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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Conte raddoppia: Azzolina ministro dell'Istruzione e Manfredi della Ricerca

Il governo decide di separare il comparto scuola dal comparto ricerca e università: "Hanno logiche diverse". L'annuncio delle nuove nomine è stato fatto dal premier Conte

Novità nella formazione di governo: ad annunciarle è stato il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno a Villa Madama. Occorre "separare il comparto scuola dal comparto ricerca e università. Hanno logiche diverse. Mi farò latore della creazione di un nuovo ministero dell'Università e della Ricerca. Ho pensato, avendo conosciuto già l'operato della sottosegretaria Azzolina, di nominarla ministra della Scuola" mentre Gaetano Manfredi sarà il nuovo ministro dell'Università e della Ricerca.

"Ringrazio il ministro Fioramonti: abbiamo la necessità, l'ho già detto, di rilanciare il comparto della università. Non è vero che non abbiamo compiuto passi avanti, penso alla Agenzia nazionale delle Ricerche. Ora serve fare qualche sforzo in più, penso a aumentare i fondi sul diritto alla studio. Sono convinto che la cosa migliore per potenziare il settore sia separare la scuola dall'Università", spiega il premier. 

Lucia Azzolina, 37 anni, siracusana, deputata del Movimento 5 stelle, è quindi il nuovo ministro della Scuola. Il nuovo ministro della Università e della Ricerca è il presidente della conferenza dei Rettori (Crui), Gaetano Manfredi, 51 anni. 

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Il presidente di CRUI, Rettore università degli studi di Napoli "Federico II" Gaetano Manfredi a Milano, 19 novembre 2019. ANSA / MATTEO BAZZI

Chi è Lucia Azzolina nuovo ministro dell'Istruzione

Lucia Azzolina, nuovo ministro dell'Istruzione ha ricoperto fino ad oggi l'incarico di sottosegretario all`Istruzione. Nata a Siracusa, ha 37 anni. Il 19 marzo 2018 è stata eletta parlamentare nel Movimento 5 Stelle nella XVIII Legislatura. Laureata in filosofia e in giurisprudenza ha avuto per anni esperienze nel campo dell'insegnamento e del sostegno e poi della dirigenza scolastica. Dopo la laurea in giurisprudenza ha svolto anche pratica forense occupandosi di diritto scolastico. Da parlamentare ha presentato diverse interrogazioni legate al mondo della scuola in qualità di membro della VII Commissione cultura, ricerca ed istruzione della Camera dei Deputati. A dicembre 2019, in occasione dell`approvazione del decreto scuola, da lei messo a punto, il sottosegretario ha subito critiche da alcuni movimenti di docenti italiani.

Chi è Gaetano Manfredi nuovo ministro dell'Università

Il nuovo ministro dell'Università, Gaetano Manfredi è un accademico attualmente rettore dell'Università Federico II di Napoli. Un incarico che avrebbe dovuto lasciare il 31 ottobre 2020. Nato ad Ottaviano, 55 anni, Manfredi si è laureato in Ingegneria nel 1988 presso la Facoltà d'Ingegneria dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" con la votazione di 110/110 e lode. Dottore di Ricerca in Ingegneria delle Strutture è stato anche ricercatore in Tecnica delle Costruzioni dal 1995 al 1998. E' stato anche professore Associato in Tecnica delle Costruzioni dal 1998 al 2000. Professore Ordinario in Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II dal 2000 ad oggi, tra le sue attività scientifiche risulta autore e curatore di 9 libri ed oltre 400 lavori scientifici pubblicati. Attualmente svolge attività di ricerca di tipo teorico e sperimentale in diversi campi di ricerca.

Conte: "Abbiamo messo il Paese in sicurezza"

Nessuna crisi di governo in vista, secondo il premier: "L'ipotesi di un Conte tre? Per carità, no, no. Non dobbiamo cadere nella tentazione di credere di poter realizzare domani quello che possiamo fare oggi. Abbiamo avanti a noi una maratona di tre anni, marceremo spediti. Questo spazio temporale ci consentirà di programmare meglio le nostre iniziative di governo" ha detto Conte.

"Siamo stati costretti in questi primi giorni a correre i cento metri - ha detto il presidente del Consiglio - addirittura è stato uno sprint a ostacoli. Dovevamo mettere il Paese in sicurezza, occorreva una manovra economica seria, responsabile, non dimentichiamo mai che avevamo il compito improbo di reperire ben 23 miliardi per quanto riguarda l'Iva da disinnescare. Sono orgoglioso di aver raggiunto, insieme a tutti i ministri, insieme a tutte le forze politiche che sostengono questo governo, gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Addirittura siamo andati oltre, perché non ci siamo limitati a disinnescare l'incremento dell'Iva, ma abbiamo già iniziato a realizzare alcuni degli impegni per i quali abbiamo chiesto la fiducia".

Conte ha spiegato che "gennaio sarà l'occasione per fermarsi un attimo a riflettere, a confrontarsi con le varie forze politiche per rilanciare l'azione di governo". "Abbiamo presenti le priorità", ha sottolineato il presidente del Consiglio.

"Se riusciremo a innovare sul piano tecnologico la pubblica amministrazione'', soprattutto sul piano della ''digitalizzazione'', si potrà fornire un "volano" per la crescita economica, ha detto Conte. E, ancora, "vogliamo snellire la macchina burocratica. Nessuno può illudervi che questa riforma sia facile, ecco perché occorre un orizzonte temporale minimamente ampio", ha rimarcato il premier, che ha avvertito: "Sarà una riforma che scontenterà molti". "Dobbiamo mettere mano in modo organico e sistematico alla giustizia tributaria" ha aggiunto.

