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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Criminalità e terrorismo, via libera alla Banca dati del Dna

Sì del Consiglio dei ministri al nuovo Regolamento che raccoglierà i profili genetici delle persone condannate. Alfano: "Strumento di formidabile potenza". Orlando: "Fondamentale"

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Regolamento della nuova Banca Dati del Dna, che raccoglierà i profili genetici delle persone condannate. Uno strumento concepito per la lotta al crimine, ma che diventa quanto mai prezioso in tempi di emergenza terrorismo. Il Regolamento stabilisce le tecniche e modalità di acquisizione dei campioni biologici, di gestione e tipizzazione dei profili del DNA, di alimentazione della Banca dati, di trattamento e di accesso per via informatica e telematica ai dati raccolti nella Banca dati e nel Laboratorio centrale.

CHI SARA' "SCHEDATO" - La norma (non proprio nuova perchè la legge in questione risale al 2009) individua cinque categorie di persone il cui Dna verrà custodito nella nuova banca Dati presso il Ministero dell'Interno: chi si trova in custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari; chi viene arrestato in flagranza di reato o sottoposto a fermo di indiziato di delitto; i detenuti e gli internati per sentenza irrevocabile per un delitto non colposo; coloro ai quali è applicata una misura alternativa al carcere sempre per sentenza irrevocabile per un delitto non colposo; quelli che scontano una misura di sicurezza detentiva in via provvisoria o definitiva. I dati saranno a disposizione degli investigatori in Italia ma potranno all'occorrenza anche essere scambiati con polizie di altre nazioni. Una volta a regime il sistema, i profili genetici accompagneranno le foto segnaletiche e le impronte digitali dei condannati.

CHI TERRA' I DATI - Il database farà capo al Ministero degli Interni (Dipartimento di Pubblica sicurezza), mentre il Laboratorio centrale sarà presso il Dipartimento dell`amministrazione penitenziaria - Direzione generale dei detenuti e del trattamento del Ministero della Giustizia, dove sarà impiegato personale tecnico-scientifico e addetti della polizia penitenziaria appositamente formati. Inoltre altri laboratori, nelle carceri, raccoglieranno il materiale da inviare al Laboratorio centrale. Il controllo sulla banca dati nazionale del DNA sarà esercitato dal Garante per la protezione dei dati personali e tutti gli operatori coinvolti sono tenuti a rispettare il segreto su dati, evidentemente, sensibilissimi: "Il pubblico ufficiale che comunica o fa uso di dati ed informazioni in violazione delle disposizioni - chiarisce la legge - o al di fuori dei fini previsti, è punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, con la reclusione da uno a tre anni".

PER QUANTO TEMPO - Il profilo del DNA resta inserito nella banca dati nazionale "non oltre quaranta anni dall'ultima circostanza che ne ha determinato l'inserimento", mentre il campione biologico è conservato "non oltre venti anni dall'ultima circostanza che ne ha determinato il prelievo". Ma può essere cancellato anche in seguito ad assoluzione con sentenza definitiva "perchè il fatto non sussiste, perchè l'imputato non lo ha commesso, perchè il fatto non costituisce reato o perchè il fatto non è previsto dalla legge come reato". In questi casi è disposta d'ufficio la cancellazione dei profili del DNA acquisiti e la distruzione dei relativi campioni biologici.

I CONTROLLI - Sarà compito del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (CNBBSV) garantire l'osservanza dei criteri e delle norme tecniche per il funzionamento del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA ed eseguire, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, verifiche presso il laboratorio centrale e i laboratori che lo alimentano, formulando suggerimenti circa i compiti svolti, le procedure adottate, i criteri di sicurezza e le garanzie previste, nonchè ogni altro aspetto ritenuto utile per il miglioramento del servizio.

LE IDENTIFICAZIONI - La Banca dati del Dna si occuperà poi di facilitare le attività di identificazione delle persone scomparse, mediante acquisizione di elementi informativi della persona scomparsa allo scopo di ottenere il profilo del Dna e di effettuare i conseguenti confronti. I ministri dell'Interno e della Giustizia dovranno informare il Parlamento, con cadenza annuale, sulle attività svolte dalla banca dati nazionale del DNA e dal laboratorio centrale.

I COMMENTI - Per il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, la banca dati "è uno strumento di formidabile potenza dal punto di vista informatico. Oggi abbiamo realizzato un passo in avanti che ha pochi precedenti in Europa e che consentirà l'archiviazione dei dati dal punto di vista scientifico del Dna che saranno importantissimi sia nella lotta al terrorismo che nella lotta alla criminalità organizzata e al contrasto dell'immigrazione irregolare". "In un momento come questo in cui la sicurezza è al centro dell'attenzione credo che sia giusto dire che questo è un passo fondamentale per aumentare il livello di sicurezza del Paese", ha invece commentato il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

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