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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'intervista

Lorenzin: "Ci chiudiamo per rallentare Omicron e studiarlo. Il Green Pass non ha fallito"

"Non possiamo permetterci di rinunciare a convincere i no vax altrimenti rischiamo di trovarci le terapie intensive occupate per mesi" spiega l'ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin a Today. "Le nuove restrizioni all’entrata del Paese non sanciscono il fallimento del Green Pass: sono strumento in più"

"Il Green Pass non ha fallito, resta uno strumento fondamentale non solo per arginare l’epidemia, ma anche per garantire il controllo e la sicurezza dei luoghi chiusi al pubblico. Ulteriori misure di rafforzamento vengono prese per paura della Omicron e nuove varianti. Le nuove restrizioni all’entrata del Paese non sanciscono il fallimento del Green Pass: sono strumento in più, per intercettare nuovi focolai di Omicron in arrivo dai Paesi dove questa variante sta girando di più. Così lo rallentiamo mentre acquisiamo nuove informazioni sulla variante e ci prepariamo a combattere una nuova battaglia". A dirlo a Today.it è la deputata del Partito Democratico ed ex Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che spiega come ci dovremo abituare a tenere la guardia alta contro il Covid per molto tempo. Vaccini, restrizioni e prevenzione sanitaria resteranno con noi per molto tempo. 

"Noi dobbiamo evitare che le varianti del virus e nuove possibili sorprese, ingenerino nella popolazione stanca una sfiducia nei vaccini o nelle misure di contenimento. - continua Lorenzin - Questa battaglia l’abbiamo cominciata a mani nude, abbiamo avuto morti, feriti e un crollo economico. Adesso conosciamo meglio l’andamento del virus, abbiamo degli strumenti e abbiamo anche capito che, per arginarlo, dobbiamo mischiare alcune misure: migliore igiene, distanziamento, flessibilità dettata dal fatto di concepire le zone bianche, gialle e rosse. Nel frattempo che passa il tempo, abbiamo più armi. Adesso il Green Pass è la più efficace e nel tempo avremo altre armi ancora. Ma il Green Pass resterà perché sarà sempre un sistema che ci permetterà di controllare l’accesso delle persone in determinati luoghi e permettere che in quei luoghi, dove le persone tolgono le mascherine come il ristorante, siano in sicurezza. Ci mette anche al riparo dal lockdown, che resta sempre l’ultima spiaggia".

Però oggi dobbiamo affrontare Omicron
"Probabilmente riusciremo a batterlo con quello che abbiamo adesso, poi fra sei mesi dovremo fare un altro richiamo con un vaccino nuovo. Cioè finchè questo virus non è eradicato a livello mondiale, noi ci dobbiamo convivere, quindi per renderlo endemico, ci dobbiamo abituare ad alcune cose: sarà Green Pass, super Green Pass, richiami vaccinali, le mascherine che metteremo e a volte toglieremo. Questo ci aiuterà a reggere anche la botta economica".

Lei dice che riusciremo a battere Omicron, ma quindi siamo sicuri che non buchi i vaccini?
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Questo ancora non si può dire, non ho i numeri e non ho la certezza, ma da quello che cominciano a capire, comunque il booster protegge. Non proteggerà al cento per certo ma protegge. Secondo me noi Omicron riusciremo a gestirla. Però poi potrebbero essercene altre di varianti. Noi dobbiamo cercare di stare sempre un passo avanti. Per fare questo hai bisogno che la ricerca sia sul pezzo. Quindi noi adesso abbiamo i vaccini a base di mRNA. Alle aziende servono cento giorni per produrre un nuovo vaccino. Vuol dire che per averlo sul mercato, hai bisogno di quattro o cinque mesi per distribuirlo a livello globale. Devi sempre stare attento alla possibilità che vengano fuori nuove varianti che possano bucare il vaccino". 

Nel frattempo però cosa fare a livello sanitario?
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Serve investire in nuovi vaccini e continuare a fare investimenti sulla parte legata alla terapia e poi trasformare i nostri sistemi. Dobbiamo potenziare i reparti di infettivologia degli ospedali, i nostri dipartimenti di prevenzione sui territori, cambiare le politiche di prevenzione sui virus. Non possiamo stare in stato di emergenza in eterno. Io dico che serve una nuova legislazione per questo: dovremmo farlo ora pensando al futuro, dobbiamo implementare un sistema e riprogrammarlo in base ai virus, assumere gente che faccia il cacciatore dei virus, non abbandonare il tracciamento (non per targettizzare la popolazione ma per scoprire nuove varianti), cioè avere controllo dell’epidemia". 

Abbiamo ancora un gran numero di non vaccinati però. 
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È un brodo in cui può innestarsi qualsiasi casa. Intanto se arriva la Delta, sui non vaccinati l’effetto è duro quindi se hai un dieci per centro della popolazione non vaccinata e un tre per cento di questa si ammala, e a sua volta, un pezzo va in terapia intensiva, noi ci ritroviamo le terapie intensive occupate per mesi". 

Abbiamo rinunciato a convincerle?
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Non possiamo permetterci di rinunciare a convincerle, sarebbe un fallimento come Stato Civile, soprattutto nei confronti di chi ha paura. Io questa settimana faccio la vaccinazione dei miei figli, ma mica sono a cuor leggero, con tutto quello che so. Io sono prima di tutto una mamma, ho una grande responsabilità perché decido per altri. Lo faccio convintamente perché so che metto al sicuro la loro salute e garantisco loro una vita normale. Ma immagino tante mamme che non sono no vax, ma sono bombardate da informazione e disinformazione. Allora puoi fare tutto su di te, ma sui tuoi figli ci pensi bene. Noi dobbiamo aiutare le madri a prendere una decisione corretta, dobbiamo informarle tanto. La disinformazione crea paura e la paura crea dubbi". 

Poi però ci sono gli irriducibili, che hanno remore su pass e vaccino, con anche intellettuali e convegni sul tema.
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Hanno remore dal punto di vista sofistico. È un sofisma sul principio di libertà, che è la base di tutto e te ne rendi conto quando l’hai persa. Beati loro che se lo possono permettere di avere remore. Chi deve prendere decisioni sulla salute pubblica, non se lo può permettere". 

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