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Venerdì, 19 Aprile 2024

Antonio Piccirilli

Giornalista

E se Sala provasse per una volta a stare zitto?

Beppe Sala ci è ricascato. Otto mesi dopo "Milano non si ferma" - la campagna che invitava i cittadini milanesi a non avere paura del virus - a tradire il sindaco è stata ancora una volta la voglia di strafare, o forse la paura di fare poco. Sta di fatto che si è schierato di nuovo dall’altra parte; dalla parte di chi vorrebbe fare finta di nulla, continuare a vivere come se il virus non esistesse o come se non fosse la iattura che purtroppo è. E così, mentre gli esperti invocano la serrata, il primo cittadino di lockdown non vuole neanche sentire parlare: "Il tema - dice - è lasciare gli anziani a casa". Siamo proprio sicuri? Ieri il sindaco ci informava di aver ricevuto "un sms di un virologo di cui mi fido molto che dice che ieri c'erano circa 80 pazienti intubati a Milano e 200 in Lombardia".  E dunque: "Anche nella peggiore delle ipotesi avremmo 10-15 giorni per decidere un eventuale lockdown".

Quali siano le fonti di Sala resta un mistero. Ciò che invece sappiamo è che ieri il responsabile del Coordinamento Covid-19 dei pronto soccorso lombardi ha detto che "in alcune aree il sistema assistenziale è vicino al collasso" e che "ogni giorno di ritardo ha un impatto incredibile". E Maurizio Viecca, primario di cardiologia dell'ospedale Sacco di Milano, oggi ha rincarato la dose spiegando che se si va avanti così il rischio è "di morire in ambulanza o in casa, come accadeva in primavera". Poi è vero, c’è anche chi, come Zangrillo, dice che tutto sommato la situazione è ancora gestibile perché nei pronto soccorso "il 60% dei pazienti arriva con il codice verde". Ma si tratta di mosche bianche, di voci fuori dal coro, laddove il coro è quasi unanime nell'avvertire del pericolo a cui andiamo incontro a forza di nascondere la testa sotto la sabbia.

Ai tempi di "Milano non si ferma" Sala chiese scusa per non aver capito  la gravità di quanto stava accadendo. "Era il 27 di febbraio, era un video che impazzava in rete; tutti lo rilanciavano, l’ho rilanciato anche io. Giusto o sbagliato, probabilmente sbagliato. È chiaro come abbiamo sentito da Burioni, da Zangrillo, nessuno aveva capito ancora la virulenza del virus, e d’altro canto in quel momento quello era lo spirito". Oggi lo spirito è diverso e a minimizzare sono rimasti in pochi. Spiace constatare che tra quei pochi ci sia anche Beppe Sala.

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