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Martedì, 23 Aprile 2024
PRIMARIE CENTROSINISTRA

Tutto dipende dai vendoliani, ma Renzi ha "vinto" comunque

Il punto del politologo Alessandro Campi: "Dipenderà tutto dai voti di Sel, ma un ritardo di 9 punti è difficile colmare". In ogni caso "Bersani dovrà dare a Renzi un ruolo di primo piano".

Comunque vada il ballottaggio, un dato è certo. Renzi dovrà avere un ruolo di primo piano nel futuro Centrosinistra. Ne è convinto il politologo Alessandro Campi, docente di Storia della politica all'università di Perugia. Intervistato dall'Adnkronos, Campi spiega come "un ritardo di 9 punti non è facile da colmare al secondo turno" ma domenica 2 dicembre "potremmo assistere a una partita completamente nuova".

L'ANALISI. La questione è semplice: tra Bersani e Renzi "potrebbe modificarsi leggermente la base elettorale: quelli che hanno votato Vendola potrebbero non scegliere nessuno, non andando a votare, nonostante tutti pensino già che sceglieranno Bersani".

Superato il ballottaggio - e immaginando la probabile (ma non scontata) vittoria del segretario Pd - per Campi "è difficile pensare che Bersani non tenga conto dell'affermazione politica di Renzi". Quindi il problema "non può essere solo garantirgli un posto alle prossime elezioni perchè il sindaco di Firenze ha dimostrato che il suo messaggio ha un appeal che va oltre i confini tradizionali della sinistra. Il rottamatore è più inclusivo di quanto possa essere Bersani, figuriamoci un Bersani alleato di Vendola".

Insomma, "a Renzi va riconosciuto un ruolo politico. Se Bersani si muove in una logica di realismo politico e di pragmatismo, non potrà che prendere questa strada. A meno che non abbia ragione chi pensa che la sfida di Renzi sia stata sempre vissuta con il mal di pancia dal Pd, e allora sarà resa dei conti dopo il ballottaggio. Ma Renzi non potrà tornare semplicemente a Firenze a fare il sindaco deve essere riconosciuto il senso della sua battaglia politica per il centrosinistra".

IL RUOLO DI NICHI. E per un Renzi che, comunque vada, non sarà più 'solo' il sindaco di Firenze ecco un Vendola che rischia di diventare 'solo' la spalla di Bersani.

E' lo stesso Bersani a fare del leader di Sel il suo 'numero 2', un po' come fece Prodi con Bertinotti ai tempi de 'L'Unione': "Con Nichi Vendola" ha spiegato il segretario in conferenza stampa "abbiamo dei punti di assonanza e convergenza". E ancora: "Con Vendola abbiamo lavorato parecchio tempo per costruire la carta 'Italia bene comune' che dice alcune cose chiare anche sul piano delle responsabilità reciproche in caso di vittoria. Non stiamo aprendo tavoli o tavolini. Ci sono degli evidenti punti di assonanza e convergenza, per esempio su scuola, centralità lavoro, tema precarietà e della diversità di genere. Sono cose precise su cui c'è convergenza. Si parla di politica, non stiamo facendo bilancini".

"Non devo fare l'avvocato di Vendola - ha aggiunto il segretario - ma continuare a descriverlo come se fosse una personalità da mettere in apprendistato è abbastanza stravagante, perché sta governando da anni la sua Regione, molto meglio di altri, certamente con le sue idee, non sempre collimano con le miei. Non ha bisogno di esami".

VENDOLA: "BERSANI DEVE DIRE COSE DI SINISTRA". Ufficialmente, però, l'appoggio di Vendola a Bersani non è scontato. Il leder di Sel, nel corso della conferenza stsampa post primarie, ha infatti assunto un ruolo ben chiaro: quello di chi è in attesa di una proposta vera "e di sinistra" da parte di Bersani. Il segretario del Pd "deve convincere 485mila persone che hanno votato per me". Come? "Vogliamo sentir profumo di sinistra". Quindi parole chiare su "differenze di genere, crisi ambientale, lavoro, Europa e per gli studenti in piazza. "Ci risponda e domani decideremo".

Comunque vada, Vendola non darà un'indicazione di voto "ma solo un suggerimento" perché - spiega - "non sono proprietario dei miei voti".

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