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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il confronto

M5s sfida Schlein sul campo pacifista, il Governo blinda il sostegno all'Ucraina

Giornata di confronto quando Giorgia Meloni arriva in Aula al Senato, nel corso delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo

In Parlamento la presenza della presidente del consiglio Giorgia Meloni ha aperto un doppio confronto sul tema del sostegno all’Ucraina e l’invio delle armi a Kiev. Il primo è quello fra la maggioranza di governo e le opposizioni in Parlamento, dove l’esecutivo si è dimostrato compatto nel voler proseguire sul solco già tracciato dall’ex premier Mario Draghi. Dall'altra è sfida tutta interna ai gruppi della sinistra parlamentare, con il Movimento 5 Stelle che presenta una mozione "pacifista", invitando i democratici a seguire i pentastellati. Tuttavia Pd e Terzo Polo sono per il sostegno all'Ucraina. Così la maggioranza è solida mentre sono le opposizioni a spaccarsi.  

Il Governo compatto al fianco dell'Ucraina

Così, nella giornata in cui la premier Giorgia Meloni arriva in Aula al Senato, nel corso delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo, il Governo non perde un centimetro e la maggioranza dell’Aula di Palazzo Madama impegna il governo "a proseguire nell'azione di sostegno all'Ucraina favorendo nel contempo ogni iniziativa finalizzata ad una risoluzione del conflitto nel rispetto del diritto internazionale, lavorando con la comunità internazionale nel quadro delle Nazioni Unite" e "a continuare a far fronte alle immediate esigenze per la resilienza dell'Ucraina, assieme agli altri Stati Membri dell'Unione europea e a pianificare specifiche iniziative per la ripresa e la ricostruzione del Paese anche nella prospettiva dell'avvio del percorso di adesione all'Unione". Si legge così nella risoluzione presentata dalla maggioranza dopo le parola di Meloni.

Parole che hanno anche blindato la scelta di essere a fianco dell’Ucraina in politica estera, rispedendo al mittente le accuse delle opposizioni quando dice di giudicare "puerile la propaganda di chi racconta che l'Italia spende soldi inviando armi, sottraendo risorse alle necessità degli italiani, è falso e in questa Aula lo sappiamo tutti. L'Italia sta inviando" all'Ucraina "armi di cui è già in suo possesso e che per fortuna non dobbiamo utilizzare, e le inviamo anche per tenere lontana la guerra da casa nostra. Raccontare agli italiani il contrario è una menzogna che intendo chiamare col suo nome".

La leader di Fratelli d’Italia ha poi rimarcato: "Siamo un membro della Nato e con la Nato condividiamo la posizione sull'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina. Sappiamo che ci sono in questo Parlamento, ad esempio il M5S, partiti che prediligerebbero un'alleanza più stretta con la Cina rispetto ai paesi Nato, partiti che auspicano una resa dell'Ucraina sperando che questo possa allontanare il conflitto invece di avvicinarlo, ma non è la posizione di questo governo. Su questo non ci capiamo, noi non siamo di questo avviso".

M5s all’attacco, sfida il Pd sul campo pacifista

Anche la truppa di Giuseppe Conte ha presentato una risoluzione, che chiede il massimo sforzo diplomatico e lo stop all’invio delle armi. “In relazione al conflitto russo-ucraino, si impegna il Governo, in sede europea, "a profondere il massimo sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale".

Il testo impegna inoltre il governo "ad assicurare pieno sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni, intensificando, con urgenza, anche a seguito alla distruzione di infrastrutture critiche ucraine da parte della Russia, tutte le azioni necessarie per continuare a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di protezione civile all'Ucraina, incluse le necessarie misure di accoglienza per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili".

La posizione di Calenda

Sull'Ucraina c'è "una sola linea possibile: andare avanti a sostenere gli ucraini finché la Russia non accetterà di sedersi a un tavolo di trattative, impegnandosi contestualmente per il ritiro totale e immediato dai territori aggrediti. Fine. Questa rimane l'unica strategia efficace per tenere in sicurezza l'UE e il mondo da nuove rivendicazioni del Cremlino e da ulteriori conflitti".
Lo ha detto Carlo Calenda al Senato, che ha proseguito: "Questa linea, adottata all'indomani dell'invasione russa da Mario Draghi e da Lei portata avanti con coerenza, al netto delle stravaganti dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, è la nostra linea. Continueremo dunque a sostenerla, insieme ai provvedimenti conseguenti, e speriamo che così si comporteranno le altre opposizioni responsabili". 

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