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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Alitalia, la politica si spacca sul destino della compagnia aerea

Il dossier Alitalia entra nella corsa alle primarie del Pd

ROMA - La politica si spacca sul destino dell’Alitalia dopo il no dei lavoratori che di fatto apre la strada all’amministrazione straordinaria. Divergenze anche trasversali, sia nella maggioranza e sia tra le opposizioni. E qualche differenza emerge anche all’interno dell’esecutivo.

Il premier Paolo Gentiloni è stato chiaro. “Non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione di Alitalia” ha detto il presidente del consiglio, a Benevento, a conclusione della visita al pastificio Rummo. “Tuttavia, il governo si sente impegnato a difendere i lavoratori, i cittadini, gli utenti e i contribuenti – ha aggiunto Gentiloni – e a non disperdere le risorse della compagnia, come hanno già detto altri ministri competenti”.

Per il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda il percorso dei prossimi mesi è netto. “Il governo nominerà uno o più commissari, come previsto dalla legge, che avranno 6 mesi per portare avanti il processo di cessione degli asset in modo ordinato senza danneggiare i viaggiatori e la mobilità. Perché oggi per noi queste sono le priorità: non creare disservizi per i viaggiatori e ridurre al minimo i costi per i contribuenti”.

Con l’amministrazione straordinaria sono tre i possibili scenari

Oltre alla vendita della compagnia in blocco, in assenza di acquirenti i commissari potrebbero optare per la vendita a pezzi e in alternativa c’è la liquidazione della società, forse l'ipotesi al momento più probabile. Tuttavia sia il governo, che parlamentari e sindacati vogliono scongiurare la liquidazione ma anche la cessione a pezzi. I commissari potranno cercare nuovi soci per dare un futuro all’Alitalia. Già si parla di un possibile interesse di Lufthansa.

La vendita a pezzi di Alitalia avrebbe costi sociali più elevati e consentirebbe, di fatto, la spartizione di slot, rotte e flotta della ex compagnia di bandiera tra le low cost ed i big del settore.

Risanamento, una strada in salita

Alitalia oggi trasporta 23 milioni di passeggeri, due milioni in meno rispetto a 10 anni fa. E nel 2016 sono stati 156 milioni i passeggeri sugli scali italiani. Ryanair è saldamente la prima compagnia in Italia con quasi 30 milioni e in totale trasporta 106 milioni di persone contro i 35 milioni di anni anni orsono.

Intanto parte immediatamente il confronto con Bruxelles per il prestito ponte, necessario a garantire la continuità aziendale di Alitalia nella fase di amministrazione straordinaria. Il ministro Calenda ha indicato l’esigenza di 3-400 milioni. I commissari che saranno nominati avranno pieni poteri ma il confronto con il precedente Parmalat è molto diverso. Alitalia presenta uno squilibrio strutturale nella gestione a differenza dell’ex gruppo di Collecchio. I commissari quindi potranno chiudere rotte che non garantiscono adeguati margini.

Il dossier Alitalia entra nella corsa alle primarie del Pd

Il fallimento e liquidazione di Alitalia “oggi è un rischio concreto – ha scritto il presidente del Pd Matteo Orfini – ma sarebbe sbagliato considerarlo un esito ineluttabile e prima di accettarlo occorre verificare con attenzione ogni possibile alternativa”.

Anche il ministro della Giustizia e candidato alla segreteria del Pd, Andrea Orlando, non vuole sentir parlare di liquidazione. Per Alitalia “non si può fare la nazionalizzazione, ma un ruolo attivo del governo ci può essere per individuare un partner. Su questo sto con Renzi: non possiamo cavarcela con la liquidazione”. Orlando non risparmia una frecciata all’ex premier. “Renzi diceva che l’operazione con Etihad era eccezionale, diciamo che non gli affiderei il ruolo di advisor”.

Michele Emiliano bacchetta Renzi. “E’ stato presidente del Consiglio e ha seguito e controllato Alitalia negli ultimi mille giorni ma non si è accorto di cosa stava accadendo come per le banche, che avevano bisogno di un intervento diverso da quello che è stato fatto per salvare Monte Paschi. Governare significa anche prevedere”. Anche Emiliano sottolinea che l’Alitalia non può fallire. “Oggi sono d’accordo con Renzi che bisogna intervenire e consigliare ad Alitalia di avere una compagnia low cost che consenta di fare concorrenza a Ryanair che la sta sbattendo fuori dalle rotte brevi. Ci deve essere una strategia decisa dal governo stabilendo che gli aiuti di Stato siano dati per i voli a corto raggio”.

Alcuni esponenti del Pd e il M5s per bocca del vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, sollecitano un intervento dello Stato anche se in modo indiretto proponendo che nel capitale Alitalia entrino gruppi come Eni, Trenitalia, Leonardo e Poste.

Sinistra Italiana invece sostiene apertamente la nazionalizzazione. “A questo punto devono essere esperite tutte le vie possibili per risolvere la situazione. Ma è assurdo – ha detto la capogruppo di Sinistra italiana al Senato, Loredana De Petris – e inaccettabile partire bocciando a priori, per motivi puramente ideologici, ogni forma di intervento pubblico. Un intervento oculato dello Stato è al contrario necessario”.

Anche dal fronte del centrodestra le posizioni su Alitalia sono variegate. “Basta con Alitalia: subito. Il centrodestra sostenga con chiarezza la liquidazione immediata, senza prestiti e compromessi”, afferma Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia. Sulla stessa lunghezza d’onda Giancarlo Giorgetti, vice segretario della Lega. “I nodi sono venuti al pettine ed è giunto il momento di assumersi le responsabilità. Nessun inciucio per inventarsi l’ennesimo dazio da far pagare ai cittadini che il loro volo l’hanno già ampiamente pagato pur restando a terra”.

Il leader della Lega Matteo Salvini attacca l’Europa sulla questione Alitalia. “E’ chiaro che c’è gente che deprime e deprezza e poi acquista sottocosto. E’ il trucchetto degli amici dell’Europa”.

Il governatore della Liguria Giovanni Toti auspica invece una soluzione. “Il caos Alitalia è frutto di centinaia di errori in sequenza. Mi auguro che si trovi una soluzione e penso che il governo debba trovarla. Le grandi compagnie europee hanno dai loro governi dei sostegni molto importanti e mi auguro che anche questo governo sappia dare un sostegno ad Alitalia in modo tale che non chiuda”.

Perplessità sull’amministrazione straordinaria sono state espresse da Renato Brunetta. “Il governo si è preso sei mesi di tempo per fare che cosa? Il risultato è che la nostra compagnia di bandiera è in fallimento, e noi siamo molto preoccupati. Per l’azienda, per i conti, per i lavoratori e per il Paese”.

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