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Giovedì, 25 Aprile 2024
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IL PUNTO - Il piano di Renzi: “Adotta un bersaniano”

Il rottamatore punta all'erosione dei consensi dello sfidante. In risposta, Bersani 'adotterà' i vendoliani: l'ufficialità del patto con Sel domani sera a Napoli

“Adotta un bersaniano”. È questo l’ultimo frontiera del linguaggio 2.0 di Matteo Renzi. La missione è stata lanciata ieri sera al Palazzo dei Congressi di Firenze dove si sono raccolti i comitati del rottamatore.

Un ‘comandamento’ in linea con le parole che il sindaco ha espresso poche ore dopo la scrematura del primo turno: “Sono convinto si possa spostare parte dei voti di Bersani, voglio andare a prenderli”. Il ragionamento teoricamente non fa una piega, l’obbiettivo di Renzi è quello di pescare dove ci sono acqua e pesci. Sull’altra sponda tuttavia è ormai certo che Bersani ‘adotterà’ Nichi Vendola. L’ufficialità dell’operazione domani sera a Napoli, dove i due suggelleranno il patto anti-Renzi. Briciole di incertezza scrollate proprio dal governatore della Puglia che sulla questione è stato chiarissimo: “Faccio un endorsement a sfavore di Matteo Renzi”.

BERSANI – Asse con Nichi Vendola e la sfida a riportare dalla sua parte dell’elettorato ceduto a Renzi nelle roccaforti rosse. È questo il piano del segretario del Pd da qui ai prossimi 5 giorni. “Vuole i miei voti?” ha detto ieri sera Bersani all’incontro con i suoi militanti del circolo Mazzini Trionfale di Roma, “sono io che andrò a prendere i voti di Matteo”. Come? Andando dove ha riscosso meno successo. In Toscana venerdì, ma anche in Umbria ed in Piemonte. 

CONFRONTO TV – E Renzi? Fa il sordo: “Si riparte da zero a zero”, dice in continuazione nelle ultime ore. E pazienza se Bersani ad oggi abbia quasi 10 punti di vantaggio (290mila voti in più) e che abbia praticamente strappato l’accordo con Vendola. Per il sindaco la partita è apertissima. Con la speranza che il confronto tv tv di questa sera (Rai Uno dalle 21:10 in poi) porti acqua al suo mulino. La platea sarà vastissima, il sindaco andrà all’attacco, c’è da scommetterci. Come confermato dal rottamatore infatti, il fair play non sarà di casa negli studi che solitamente ospitano l’Arena di Giletti e Domenica In.

E Bersani? Il segretario si difenderà con le unghie e con i denti puntando tutto su un concetto che ha fatto suo in questa campagna elettorale, il lavoro. Ma anche il cambiamento del fare: “Il rinnovamento ve lo garantisce chi lo farà con il cambiamento, non certo chi ne parla solo”. È qui che proverà ad inchiodare Renzi sulla rottamazione. Si alla “ruota che gira”, no all’uomo solo al comando. Il tutto bagnato da una convinzione che sta nei numeri di domenica: “Penso di vincerle io francamente. Persino la sua spinta a rinnovare può riversarsi in una fiducia che sia io a rinnovare”.

GENOVA E MILANO – Dal canto suo Renzi userà la finestra Rai per accaparrarsi il voto sì di qualche bersaniano pentito, ma soprattutto il lascia passare dei vendoliani. “Sono convinto che moltissimi di loro voteranno per noi”, lo ha detto lunedì, lo ha ripetuto ieri. L’operazione Renzi-vendoliani è strutturata su due grandi bacini elettorali, quelli di Genova e di Milano. E su due nomi, Doria e Pisapia, i sindaci di Sel che prima hanno vinto le primarie contro il Pd, poi hanno indossato la fascia tricolore. Vendoliani di ferro e vincenti. Perché quindi proprio a Genova e Milano? Proprio perché Doria e Pisapia hanno vinto contro il Pd. E qui si ritorna al voto d’opinione. C’è un voto di sinistra che storicamente è contro l’apparato. Renzi è convinto che parte del pacchetto dato in dote a Vendola corrisponda a questa logica: “I voti di Nichi - ha detto ieri sera – non sono di sua proprietà, e sono 600 mila”. Tradotto, Bersani rappresenta l’apparato, Renzi il grimaldello che lo destruttura.

REGOLE – Tutto ruoterà attorno ai numeri, per questo Renzi e Bersani lavoreranno ai fianchi il blocco elettorale che si è presentato alle urne domenica scorsa. Il concetto è molto semplice ed è dettato dallo stato dell’arte. Il bacino elettorale del ballottaggio non dovrebbe infatti differire troppo dai numeri del primo turno. Polemiche a parte, la delibera 25 del Comitato dei Garanti per le primarie parla chiaro: “Possono richiedere la registrazione coloro che, nei giorni 29 e 30 novembre presso il Coordinamento provinciale, dichiarino di essersi trovati, per cause indipendenti dalla propria volontà, nell’impossibilità di registrarsi all’Albo degli elettori entro il 25 novembre. Spetta al Coordinamento provinciale valutare la consistenza o meno delle cause, indipendenti dalla volontà dell’elettore, che ne hanno impedito l’iscrizione all’Albo degli elettori entro il 25 novembre, ovvero la preiscrizione on-line. Il Coordinamento provinciale, con voto unanime, decide se ammettere o meno la registrazione all’Albo degli elettori”.

Registrazioni aperte ma vincolate da quelle che Renzi ha definito in tono polemico la “giustificazione” a voto unanime. E così torna in piazza la vecchia polemica sulle regole. Con Renzi che fa finta di non parlarne “perché è un tema che non porta voti”, ma intanto manda i suoi all’assalto. Di contro Bersani non ci sta e rimanda la polemica al mittente: “Ci sono delle regole che abbiamo approvato, all’unanimità, non si cambiano le regole in corsa”, ha chiarito, le primarie “sono aperte ma non sono un porto di mare, stiamo facendo una cosa seria”.

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