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Sabato, 20 Aprile 2024
Verso un accordo

Pd, prove di pace in vista dell'Assemblea Nazionale tra Schlein e Bonaccini

Il presidente della regione Emilia Romagna dovrebbe diventare il nuovo presidente dei democratici. Ma c'è chi, nello schieramento della neo segretaria, non ha gradito alcune frecciate di Bonaccini

Questione di ore, poche. Almeno secondo alcuni. I pezzi del puzzle del Partito Democratico potrebbero andare al loro posto questa sera. Alcune fonti parlamentari dem riferiscono infatti che il confronto fra Elly Schlein e Stefano Bonaccini, seppure a distanza, sta producendo qualche risultato. Il punto di caduta dovrebbe essere quello che vede il presidente dell'Emilia-Romagna insediarsi domenica come presidente dell'assemblea dem e, quindi, del partito. "Se si vuole fare una cosa ordinata, è questa la soluzione migliore", dice una fonte dem vicina a Bonaccini. E se nessuna telefonata è arrivata fino a questo momento, "in serata potrebbe arrivare un segnale". Di certo, il tempo stringe e "se non è oggi sarà domani, al massimo". Difficile pensare che si arrivi alla vigilia dell'assemblea di domenica alla Nuvola dell'Eur senza avere in tasca il nome da indicare come segretario. Sulla possibilità che sia Bonaccini a ricoprire il ruolo di presidente si è espresso anche Pierluigi Bersani, pronto a riprendere la tessera del Pd "se questo cambiamento continuerà". Da emiliano doc, Bersani non vedrebbe affatto male un partito a forte trazione bolognese: "Posso solo considerare che se Bonaccini fa il presidente, con Schlein segretaria avremmo due bolognesi al vertice, che dal punto di vista campanilistico e' molto importante".

Schlein, nel pomeriggio, è stata al Senato, alla camera ardente di Bruno Astorre. Con lei c'era lo stato maggiore del Pd, compresi diversi parlamentari. Schlein si è trattenuta per quasi un'ora in raccoglimento vicino al feretro del senatore scomparso la settimana scorsa. Poi è salita negli uffici del Pd per un saluto al personale e si è fermata a mangiare alla buvette di Palazzo Madama, accompagnata da Cecilia D'Elia e Francesco Boccia. Stasera, poi, la segretaria sarà a Otto e Mezzo e chissà che non ne approfitti per dare un qualche segnale in vista di domenica.


Nell'attesa, è Stefano Bonaccini ad affrontare di petto e in diretta la questione del suo futuro negli assetti del Pd targato Schlein. Lo fa in una intervista di mattina, prima che tra i parlamentari della sua area si diffonda la fiducia su una chiusura dell'accordo 'ad horas'. "A me interessa poco parlare di assetti e ruoli", premette. Poi, pero', spiega che la palla è nel campo della leader dem: "Tocca a Schlein valutare se posso essere utile. Non è che io abbia bisogno di ruoli, sto facendo una cosa molto importante. Io sono molto soddisfatto di quello che sto facendo", aggiunge per rivendicare, poi, di aver raggiunto quasi il 50 per cento dei consensi, un risultato "non banale" come non è banale "aver vinto fra gli iscritti".


Tradotto: Bonaccini non chiede nulla, ma se gestione unitaria deve essere, occorre tenere conto di tutti questi elementi. Parole che alzano il tono del confronto, dopo giorni di scambi di promesse sulla "gestione unitaria" del partito fra i due. Ma chi guarda a Schlein fa un salto sulla sedia quando, rispetto ai 7.500 nuovi iscritti al partito in soli tre giorni, il governatore risponde che "dobbiamo evitare una emorragia silenziosa di chi rischia di non sentirsi a casa". Certo, "non il miglior viatico per una presidenza di garanzia", osserva un esponente dem che ha sostenuto la campagna congressuale della leader dem: "Bene la presidenza a Bonaccini, purché sia un ruolo di reale garanzia per tutto il partito".

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