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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Autonomie, no all’assunzione diretta dei docenti su base regionale: passa la linea M5s

"Il modello della scuola è fondamentale, non può essere frammentato", ha detto il premier Conte al termine del vertice, aggiungendo: i governatori “non avranno tutto quello che hanno chiesto” ma sull’autonomia sono stati fatti “significativi passi avanti”

Vertice lampo sull’autonomia e il premier Conte chiarisce: si farà, ma la scuola ne resta fuori. Passa quindi la linea del M5s.

Al tavolo delle autonomie infatti, secondo quanto si apprende, è stato soppresso l’articolo 12 del testo Stefani che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti su base regionale, come chiedeva la Lega e su cui invece il M5s aveva mostrato contrarietà. Come ricorda l’agenzia Dire, era stato rilevato anche un profilo di incostituzionalità all’ultimo vertice evidenziando una Sentenza della Corte Costituzionale 76/2013 (redatta allora da Sergio Mattarella). In base al nuovo testo il personale è escluso dalla regionalizzazione, non ne viene toccato in nessun modo. Il sistema di istruzione rimane unitario. Nessun trasferimento di risorse dallo Stato alle regioni con riferimento all’istruzione.

Autonomie, soddisfazione M5s: "La scuola resta di competenza nazionale"

L’articolo 12 è stato soppresso: è una vittoria dei 5 stelle e da uomo di scuola ritengo di poter dire che è una vittoria della scuola italiana”, ha detto il sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano (M5s), a margine del vertice di Palazzo Chigi, commentando l’abolizione della norma che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti su base regionale come chiedeva la Lega.

“Alla fine, grazie all'impegno del MoVimento 5 Stelle, la scuola resta di competenza nazionale: non ci saranno dipendenti di serie A e di serie B, né differenze tra stipendi e programmi. Alunni, docenti e famiglie possono stare tranquilli: l’intenso lavoro di questi mesi ha dato vita a una riforma equilibrata”, fanno sapere poi in una nota i deputati del M5s in commissione Cultura alla Camera.

“Le legittime preoccupazioni iniziali sono scongiurate. La scuola rappresenta da sempre l’unità del nostro Paese: un luogo di crescita personale e collettiva, dove si formano i nostri giovani, la loro coscienza civica e il loro senso di appartenenza.  Sarebbe stato impensabile veder frammentato e sacrificato un principio tanto nobile e importante”.

Autonomie, Conte: "I governatori non avranno tutto"

I governatori delle Regioni interessate dalla riforma, ha spiegato il premier Conte, "non avranno tutto quello che hanno chiesto, ma ci sta. È un negoziato tra Stato e Regioni e negoziato significa reciproche concessioni". Rispetto alle richieste avanzate dalle Regioni, ha aggiunto, "ne abbiamo accolto alcune e non altre. Uno snodo molto critico è quello sull'istruzione" ma è stato superato. "Il modello della scuola è fondamentale, non può essere frammentato" perché su questo modello "si radica la formazione dei bambini, la nostra identità. È chiaro che non possiamo pensare che l'autonomia significhi frammentare questo modello", aggiunge il premier sottolineando che su questo punto "è stato trovato un punto di equilibrio".

Conte ha detto che sono stati fatti “significativi passi avanti sulle autonomie”.

“Intravediamo la dirittura finale, la settimana prossima c’è ancora qualche passaggio ma confido che si stia arrivando al portare questo provvedimento in cdm. Era un impegno del contratto di governo, condiviso da M5s e Lega”

"Su sanità, ambiente, sviluppo economico sono state accolte le richieste delle regioni. Una svolta per il territorio, per i cittadini e per le imprese. L'autonomia funziona però se c'è quella finanziaria. Non accetteremo nessun compromesso”, ha aggiunto la ministra Erika Stefani.

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