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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

L'Esercito fa sul serio: "Chiediamo l'amnistia per Silvio Berlusconi"

L'iniziativa dell'Esercito di Silvio per "ridare agibilità politica e dignità al presidente". "Berlusconi condannato perché sapeva": Pdl rabbioso per l'intervista del giudice della Cassazione

ROMA - La macchina organizzativa del Popolo della Libertà si è già messa in moto. E' tutto pronto per i gazebo da allestire e i moduli da firmare. L'Esercito di Silvio, il movimento nato per "difendere Berlusconi dalle offensive della magistratura", ha preparato una petizione popolare: l'obiettivo dichiarato è quello di arrivare a una legge che garantisca l'amnistia all'ex premier, come scrive oggi L'Espresso.

Cancellare il reato e la pena per frode fiscale, dopo la condanna definitiva della Corte di Cassazione nel processo Mediaset: i militanti di centrodestra vogliono salvare il Cavaliere dagli arresti domiciliari e soprattutto dall'incandidabilità. Una proposta che, c'è da scommetterci, metterà a repentaglio la tenuta del governo di larghe intese presieduto da Enrico Letta, a poche ore dall'incontro tra i capigruppo di Senato e Camera del Pdl, Renato Schifani e Renato Brunetta, con il capo di Stato Napolitano.

SILVIO HA DECISO: IL GOVERNO (PER ORA) SOPRAVVIVE

La legge per garantire l'amnistia al Cavaliere, come scrive Tommaso Cerno su L'Espresso, sarebbe ritagliata su quella di riforma costituzionale del 6 marzo 1992. Per poter presentare la norma in Parlamento (che per passare ha bisogno dei voti di due terzi dell'Aula) sono necessarie 50mila firme. E' stato l'imprenditore Simone Furlan, leader e portavoce del movimento, a rilanciare l'iniziativa presentata stamattina in piazza Montecitorio: "Un'iniziativa concreta e strategica, di forte ausilio per la situazione politico/istituzionale del nostro Paese che mira a coinvolgere l’intero popolo italiano, nella piena tradizione democratica. Preso atto dell’immobilismo di una certa parte della classe politica - dichiara Furlan - ci rendiamo disponibili a costruire la soluzione che ridia agibilità politica e dignità al nostro presidente Silvio Berlusconi e su questo stiamo già compiutamente lavorando".

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IL GIUDICE ESPOSITO E LE POLEMICHE DEL PDL - Anche oggi, intanto, il caso Berlusconi-Cassazione mette in fibrillazione il mondo politico. E' destinata a scatenare una bufera l’intervista rilasciata al "Mattino" dal presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione, Antonio Esposito. Il giudice parla della sentenza che ha portato alla condanna di Silvio Berlusconi, anche se questa mattina ha poi smentito alcuni passaggi. Il direttore del quotidiano "Il Mattino", dal canto suo, conferma: "Posso assicurare voi e i miei lettori - ha detto a Start, programma di Rai Radio 1 - che l’intervista è letterale, cioè sono stati riportati integralmente il testo, le parole e le frasi pronunciate dal presidente di cui ovviamente abbiamo prova". Nell’intervista pubblicata dal quotidiano si leggeva che l’ex premier Silvio Berlusconi sarebbe stato condannato perché sapeva. "Non poteva non sapere? Potrebbe essere un’argomentazione logica ma non può diventare principio alla base della sentenza", si legge nell’intervista pubblicata dal quotidiano.  

BERLUSCONI LIBERO IN CAMBIO DELLA FEDELTA' A LETTA

"Noi potremmo dire: tu venivi portato a conoscenza di quel che succedeva. Non è che tu non potevi non sapere perché eri il capo - si leggeva nell’intervista - Teoricamente, il capo potrebbe non sapere. No, tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva. Tu non potevi non sapere perché Tizio, Caio o Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. È un po' diverso dal non poteva non sapere". Quanto alle polemiche sulla presunta fretta nel giudicare Berlusconi, Esposito nell’intervista chiarisce: "C’è un principio generale che attiene allo spirito della formazione della sezione feriale della Corte di Cassazione. Questo collegio di giudici, che poi muta nel corso dei mesi estivi, serve ad evitare che i processi subiscano la condanna del tempo con la prescrizione oppure, altro esempio, quando i termini di custodia cautelare possono decadere". Quindi, aggiunge, "atto dovuto per qualunque processo con qualunque imputato". Dal Pdl piovono accuse. "È normale che il giudice Esposito entri nel merito della sentenza della Cassazione con un’intervista rilasciata ad un quotidiano nazionale? È questo il nuovo stile dei giudici della Cassazione? Io credevo che i giudici parlassero attraverso le sentenze, anche se controverse, e che i magistrati fossero 'la bocca della legge'. Ma vuol dire che mi sbaglio", attacca Sandro Bondi, coordinatore del partito. "Al di là dei contenuti, risibili e assai discutibili, l’intervista sul 'Mattino' dell’ineffabile presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, è gravissima", afferma il deputato del Pdl Luca d’Alessandro, segretario della commissione Giustizia della Camera. 

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