Il Senato salva Azzollini: "no" alla richiesta di arresto
Bocciata a stragrande maggioranza la richiesta di domiciliari per l’esponente Ncd coinvolto nella vicenda della casa di cura "Divina Provvidenza" di Bisceglie. Il voto ribalta la posizione espressa dalla Giunta per le immunità che a maggioranza aveva votato a favore della richiesta di arresto
ROMA - Il Senato ha detto "no" agli arresti domiciliari per Antonio Azzollini. La richiesta di arresti domiciliari nei confronti del senatore Ncd - nonché ex presidente della Commissione Bilancio del Senato - era stata avanzata dalla Giunta per le immunità parlamentari di Palazzo Madama in merito al crac della casa di cura Divina Provvidenza di Bisceglie.
I "no" sono stati 189, 96 i sì e diciassette gli astenuti. "Non intravedendo fumus persecutionis, la Giunta per le elezioni e le immunità ha approvato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla procura di Trani", aveva ricordato il presidente della stessa Giunta Dario Stefano (Sel) nel corso della sua relazione nell'Aula del Senato. Risulta "piuttosto fragile e forse esposta a plateali contraddizioni logiche la difesa del senatore", aveva aggiunto Stefano.
LE ACCUSE DELLA PROCURA DI TRANI - Azzollini è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e altri reati relativi alle case di cura Divina Provvidenza, una onlus che si occupa della cura e dell’assistenza delle persone con problemi psichiatrici.
PD DECISIVO, M5S: "VERGOGNA" - Il senatore di Ncd Nico D'Ascola ha illustrato la relazione di minoranza sul caso, dicendo che non ci sono gli estremi per dire "sì" agli arresti domiciliari per Azzollini come richiesto dalla Procura di Trani anche perché le "esigenze cautelari si fermano ad un anno fa". Decisiva la presa di posizione dei senatori Pd che ieri avevano ricevuto dal capogruppo Luigi Zanda un sms con cui erano stati invitati a esprimere il voto "secondo il proprio convincimento" esaminando "con attenzione la decisione assunta dalla Giunta delle immunità l'otto luglio e i documenti pubblici disponibili". In Giunta invece i dem avevano detto "sì'" alla relazione del presidente Stefano e quindi "sì" all'arresto. "Il Pd, quello di Mafia Capitale - attacca Alessandro Di Battista su Twitter - salva il senatore Azzollini di Ncd dall’arresto. Questo è Renzi, rottamatore di legalità. Vergogna!".
Il premier Renzi ed il Pd, ovviamente, sono il bersaglio preferito delle proteste dei M5s che però non risparmiano durezze agli avversari della Lega Nord. La Lega, ha detto il capogruppo M5s Gianluca Castaldi, "ha solo da star zitta". "Lo scorso 4 dicembre, la Lega insieme a Pd e Forza Italia votò no all'utilizzo delle intercettazioni da parte della magistratura per l'indagine sullo scandalo del Porto di Molfetta che vede anche in questo caso coinvolto il senatore Ncd. Magari è stato proprio il Carroccio con il voto segreto a contribuire al salvataggio di Azzollini". Da parte della Lega al momento si registra il post di Matteo Salvini su Facebook: "Il Senato ha salvato dall'arresto il senatore Azzollini, del Ncd. Renzi e il Pd hanno calato le braghe per salvare le loro poltrone, che pena. Chi sbaglia paga, ma se serve alla sinistra non paga".
L'attacco più sferzante i grillini lo hanno rivolto al Partito democratico: "Azzollini salvato dal Pd". Con una freccia rossa che sbarra la parola "galera" sull'immagine del volto del senatore come fotonotizia con cui il blog di Beppe Grillo ha diffuso la notizia del voto dell'aula di palazzo Madama. "Il Pd è senza vergogna", hanno accusato nero su bianco parlamentari e consiglieri regionali pentastellati, in una lunga nota congiunta dedicata alla ricostruzione del voto del Senato che ha salvato Azzollini dagli arresti.
"Nei giorni in cui il governo taglia sulla sanità, i senatori di Renzi ne salvano uno accusato di aver speculato sulle strutture sanitarie pugliesi. Quella del Partito democratico - si legge - è una scelta vergognosamente coerente. Per salvare la sua maggioranza, nei giorni in cui il governo taglia drasticamente sulla Sanità, Renzi e la maggioranza dei suoi a palazzo Madama, salvano dagli arresti un senatore accusato di aver speculato sulle strutture sanitarie nella nostra Regione - tuonano i pentastellati - serviva che la politica facesse un passo indietro, concedendo al cittadino Azzollini di difendersi in Tribunale senza farsi vigliaccamente scudo dei privilegi parlamentari. Invece il Partito Democratico ha permesso al prode molfettese di dribblare la richiesta di arresto, sostenendo, di fatto, quella politica vecchia, dell'arraffo clientelare, della gestione padronale del territorio, che ha vinto ancora una volta in questo Parlamento, sempre più delegittimato".