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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La decisione

La difesa di Guerini: "Dall'Italia niente armi offensive"

La lista, ha spiegato il ministro della Difesa in audizione davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato, è stata secretata per almeno tre motivi

Da quando è scoppiato il conflitto russo in Ucraina, l'Italia, come altri Stati che sostengono il Paese colpito dalle bombe del Cremlino, ha inviato armi a Kiev. Un contributo concreto per frenare l'offensiva russa. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in audizione davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato, non ha però precisato quale tipo di armamenti l'Italia stia fornendo all'Ucraina. La lista, ha spiegato il responsabile della Difesa, è stata secretata per almeno tre motivi. Innanzitutto, Roma ha scelto di non divulgare tali informazioni per non far percepire alla parte russa questa attività come una provocazione. E poi c'è l'aspetto della sicurezza. Guerini ha sottolineato quanto sia necessario non rendere note tale informazioni per non far conoscere alla Russia le eventuali vulnerabilità e criticità delle forze armate ucraine. Infine, l'Italia ha risposto alle richieste di riservatezza dei Paesi produttori di armi.

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E per allontanare eventuali critiche, Guerini ha specificato che la secretazione è frutto di una decisione condivisa in sede informale Ue, con l'Ucraina e con i Paesi donatori di armi. "Il Parlamento, dal canto suo, è stato informato in maniera dettagliata", ha detto Guerini, ricordando di esser comparso due volte davanti al Copasir, organo di garanzia e controllo con poteri estesi, presieduto peraltro da un membro dell'opposizione; in quella sede Guerini ha presentato la lista di materiali, nonché la quantità e tipologie di armi che Roma ha inviato a Kiev. Si tratta tuttavia di materiali attualmente in dotazione alle forze armate italiane, monitorate attentamente dal ministero della Difesa per evitare conseguenze sulle scorte di armi in Italia, ha precisato il ministro. 

Guerini, nel presentare l'impegno italiano a sostegno dell'Ucraina, ha indicato le tipologie di materiali inviati. E sul passaggio dell'intervento, in merito all'invio di "dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile", è arrivata la precisazione dello stesso ministro. Guerini ha chiarito che il riferimento è a "munizionamenti a cortissimo raggio funzionali al solo scopo difensivo e per proteggere città e cittadini".

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Ma l'intervento del ministro ha scatenato un vespaio di polemiche. Giuseppe Brescia, coordinatore del Comitato sicurezza M5S, ha definito le dichiarazioni di Guerini "allarmanti", invocando un intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi alle Camere per spiegare la posizione italiana in merito alla guerra in Ucraina. "Purtroppo continuiamo a sentir parlare troppo di armi e poco di negoziati. Il Governo deve chiarire se stiamo lavorando a un'escalation militare o a un'escalation diplomatica orientata a fermare la guerra", ha attaccato Brescia, usando parole quantomai tardive. Nella riunione congiunta delle commissioni Difesa di Camera e Senato, infatti, nessun parlamentare del Movimento 5 Stelle ha preso la parola o replicato alle affermazioni di Guerini. 

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