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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il caso

"Così il governo salva la banca del papà della Boschi"

Dopo l'ok al decreto legge che accelera il salvataggio di quattro banche, ecco il durissimo attacco sul blog di Beppe Grillo: "Il governo ha gestito nel modo peggiore la situazione, lasciando ai dirigenti dei quattro istituti piena libertà di utilizzare le risorse e il risparmio dei cittadini in modo scriteriato"

ROMA - Domenica scorsa è arrivato il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge per il salvataggio di CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e CariChieti. Il provvedimento, entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione, consente di "dare continuità all’attività creditizia - e ai rapporti di lavoro - tutelando pienamente i correntisti".

Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri per il salvataggio delle quattro banche commissariate "non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione". Inoltre "i provvedimenti di avvio alla risoluzione non prevedono il ricorso al bail in". Le quattro banche ripulite dai crediti deterioriati che nascono a seguito del piano di salvataggio e risoluzione approvato cambiano denominazione: si chiameranno "Nuova CariFerrara", "Nuova Banca Etruria", "Nuova Banca Marche" e "Nuova CariChieti", secondo quanto informa la Banca d’Italia. 

Non si fa attendere il commento del Movimento 5 stelle, un vero e proprio attacco al governo che "prende di mira" soprattutto il caso della Banca Etruria, l'istituto del quale era vicepresidente il padre del ministro Maria Elena Boschi.

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"Il governo salva la banca del #papàDellaBoschi", scrive in un tweet Beppe Grillo, che rimanda a un post sul suo blog firmato dal deputato pentastellato Mattia Fantinati. "Il governo salva la banca del papà della Boschi (Banca Etruria, ndr), lo ha fatto di domenica, sperando che nessuno se ne accorgesse, che pochi ne parlassero", accusa il grillino dal blog.

Il governo ha approvato il cosiddetto decreto 'salva-banche' - prosegue Fantinati - 3,6 miliardi di euro messi a disposizione da Intesa Sanpaolo, UniCredit e Ubi, per salvare quattro istituti del centro Italia, Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio (quella del papà del ministro Boschi), Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara. Il governo ha gestito nel modo peggiore la situazione, lasciando ai dirigenti dei quattro istituti piena libertà di utilizzare le risorse e il risparmio dei cittadini in modo scriteriato, favorendo i soliti amici degli amici, per poi decidere di scaricare tutto sugli azionisti e in parte pure sui contribuenti.

"E non è vero - secondo Fantinati - che in questa operazione non ci sono costi per lo Stato. La Commissaria europea per la Concorrenza Vestager ha citato l'utilizzo di fondi pubblici, seppur ridotti 'al minimo'. Mentre Intesa San Paolo racconta dell'impegno finanziario di Cassa depositi e prestiti in caso di incapienza del Fondo alla scadenza del finanziamento. Eppure il Movimento 5 stelle la soluzione l'avrebbe: se dobbiamo comunque pagare noi, tanto vale nazionalizzare, separando attività speculative e commerciali. In questo modo si costringerebbero le banche a servire l'economia reale, famiglie e imprese: cioè, per una volta, a servire i cittadini italiani", conclude.
 

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