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Sabato, 20 Aprile 2024
Giornata caos

M5s rinuncia davvero alla regola dei due mandati? 

Beppe Grillo arriva a Roma per parlare con i parlamentari di una eventuale deroga al doppio mandato e della posizione del M5s nel Governo. È il caos

"Il Movimento 5 Stelle è una comunità di cittadini fondata su delle regole. Sono poche, chiare e semplici. Proprio per questo inamovibili. Una delle regole fondanti è quella dei due mandati elettivi a qualunque livello". Beppe Grillo (2019).

"Ci sono queste regole e faremo in modo che vengano rispettate". Davide Casaleggio (2020).

"L’ho detto a Conte: il limite dei due mandati deve rimanere. Senza la regola dei due mandati prendiamo il 5%. Chi oggi chiede che la si bypassi resterà comunque fuori dal Parlamento". Beppe Grillo (2020).

"I grandi uomini, quelli capaci di grandi visioni, sono sicuramente importanti. Ma le regole lo sono di più. E tra queste c’è anche la regola che prevede il ricambio dei gestori prima che le imprese collassino". Così Beppe Grillo (2022).

Alla fine Beppe Grillo è arrivato a Roma. L’obiettivo era ricompattare un Movimento 5 Stelle ancora sotto choc dopo la scissione di Luigi Di Maio e torna in discussione quello che sembrava l’unico vero e ultimo baluardo della coerenza pentastellata: il limite del doppio mandato per i candidati. Il garante è arrivato nella Capitale per incontrare i parlamentari. Stamattina ha effettuato un primo confronto con i deputati della Camera durante il quale ha detto che del doppio mandato “non se ne parla” salvo poi dire “vediamo” dopo essere stato pressato per trovare una soluzione per candidare alla Regione Siciliana Giancarlo Siciliano. Si naviga a vista anche in tema di appoggio al Governo visto che prima ha detto ai suoi che si sta con Draghi “fintanto che “saranno prese in considerazione le battaglie del M5s”, poi, fonti parlamentari, fanno sapere che con Conte starebbe discutendo la possibilità di un appoggio esterno al Governo. Alla fine, ai giornalisti che gli chiedono conto della posizione del Movimento rispetto all’esecutivo, risponde: “Ma certo!”.  

Caos M5s, Grillo mette in discussione la regola del doppio mandato

Il nodo più importante da sciogliere è quello del doppio mandato perché rischia di far deflagrare definitivamente la credibilità del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo lo sa e in un primo momento pecca di sicurezza quando dice: "Per me la regola dei due mandati non si tocca, è un principio inderogabile. Si potrebbe pensare a qualche eccezione, ma vediamo ora i dettagli con Giuseppe. Al limite si potrebbe pensare a consiglieri per i quali si deroga per candidarli a presidente di regione o a organi diversi". Dunque alla fine Grillo apre alla possibilità del terzo mandato e lo fa con una proposta che agevolerebbe Giancarlo Cancelleri, che ha fretta di candidarsi alle primarie del centrosinistra nella Regione Siciliana. Una mossa per la quale spingono anche un gruppo di parlamentari, per i quali è cruciale che il M5s si presenti attivamente alla competizione sull’isola. Anche se di Cancelleri Grillo non vuole proprio sentir parlare: "Cancelleri? Ma lo conosciamo, in passato più volte mi ha attaccato eppure io lo avevo accolto come un figlio, portandolo anche a casa mia". Dunque "della sua ricandidatura in Sicilia per me non se ne parla". Di questo discuteranno insieme Beppe Grillo e Giuseppe Conte, trovando una quadra forse nella possibilità di una deroga, ma non in favore di Cancelleri.

Da Di Battista a Giarrusso, tutti i big che hanno lasciato il Movimento 5 Stelle

M5s dentro o fuori del Governo? 

Per gli altri big del Movimento 5 Stelle al secondo mandato e che rischiano di scomparire per la regola del secondo mandato, Grillo ha proposto un’alternativa. Non si potranno ricandidare al Parlamento ma non saranno dimenticati: "Quelli al secondo mandato resteranno, daranno il loro contributo ma in maniera diversa, tu, Alfonso, hai dato tanto al Movimento e hai ricevuto poco" ha ribadito il guru parlando dell’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. 
L’altro dubbio è quello se restare o meno al Governo perché una buona parte dei deputati ha espresso la volontà di staccare la spina a questa esperienza, che non convince in termini politici e non porta a niente di buono in termini di consenso elettorale. Prima Grillo difende il Governo dicendo che “finché saranno prese in considerazione le battaglie del M5s, è giusto restare al governo”. Poi, di fronte alla proposta di togliere i ministri dall’esecutivo, risponde: "Può essere una strada, ne parliamo con Giuseppe per valutarla". Dunque dal “no” categorico a un atteggiamento possibilistico, per cui prima ne parlerà con Conte e poi eventualmente con Draghi.  
 

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