"Vogliamo agire per abbassare la pressione fiscale. Sul fisco puntiamo a semplificare, rimodulare o ridurre le aliquote - ha detto Conte - Se non vogliamo mandare il Paese in bancarotta e non vogliamo esporre il Paese a una procedura di infrazione dobbiamo lavorare in modo serio e credibile. L’unica prospettiva seria e credibile è combattere contro l’evasione fiscale".

Auspici, commenti e considerazioni, come sempre nella conferenza stampa di fine anno di chi è a Palazzo Chigi. L'unica vera notizia è la nomina dei due nuovi ministri.

Tutta la conferenza stampa di fine anno di Giuseppe Conte

"Non vogliamo promettere delle cose irrealizzabili, nei nostri 29 punti non ci sono promesse irrealizzabili - scandisce - ci sono degli obiettivi molto chiari, programmatici, che a gennaio verranno declinati sulla base delle priorità. Vogliamo lavorare per rendere un servizio utile al Paese, riscoprire il senso di comunità, lavorare come una squadra e vogliamo rivolgerci a tutti i cittadini sollecitando fiducia nei confronti della politica", che "non deve promettere cose che non può mantenere, deve essere credibile". "Se la politica si presenta credibile, determinata, convinta nel perseguire obiettivi alla portata, le riforme che i cittadini attendono da anni - aggiunge il premier - la politica farà il suo compito, senza proclami, senza gesti eclatanti, senza lasciarsi distrarre da polemiche. La politica non ha bisogno di conflitti e nessuna forza politica alimenta il consenso con le polemiche. Non possiamo sprecare questa occasione d'oro, le polemiche e i distinguo non ci fanno bene". "Il metodo di lavoro di questo governo - sottolinea ancora - si basa sul confronto che io rivendico. Un dialogo anche acceso, ma mai dei litigi fini a se stessi". ''Ho visto la stampa che ironizza su di noi: chiama questo governo, il governo delle riunioni e dei vertici - rileva poi - I vertici servono per alimentare il confronto, i vertici non sono litigi. Io non sono mai stato a litigare su poltrone o altro''.

Conte non manca di evidenziare che "in questo momento una frammentazione delle forze politiche che sostengono la maggioranza non fa bene neppure all'azione di governo". E lancia un "pubblico appello", se ci sono parlamentari in dissenso con il proprio partito, "rimanete nelle rispettive forze politiche, non alimentate questi passaggi che non contribuiscono alla stabilizzazione del quadro politico. Se ci sono manifestazioni di dissenso lavorate all'interno" dei partiti. Il presidente del Consiglio richiama "tutti a un senso di responsabilità, a noi, alle forze parlamentari che voglio sempre più coinvolte e anche all'opposizione, che potrà esprimere soluzioni utili che se saranno condivise possiamo integrare". Quanto alla possibile nascita di gruppi 'contiani' in Parlamento, "non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento - mette in chiaro - non è nelle mie corde e sarebbe una missione diversa da quella che ho assunto con i cittadini italiani".

Elezioni regionali: "Non saranno un referendum sul governo"

Poi le elezioni regionali. "Bisogna dare la giusta importanza agli appuntamenti elettorali sul territorio che si preannunciano già a fine gennaio, non bisogna affatto trascurare che da quelle competizioni ricaveremo dei dati politici che alimenteranno il dibattito e che potranno anche avere un riverbero sul piano nazionale, ma vorrei chiarire che stiamo sempre parlando di competizioni elettorali circoscritte sul piano territoriale, non sarà un referendum a favore o contro il governo" afferma il presidente del Consiglio.

"E' nel nostro programma l'intervento sui decreti sicurezza, per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella. Il decreto sicurezza bis è stato varato dal Cdm in una versione diversa. La versione originaria teneva ben conto delle premure del presidente Mattarella" dice Conte nel corso della conferenza stampa di fine anno. "Cento giorni son pochi, adesso però potremo lavorare" e "sarà uno dei temi del confronto di gennaio", assicura il presidente del Consiglio.

Migranti e caso Gregoretti: che cosa ha detto Conte

Sull'immigrazione, "il problema non è porto aperto o porto chiuso. Diciamolo francamente al di là della propaganda: i nostri porti non sono mai stati chiusi, la differenza era tenere" i migranti "più o meno giorni in mare" spiega il premier. "Non sono solito sottrarmi alle responsabilità. Anche io commetto degli errori, il tema non è tutti contro Salvini - puntualizza - Ho commesso anche io degli errori e sono disponibile ad ammetterli. Però quando dico che in materia di immigrazione non sono mai stato favorevole allo schema 'porto aperto porto chiuso', questo l'ho detto in tutte le occasioni", rimarca il presidente del Consiglio. "Se ho commesso errori me ne assumo le conseguenze. Però se lo spread è salito, non lo ha fatto per le mie dichiarazioni".

Sulla vicenda della nave Gregoretti "sto completando le verifiche, perché mi occupo contemporaneamente di tantissimi dossier. Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza verificherò il ruolo che ho avuto". "Ho fatto già una verifica - aggiunge - per quanto riguarda i messaggi anche sul cellulare, sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail, sicuramente dal primo riscontro c'è stato un coinvolgimento della presidenza, come è sempre avvenuto, per la ricollocazione". "In questo momento non ho avuto ancora riscontri sul mio coinvolgimento per quanto riguarda invece lo sbarco, però non ho ancora sciolto la riserva, voglio completare tutte le verifiche. Se troverò un frammento di coinvolgimento sarò il primo a dirlo, perché è giusto che sia così, però permettetemi di completare l'istruttoria".

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