia, e della storia italiana, insieme. Noi vogliamo salvaguardare l'unità del centrodestra dialogando con entrambi anche se il Pdl dovrà fare un chiarimento nel suo vertice. Per quanto mi riguarda, però, Berlusconi non è il passato. continuerà ad avere un ruolo di primo piano come padre nobile del centrodestra, come punto di riferimento. Una cosa, però è certa. Come Prima l'Italia e con il nuovo partito svilupperemo la nostra identità e la nostra indipendenza consapevoli che Forza Italia rappresenta solo una parte del centrodestra. Il Pdl avrebbe dovuto riunire tutte le anime del centrodestra ma, fallito questo progetto, oggi si sta tornando alla vocazione unitaria di Forza Italia quale partito liberale di massa, espressione di una vocazione individualista e liberista che poco ha che fare con i valori della destra.

La prima "competizione" alle quale sarà chiamato a partecipare, dopo la sconfitta elettorale alle amministrative di Roma, saranno le Europee. Quali sono i temi da portare in agenda a Bruxelles?

Il primo punto è la rimessa in discussione dell'Euro. Dobbiamo mettere in campo questa ipotesi per ottenere una profonda ridefinizione del nostro ruolo in Europa. Un esempio: ogni anno diamo all'Europa 4,2 miliardi di euro in più rispetto a quanto ci torna indietro. A differenza della Gran Bretagna che, prima con la Tatcher, oggi con David Cameron, ha imposto un equilibrio nei rapporti economici con l'Europa. La sovranità parte da qui. E per questo ci siamo dati una serie di parole d'ordine ben chiare: identità; competitività e solidarietà.

Ripensando all'ultima campagna elettorale in funzione della prossima, cosa bisogna cambiare per riattivare il dialogo con la gente che le percentuali di voto hanno dimostrato essere sempre più lontana dalla politica?

Bisogna ripartire dalla capacità di entusiasmare nuovamente i cittadini. Ma per fare questo è necessario avere dei partiti veri dietro le spalle che sappiano tornare a lavorare suL territorio, essere aggregazione. Insieme al radicamento sul territorio bisogna utilizzare strumenti di partecipazione diretta come le primarie per garantire che ogni candidatura venga scelta dal popolo e non nel chiuso di qualche stanza dei bottoni. Questa è la speranza per costruire un partito veramente nuovo al servizio dei cittadini.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Alemanno presenta Prima l'Italia: "Rimettere in discussione l'Euro"

Today è in caricamento